lunedì 31 agosto 2009

"Naturalmente c'è differenza fra 'murales' e'tag'"

Partiamo dal fatto del giorno: il problema immigrazione. Secondo i dati forniti dall’Ismu c’è stato un incremento del 50% degli ingressi di clandestini in Italia. Lei, a tal proposito, ha parlato di “interventi legislativi radicali”. Quali saranno le prossime mosse di Palazzo Marino relativamente a questo delicato argomento?
Secondo i dati dell’Ismu a Milano sono presenti circa 40mila clandestini. Un abnorme numero di irregolari che in città continua ad alimentare attività illecite e criminali. E dietro il quale ci sono organizzazioni criminali che ne facilitano gli ingressi illegali. Milano infatti è sempre più crocevia di traffici di essere umani grazie a centrali che organizzano i trasferimenti e danno copertura attraverso falsi documenti e finti matrimoni. Pertanto di fronte a questo attacco delle bande criminali occorrono potenziare gli strumenti legislativi a disposizione, compresa la legge Bossi-Fini sull’immigrazione che ormai avrebbe bisogno di un ‘tagliando’. E naturalmente occorre rafforzare gli accordi con i Paesi da cui derivano questi maggiormente flussi, soprattutto quelli del Nordafrica e che non favoriscono l’accoglimento dei clandestini espulsi dall’Italia. Infatti nel 2008 a fronte di 2890 stranieri espulsi da Milano solo 700 sono stati riaccompagnati alla frontiera.
“Milano dovrebbe cancellare via Leningrado e dedicare quella strada a Jan Palach – ha recentemente dichiarato, riferendosi allo studente cecoslovacco, simbolo della Primavera di Praga che, 40 anni fa, si diede fuoco in piazza San Venceslao, per dire stop all’avanzata dei carri armati russi. Ha già inoltrato la richiesta a Finazzer Flory?
Ho già inoltrato la richiesta all’assessore competente per la toponomastica, Finazzer Flory. Leningrado non c’è più, mentre la memoria del giovane Jan Palach, che continua ad essere esempio di libertà e coraggio, dovrebbe essere onorata e ricordata nel tempo. Anche attraverso l’intitolazione di una strada cittadina, il modo più semplice ma efficace per far sì che quel nome rimanga nella memoria dei popoli.
Altro argomento di questi giorni è quello relativo ai graffitari. Frode, Shane, Pane, Dalla, Virus, Slash, Resto, Bsm, Jack, Terno, sono solo alcune delle firme più note sui muri meneghini. Cosa ne pensa di chi ritiene certi ‘murales’ la Cappella Sistina del nostro tempo?
Naturalmente c’è differenza tra ‘murales’ e ‘tag’, ma non dimentichiamo che chi imbratta i muri commette comunque un reato. Lo stesso ddl sicurezza ribadisce la gravità di questo abuso punendo i graffitari anche con la reclusione. La presunta questione artistica, invocata da alcuni ‘writer’ e dai loro sostenitori, sembra un po’ un alibi per agire al di sopra della legge. Ma mentre ci si chiede se passar sopra a questi abusi, i cittadini e le amministrazioni continuano a fare i conti con i costi della ripulitura: a Milano, ben 25 milioni di euro.
Relativamente alla moschea di viale Jenner, com’è il dialogo con l’imam Abu Imad e il presidente Abdel Shaari? È vero che il primo è stato condannato in secondo grado per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, e il secondo è stato ritenuto ‘persona non gradita’ da un grande Paese musulmano come l’Egitto?
Il Comune e il sindaco Letizia Moratti hanno tenuto una linea di prudenza sulla pretesa avanzata dai rappresentanti di viale Jenner di avere una destinazione alternativa. E dopo la condanna in secondo grado dell’imam di viale Jenner, Abu Imad, per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo, oltre al fatto che il suo presidente, Abdel Shaari, attuale interlocutore per il trasferimento del centro, è stato ritenuto ‘persona non gradita’ dall’Egitto, è stata una saggia decisione. Milano è una città che ha fatto dell’accoglienza parola d’ordine, ma sempre nella legalità. E a questo punto per l’effettiva permanenza del centro, è necessario che il Viminale verifichi se sono rispettate le condizioni di ordine e sicurezza pubblica.
Sempre in tema stranieri, com’è la situazione in via Sarpi?
È ormai in dirittura di arrivo il progetto definitivo di ztl-isola pedonale per il quartiere Sarpi. Entro quindici-venti giorni verrà illustrato dagli assessori Cadeo e Simini alle associazioni dei commercianti e dei residenti. Stiamo pertanto continuando a percorrere la strada indicata dal sindaco Moratti nel programma elettorale del 2006 e ribadita da due decisioni del Consiglio comunale. E, alla luce dell’esodo in corso, a pochi mesi dall’avvio della ztl, di almeno 70-80 commercianti all’ingrosso, che si sono trasferiti a Lacchiarella o si stanno spostando verso la periferia, al Gratosoglio o alla Bovisa, possiamo dire che raccogliamo i risultati voluti. Le telecamere intanto continuano a sanzionare chi non rispetta il provvedimento. I numeri sono elevati. Ma l’azione della Polizia Municipale è sostenuta anche nell’area circostante la ztl. Basti dire che ogni giorno vengono inflitte circa 200 multe, sia per il rispetto del carico/scarico che per divieto di sosta.
Omicidio volontario anziché colposo per chi guida in stato d’ebbrezza e provoca la morte di qualcuno. Come reagirà la Camera a questa sua proposta?
Elenco alcuni dati: nel mese di gennaio su 180 alcoltest effettuati dalla Polizia Locale per le strade della città, con maggiore concentrazione nei weekend, ben 101 guidatori sono risultati in stato d’ebbrezza, praticamente uno su due, e 28 veicoli sono stati sequestrati ai fini della confisca, oltre che un centinaio di patenti ritirate. Nel 2008, su 4.525 test effettuati dai vigili ben 1.275 sono risultati positivi (con 1.164 patenti ritirate e 113 veicoli sequestrati). Vuol dire che la media è passata da uno su quattro nel 2008 a uno su due nel 2009. Credo sia a dir poco allarmante e c’è da chiedersi perché una proposta di legge come la mia non sia stata ancora convertita in legge, visto che l’auto guidata da un ubriaco può essere paragonata ad un’arma carica puntata contro inermi cittadini.
Il vicesindaco di Milano nasce a Bari nel 1951 ma vive a Milano dal 1973. Cosa rimpiange della sua terra d’origine, e cosa apprezza invece della città di cui è un importante rappresentante?
Per la precisione sono nato ad Andria, in provincia di Bari, paese cui mi legano le mie origini e la mia famiglia, che ancora vive lì e che periodicamente vado a trovare. Posso dire, però, che dopo tanti anni in questa città ormai mi sento milanese d’adozione, apprezzandone sia i lati positivi, come la bellezza di certi suoi angoli e il calore che la gente continua a dimostrare nei miei confronti; sia quelli per molti considerati negativi, come il ritmo un po’ frenetico cui ormai mi sono abituato e al quale non riuscirei più a rinunciare.

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