martedì 25 agosto 2009

La Casa 139: "Un oratorio dove socializzare e fare aggregazione"

La Casa 139 è una delle realtà culturali più attive di Milano, almeno per ciò che riguarda un certo tipo di musica, quella più lontana dai riflettori, dal cosiddetto mainstream. Quando inizia la vostra attività?
Le attività sociali della Casa 139 cominciano verso la fine del 2000, da un’idea di Robertino, ex presidente, che ha voluto creare un palco per tutti coloro che volevano esprimere i propri pensieri, le proprie idee attraverso la musica, le canzoni e la poesia, limitando al massimo i costi.
Cosa distingue i Circoli Arci da altre strutture che organizzano musica dal vivo?
Sicuramente l’atmosfera. In più, da noi, viene data la possibilità di spendere poco per vedere un concerto o bere qualcosa. Alla Casa 139 è possibile assistere a molti concerti gratuitamente (è sufficiente essere muniti di tessera Arci). I concerti non gratuiti, comunque, richiedono spese esigue comprese fra 5 e 15 euro.
Qual è il significato della tessera annuale che tutti devono avere per assistere ai concerti?
La tessera non serve “semplicemente” per assistere ai concerti. La tessera indica l’appartenenza all’associazione e viene rilasciata dopo aver presentato una domanda di ammissione al circolo e aver pagato la quota associativa, che nel nostro caso è di 15 euro e ha validità annuale. La tessera offre quindi la possibilità di frequentare tutte le associazioni Arci. Inoltre vi sono delle agevolazioni e sconti per teatri, cinema, cooperative...
In che modo la Casa 139 ha avuto più successo rispetto ad altri circoli Arci?
Diciamo che La Casa si differenzia da altre strutture analoghe perché ha scelto la musica come principale forma di comunicazione. Non si può parlare, però, di ‘successo’.
Mercuri, Pirini, Leonardi – un’ondata di italiani - saranno da voi nei prossimi giorni. Ci dici qualcosa di questi artisti?
Sono artisti appartenenti alla scena musicale milanese, una scena che in questo ultimo periodo sta dando prova di gran fermento e creatività. Questi artisti, in particolare, sono espressione del patrimonio di questa città che si presenta con tutta la sua tradizione di teatro canzone (Pirini e Leonardi) e la sua storia cantautorale, come nel caso di Fabio Mercuri, una delle realtà musicali più interessanti di questo momento.
Chi decide e con che criterio si sceglie l’artista che suonerà alla Casa?
La scelta degli artisti che vengono inseriti nella programmazione è stata affidata a uno dei nostri soci che gestisce i rapporti con le diverse agenzie italiane ed estere. I criteri di scelta sono diversi e rispecchiano i gusti del circolo. Artisti provenienti da ogni parte del mondo e rappresentanti di diversi generi musicali si alternano sul palco della Casa 139, permettendo ai soci di assistere e confrontarsi con un panorama musicale eterogeneo e ricercato.
È ancora attivo il Caravanserraglio, l’iniziativa decollata qualche anno fa per mettere in luce nuovi cantautori?
Il Caravanserraglio è stata un’iniziativa preziosissima per Milano maturata durante i primi anni di attività. Oggi questo nome non si usa più, tuttavia lo spirito dell’iniziativa è ancora vivo e vegeto e coinvolge i migliori artisti dell’ex Caravanserraglio: Flavio Pirini, Walter Leonardi, Folco Orselli, Stefano Piro, Cinaski...
Un ‘oratorio’ dove socializzare e fare aggregazione... Così è riportato sul vostro sito. In che modo questa prerogativa viene mantenuta viva?
Prerogativa? Ti dico solo che a me i circoli Arci ricordano gli oratori veri e propri, spazi tranquilli dove incontrarsi, passare il tempo in compagnia, senza l’ansia di dover per forza consumare qualcosa.
Qual è il peso politico di un circolo Arci?
Beh, si sa che l’Arci è schierata a sinistra, se di sinistra si può parlare. All’interno delle associazioni, però, qualcosa sta cambiando: i circoli oggi vengono frequentati sempre più spesso anche da giovani con idee politiche lontane dalle nostre. Politicamente noi stiamo dalla parte del più debole, dalla parte dell’operaio, di chi in pratica non ha le possibilità di far girare l’economia e in un certo senso è costretto a subire, costantemente, le iniziative degli altri.
Non credete che la politica nei più giovani sia vissuta in maniera molto più superficiale rispetto alle generazioni passate?
Purtroppo sì. I giovani non si avvicinano più al mondo politico come una volta. Le generazioni d’oggi sembrano nate stanche, non sanno cosa significhi lottare per un ideale, sono prive di iniziativa...
Un tempo, invece, proprio Milano, era il centro nevralgico di organizzazioni di sinistra come Avanguardia Operaia...
In realtà a Milano non mancano le organizzazioni di sinistra, manca un vero leader, un trascinatore, un personaggio che riesca con assoluta trasparenza e semplicità a far capire il momento delicato che stiamo attraversando e a proporre valide soluzioni per venirne a capo.
Musica a parte, quali altre iniziative proponete?
Stiamo lavorando per offrire ai soci corsi di fotografia, disegno, recitazione, ovviamente a costi bassissimi, se non addirittura gratuiti. In questo periodo sono in corso delle lezioni di canto. In generale, comunque, la Casa 139 è sempre aperta a iniziative di carattere socio-culturale.
Qual è il musicista più importante a livello mediatico che avete ospitato?
Tra gli italiani possiamo citare Vinicio Capossela, gli Afterhours, le Vibrazioni. Tra gli stranieri Joanna Newsom, My Brightest Diamond, Micah P. Hinson.
A parte gli altri circoli Arci, con quali strutture milanesi avete spesso a che fare?
Con tutte quelle che ci chiedono un sostegno, con tutti coloro che si sentono emarginati...
Mai avuto problemi col vicinato?
Raramente, quando i volumi dei concerti erano troppo alti. Oggi, però, è tutto risolto.
Ci dici quali sono i cinque dischi preferiti dal numero 1 de La Casa 139?
Un giovane gruppo di Forlì, i Blastema, che abbiamo ospitato anche noi. Poi ascolto in continuazione My Brightest Diamond, Fujiya and Miyagi, The Infadels, senza tralasciare gli Afterhours e i grandi classici della musica italiana come Mina e Battisti.

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