lunedì 29 marzo 2010

"Tra gli scrittori ricordo Hemingway, Kafka, Hesse, Twain, che avrebbe voluto vivere per sempre lì"

Quando e come le è venuta l'idea di realizzare un libro sulle gallerie di Milano?
L'idea del libro nasce da un colloquio con il direttore editoriale della casa editrice Hoepli, Marco Sbrozi, che ha creduto in questo progetto, ma naturalmente vi sono più origini. Quella più remota si trova nel punto di congiunzione tra la presenza della Galleria Vittorio Emanuele nei miei ricordi d'infanzia e la scoperta trent'anni fa dei “passages” di Parigi. Devo anche ricordare che il libro è stato in qualche modo preceduto da un video molto amatoriale dedicato alle gallerie di Milano che ho girato insieme all'amico Mauro Colella, nel 2003.
Quante sono le gallerie della città?
Io ne ho contate 41, cui andrebbero aggiunte le due gallerie demolite negli anni Trenta. Senza considerare le gallerie sotterranee come l'ex Cobianchi, la galleria del Sagrato e la Civica Galleria Sotterranea.
Qual è la più antica e a che anno risale?
La più antica attualmente è la Galleria Vittorio Emanuele II, inaugurata nel 1867, ma la prima apparsa in città fu la Galleria De Cristoforis, inaugurata nel settembre del 1832 e demolita nel 1935, che si trovava grosso modo dove oggi sorge la Galleria del Toro.
E la più recente?
Escludendo il Passaggio Turati-Manin coperto nel 2008, le più recenti sono la Galleria Ciro Fontana, tra via San Raffaele e Santa Radegonda, e la Galleria della Rinascente, tra via Agnello e Santa Radegonda. Ma sono entrambe gallerie atipiche rispetto alla tradizione milanese delle gallerie commerciali coperte.
In realtà le prime 'gallerie' sorgono in Francia, nei giardini del Palais Royal di Parigi…
Le prime gallerie europee furono le Galeries des Bois, del 1786, nate da una speculazione immobiliare di Filippo Egalité all'interno dei giardini del Palais Royal. Ma il primo con copertura completamente a vetri fu il passage Feydeau del 1798. Nell'arco di pochi anni ne furono realizzati a decine, a Parigi, a Londra e poi via via in molte altre città. La prima città in territorio italiano fu Milano, con la Galleria De Cristoforis inaugurata nel 1832.
C'è chi le accomuna ai souk e ai bazar orientali. Cosa c'è di vero in quest'affermazione?
Diciamo che si sente che c'è una relazione. Hanno quasi un'aria di famiglia. Seppure strutturati in modo diverso assolvono analoghe funzioni, e si tende a considerare determinante per le gallerie l'influsso dei racconti dei viaggiatori europei di ritorno dal mondo arabo. Al di là di questo, vi sono notevoli differenze. L'estensione, ad esempio, e la concentrazione delle attività. Il souk arabo è un dedalo di percorsi estesi a volte quanto un quartiere, e ogni ramo è dedicato a una particolare tipologia di attività, un po' come accadeva nelle nostre città medievali (si pensi alle vie Spadari, Speronari, Orefici, Armorari). Le gallerie europee ospitano al loro apparire negozi di lusso con una grande varietà merceologica. Scendendo poi nei dettagli si potrebbero notare altre differenze, non solo architettoniche.
Ci può fare il nome di qualche architetto milanese che, più degli altri, ha contribuito alla realizzazione delle gallerie?
Sono numerosi, naturalmente. Potrei dirle Andrea Pizzala perché, con la Galleria De Cristoforis del 1832, fu il primo in Italia. Nel dopoguerra, come non ricordare Luigi Mattioni che realizzò quattro gallerie, Ponti e Caccia Dominioni con tre ciascuno, Lancia con due. Ma forse il più importante è Giuseppe Mengoni da Fontanelice, che con la galleria Vittorio Emanuele II ha creato la galleria più nota al mondo e ha dato impulso alla costruzione di tutte le gallerie monumentali italiane.
Qual è la galleria preferita da Riccardo Di Vincenzo?
Escludendo la Galleria Vittorio Emanuele II? Un tempo, quando era più facilmente transitabile, le avrei detto la Galleria Meravigli perché meglio rispecchiava il mio immaginario di flâneur, oggi le direi la Galleria Mazzini, dove Salvatore Quasimodo dava appuntamento a Maria Cumani.
Cosa sappiamo del Coperto dei Figini, portico risalente al 1476, abbattuto nel 1866 per far spazio alla Galleria Vittorio Emanuele II?
Sappiamo che fu l'ultimo nato tra i sessanta coperti che vi erano nella Milano medievale. Fu ritenuto così importante che, quando nei secoli seguenti si demolirono i coperti, fu l'unico risparmiato. Nel 1866 era il solo rimasto. Delio Tessa lo preferiva alla Galleria e molti si sono chiesti se non ci fosse modo di salvarlo.
E dell'isolato del Rebecchino?
L'isolato del Rebecchino aveva un'architettura meno nobile rispetto al Coperto dei Figini. Con i suoi negozi e i suoi caffè, a volte equivoci, era l'anima popolare di piazza Duomo. Anche la sua demolizione era prevista, ma per anni ci si oppose con cavilli di ogni genere, finché nel 1875, in occasione della visita del re Vittorio Emanuele II e del kaiser Guglielmo, fu demolito in sei giorni, con un esercito di operai e un costo spropositato. Per riempire provvisoriamente lo spazio vuoto si creò una gigantesca aiuola.
È vero che per un breve periodo la più importante galleria di Milano si chiamò "Grand'Italia"?
Non che io sappia. “Grand'Italia” fu il nome di un importante caffè della Galleria. Era sorto nel 1872 come caffè Gnocchi (da non confondere con quello che si trovava nella Galleria De Cristoforis), poi dal 1888 si chiamò Gambrinus, il re tedesco della birra. Nel 1915, quando l'Italia entrò in guerra, per motivi di patriottismo divenne Grand'Italia. Si trovava là dove ora ci sono la libreria Rizzoli e lo Urban center ed era famoso perché vi suonava un'orchestrina di dame viennesi. Fu il primo caffè della Galleria illuminato elettricamente, ma con scarso successo perché la carnagione delle signore vi risultava troppo pallida.
Furono, però, 176 i progetti per la sua realizzazione?
Sì, i progetti del primo concorso, esposti a Brera, furono 176. Ma da qualche parte, se la memoria non mi inganna, ho letto che alcuni furono scartati in precedenza.
Lo illustra molto bene il quadro di Boccioni 'Rissa in Galleria' del 1910… Ci può ricordare qualche evento storico che si è consumato sotto le vetrate del più famoso 'passage' milanese?
Gli eventi sono così numerosi che per me è difficile scegliere. Posso dirle che dieci giorni dopo l'inaugurazione del 1867, ci fu la prima manifestazione politica determinata dall'arresto di Garibaldi. Consideri che le vetrine dei caffè della Galleria furono rotte 87 volte in quarant'anni. A proposito del “Rissa in Galleria”, molti tendono a immaginare che la scena raffigurata avvenga nell'Ottagono. È un errore comune. In realtà quello è l'ingresso della Galleria, sotto i portici settentrionali e l'insegna Caffè è del Campari (quello dove ora c'è l'Autogrill, non il Camparino). Ho avuto l'occasione di dimostrarlo nel mio libro sui caffè di Milano.
Ci dice qualcosa della misteriosa Galleria Volpi?
Innanzitutto cominciamo dal nome. Alla fine ho scelto di chiamarla Volpi Bassani, dal nome del committente, ma un documento tecnico degli anni Venti la chiama Volpi, mentre Ferdinando Reggiori, in un libro la chiama Galleria Visconti. Collegava la scomparsa via Visconti con via Rastrelli. Era stata progettata da Verganti e Brusconi, nel 1907. Scomparve definitivamente con i lavori di ampliamento dell'albergo Plaza in piazza Diaz. La parte di via Rastrelli divenne una sorta di atrio che conduceva all'ingresso dell'albergo. Oggi, dopo le varie ristrutturazioni, quella sorta di atrio è stato inglobato nella hall dell'albergo, con quattro colonne della vecchia galleria ancora riconoscibili.
Fra le gallerie meno note qual è quella che meriterebbe più considerazione?
Tenuto conto dei suoi trascorsi di galleria della musica e dei cinema (ve n'erano quattro), direi la Galleria del Corso, vittima di una deprecabile fase di decadenza. Meriterebbe sicuramente più attenzione.
Infine ci piacerebbe sapere quali figure storiche hanno vissuto in prima persona le gallerie della città. Mi viene in mente una novella di Verga ambientata proprio in Galleria Vittorio Emanuele…
Diciamo che la vita nelle gallerie milanesi, storicamente si concentra nella Galleria De Cristoforis e nella Vittorio Emanuele. Nella prima, che per oltre vent'anni fu ammirata come il tempio della moda e del lusso, si tenevano feste con seimila invitati, compreso l'arciduca Ranieri; vi si radunavano gli Scapigliati, vi erano numerose librerie – tra cui la Hoepli – e negozi di geodesia e di giocattoli che Alberto Vigevani ha descritto molto bene. Dopo il 1867, il “belmondo” si trasferì nella Galleria Vittorio Emanuele: dal re, presente sia alla posa della prima pietra che all'inaugurazione, a Giuseppe Verdi, da Felice Cavallotti, che sui tavolini di un caffè scrisse gli ultimi versi prima del duello fatale, a Cesare Battisti, che infuocava gli animi di Boccioni e Carrà. Tra gli scrittori ricordo Hemingway, Kafka, Hesse, Twain – che avrebbe voluto vivere per sempre lì – Savinio e Marotta, autore di un delizioso racconto intitolato “Mal di galleria”. Come è immaginabile, il censimento di tutti i grandi personaggi è impossibile, e in realtà sarei tentato di dirle che tutti i cittadini hanno vissuto in prima persona le gallerie della città, dal più celebre al più umile. Dalle prostitute di cui narrano Verga e Capuana, ai mendicanti che cercavano di trascorrervi la notte, approfittando della benevola distrazione dei guardiani, fino ai regnanti che sorseggiavano l'aperitivo in galleria.

domenica 28 marzo 2010

"Di fatto non siamo un partito ma una lista civica"

Come sta andando la campagna elettorale?
Direi molto bene. Stiamo ricevendo parecchie adesioni e siamo contenti dell'entusiasmo della gente. Anche i media ci stanno offrendo spazio.
I prossimi appuntamenti clou?
Il 24 marzo ci sarà Beppe Grillo in piazza del Duomo a Milano. Potremmo definirlo il comizio conclusivo della campagna elettorale.
Con chi è schierato il movimento 5 Stelle?
Non è schierato con nessuno. Di fatto non siamo un partito ma una lista civica. Non c'è un'azienda di comunicazione a promuovere il nostro movimento. Il tutto è frutto esclusivamente del nostro operato e dei 300 iscritti che lavorano come forsennati. Ognuno dà ciò che può.
Perché non avete dato vita a un partito a tutti gli effetti?
Perché riteniamo i partiti e le segreterie di partito, organi obsoleti, incapaci di stare al passo coi tempi e con le reali necessità dei cittadini. Inoltre siamo contro l'autoproclamazione dei candidati. Penati e Formigoni si sono autoproclamati.
Allora anche Beppe Grillo…
È diverso, innanzitutto perché Beppe Grillo non è candidato. Noi diamo modo di votare il candidato nel corso di assemblee pubbliche, rese note tramite avvisi pubblici. Il 25 novembre 2009 abbiamo, dunque, offerto a tutti la possibilità di candidarsi, presentando un curriculum e la prova di non essere iscritto ad alcun partito.
Qual è il background politico di Crimi?
Non ho un background politico, mai fatto politica nel senso usuale del termine. Se vogliamo riferirci invece al voto, a vent'anni ho votato socialista, per l'influenza avuta dai genitori. Poi ho provato a dare il mio voto a Rifondazione e ultimamente all'Italia dei Valori, ma sono state tutte scelte fatte col naso turato.
Qualcuno ha detto che rimani vicino all'Italia dei Valori…
Solo perché sono stato visto a un incontro di Idv a Riccione, in presenza di Travaglio. Sciocchezze. Mai fatto parte dell'Idv, né di alcun altro partito.
La Rete però non mente…
Ed è giusto così. Sulla Rete è giusto che un candidato lasci le tracce del suo lavoro. Dà così modo ai cittadini di verificare l'attendibilità delle proposte fatte. A parole sono tutti capaci.
Chi è veramente Vito Crimi?
Un normalissimo padre di famiglia di origine siciliana.
Auspicate un futuro politico di liste civiche?
Auspichiamo un futuro partitico basato sul coraggio di cambiare. È da 40 anni che vediamo le stesse facce. D'Alema, Veltroni, Bersani. Fra un po’ salterà fuori ancora Prodi. E via.
Cosa ne pensi della quarta candidatura di Formigoni?
Per noi è ineleggibile. La legge parla chiaro. Non si può essere votati per più di due legislature. Loro si fanno forti dicendo che la legge in esame è stata varata nel corso del secondo mandato formigoniano. Dunque ora si troverebbero a fare i conti con il secondo mandato, e non con il quarto. È un bluff.
Peraltro l'eventuale ineleggibilità di un candidato viene giudicata dal consiglio regionale…
Un'assurdità. Sarebbe come chiedere alla squadra che subisce un calcio rigore di decidere se farlo battere o meno.
Chi è il vostro principale avversario politico?
In realtà non c'è un vero e proprio avversario. Noi ci basiamo su idee ben precise, che vivono indipendentemente da ciò che dicono e fanno gli altri.
Qualche esempio?
Ci battiamo per le energie rinnovabili, per rendere internet accessibile a tutti, ovunque ci si trovi, siamo contro i rimborsi elettorali e il nucleare.
La proposta di internet è molto interessante…
Infatti, ci stanno copiando. Ci sono dei comuni che stanno mettendo in campo la nostra proposta.
E voi?
Ben venga. Siamo lieti di sapere che le nostre proposte piacciono e vengono adottate da altri.
In che modo si potrà rendere internet gratuito?
Chiedendo ad aziende pubblicitarie di sovvenzionare il progetto, per esempio. Ogni 15 minuti compare sullo schermo un messaggio pubblicitario. Però tu navighi gratis. In alternativa si può pensare di far pagare dei servizi comunali online, come la richiesta di un certificato. Cifre minime, da 20 centesimi.
Esiste qualcosa del genere nel mondo?
C'è il partito degli hacker in Danimarca che ha fatto una proposta analoga.
Facciamo un giochetto. Elenco i nomi dei candidati alla presidenza della Lombardia, e tu mi esprimi un giudizio al volo…
Ok.
Penati?
È un perdente. In più, come ho già detto, sono contro la sua autoproclamazione.
Formigoni?
È un egocentrico. Mette la sua figura al centro di tutto. Così non si può pensare che abbia veramente a cuore il bene dei cittadini. Il suo motto è "io, io, io".
Pezzotta?
Credo sia una persona per bene. Però il suo partito è troppo incoerente.
Agnoletto?
È una brava persona. Non fa parte di nessuna lista provinciale, sa già che non verrà eletto. Al termine della campagna elettorale tornerà a fare il suo lavoro, il medico, e per questo ha tutta la mia ammirazione.
Invernizzi?
No comment.
Agnoletto parla di salario sociale per tutti coloro che non godendo di alcun ammortizzatore sociale potrebbero rimanere senza lavoro e soprattutto senza soldi da un momento all'altro. Cosa ne pensa?
Assolutamente d'accordo. Mia moglie è precarissima.
Cosa ne pensi della legge Biagi?
Sarebbe tutta da riformare. Lui stesso, con le trasformazioni che ci sono state, non la condividerebbe.
Altro tema caldo di questi giorni è la difficoltà di condivisione fra stranieri e italiani. Come venire a capo del problema?
Partendo dal fatto che la percezione di insicurezza dei cittadini non è consona al pericolo reale. I media cavalcano le notizie ingigantendo i fatti, e con essi i politici. Si crea l’emergenza ad hoc così tutti sono per esempio convinti che stiano avvenendo sempre più stupri da parte di extracomunitari, quando in realtà le statistiche sono sempre le stesse.
Qualche proposta?
Occorre rivalutare le cosiddette zone ghetto, come via Padova. È necessario evitare le speculazioni sulle case, abbassare gli affitti, non creare i presupposti per lo sviluppo di aree prive di negozi, dove la criminalità si muove con maggiore facilità.
Però le carceri sono piene di extracomunitari…
Il solito luogo comune. In carcere ci vanno i poveracci e i disperati. Quelli che dovrebbero andarci veramente sono in giro a fare danni.
Uno slogan finale?
Comunque vada è un'esperienza straordinaria.

lunedì 22 marzo 2010

"La sinistra ha messo in lista Rovyna, che ancora oggi nessuno sa a quale identità corrisponda"

Ringraziandola per averci ricevuto, vorremmo iniziare con l'argomento del giorno: il caos delle liste. Fortunatamente s'è giunto a un accordo tale per cui i lombardi potranno votare senza problemi anche per il Pdl. Come avete vissuto questa disavventura?
Le nostre firme erano regolarissime e il Tar non ha fatto altro che confermare quello che noi andavamo dicendo da subito. Gli elettori di centrodestra sono stati sottoposti a una grave ingiustizia: per cinque giorni è stato detto loro che non avrebbero potuto votare. La reazione del nostro popolo, sempre composta e mai urlata, è stata eccezionale: sappiamo trarre il bene anche dal male e sono convinto che milioni di cittadini lombardi confermeranno con il loro voto il sostegno alla coalizione che da 15 anni ben governa Regione Lombardia. La manovra a danno del centrodestra è stata sventata senza neppure l’aiuto del decreto del governo. Ora vogliamo sfruttare tutti i giorni della campagna elettorale per illustrare la nostra proposta e per confermare la sintonia tra i lombardi e i nostri valori, le nostre idee e i nostri programmi.
Penati parla di "dubbi di incostituzionalità". Fassino dice che per la destra "non valgono leggi, norme, procedure, certezza del diritto. L'unica cosa che conta è la convenienza di chi comanda". Civati afferma che "chi ha un problema come un certificato, cui manca un timbro d'ora in poi potrà chiamare Formigoni". Come commenta queste affermazioni?
Lascio che a commentare sia la sentenza del Tar: ci ha dato ragione, anzi straragione. Gli oppositori dovranno rimangiarsi i loro insulti. Altro che timbri: la sinistra ha messo in lista Rovyna, che ancora oggi nessuno sa a quale identità corrisponda, se si tratti di una drag queen o di un non meglio precisato collettivo a sostegno della candidatura di Penati.
In tempo di crisi l'argomento più ricorrente è il lavoro (che sempre più persone perdono). Il Pdl cosa propone per salvaguardare i lavoratori più precari?
Abbiamo varato un Pacchetto di provvedimenti anti-crisi con un investimento di 600milioni mirati soprattutto a rafforzare il sistema delle garanzie e del credito per le imprese. Ai disoccupati abbiamo invece proposto di utilizzare il tempo di forzata assenza dal lavoro in funzione della riqualificazione professionale. Attraverso gli strumenti della Dote Formazione (specializzazione di giovani laureati, diplomati o in uscita dal quarto anno di istruzione e formazione professionale) e con la Dote Lavoro (riqualificazione e al reinserimento lavorativo di disoccupati e cassintegrati) . Senza dimenticare la Borsa Lavoro regionale: dall’inizio dell’anno 2009, su 56mila cittadini che hanno ricercato lavoro, 15.566 hanno trovato una nuova occupazione.
Agnoletto propone un salario sociale per chi non ha alcun contratto e rimane all'improvviso senza impiego…
È la solita ricetta assistenziale che non crea certo nuovo lavoro ma solo deficit pubblico. No, la nostra proposta è più radicale. La Regione ha contribuito in modo determinante al passaggio dal “welfare della necessità” al “welfare della opportunità”, centrato sulla volontà della persona di rimanere attiva nella società. L’accordo Stato Regioni sugli ammortizzatori sociali è stato un esempio positivo in questo senso: il lavoratore in cassa integrazione riceve infatti un’integrazione al reddito per compiere percorsi formativi e di riqualificazione. In questo modo la persona investe nella propria crescita professionale, per poter rientrare con più efficacia nel mondo del lavoro. L’accordo siglato lo scorso autunno tra Regione Lombardia e Ministero dell’istruzione, è un altro esempio significativo di questo nuovo welfare. Grazie al cofinanziamento regionale di 15milioni di euro, viene offerta un’integrazione al sussidio di disoccupazione ai lavoratori precari della scuola, iscritti nelle graduatorie permanenti ma senza contratto nell’anno scolastico in corso.
Altro tema caldo del momento è l'immigrazione con i gravi disordini sorti in via Padova. In che modo la Regione intende affrontare il problema?
Concepire quartieri a mix sociale e abitativo è la sola e reale soluzione per evitare l’effetto banlieue e favorire l’integrazione con gli stranieri che vengono nella nostra regione desiderosi di lavorare e adeguarsi alle nostre leggi e stili di vita. La difficile situazione in cui versano tanti quartieri, deriva dalla concentrazione di tutto il disagio sociale in una sola area. Occorre stabilire delle quote immigrati anche per gli insediamenti abitativi, in modo da governare senza traumi la convivenza tra italiani e stranieri.
Ora che l'ordine è stato ristabilito, è ancora dell'idea che "Penati farà la fine di Martinazzoli"?
Certissimo e convintissimo. Anche perché la competizione è molto ampia: Pezzotta e Agnoletto stanno continuando a erodere voti proprio a Penati.
Berlusconi dice che Formigoni vincerà con il 60%...
Il distacco dai miei competitors è ancora molto significativo. Ma userò i prossimi giorni per affascinare ancora più lombardi al programma che ho steso insieme ai miei collaboratori e ai tantissimi cittadini che mi hanno inviato le loro proposte.
Se vincerà le elezioni Formigoni, sarà la sua quarta volta. Alcuni politici lo ritengono un attentato alla democrazia. Come si difende il governatore della Lombardia?
Sciocchezze, lasciamo che il popolo sovrano si esprima. Chi dice che sono stanco forse non ha partecipato agli incontri della mia campagna elettorale: la gente mi sostiene e certamente se ho deciso di candidarmi per la quarta volta è proprio perché c’è in gioco non una regione qualsiasi ma la Lombardia. L’emozione e la forza di guidare questa regione equivale a mettersi alla guida di una Ferrari, quella dei sette titoli mondiali e quella che oggi è tornata grande con Alonso.
Cos'è cambiato in Regione rispetto alla sua prima esperienza di governatore?
Moltissime cose sono cambiate in questi 15 anni di legislatura del centrodestra. Una per tutte: la sanità e il diritto alla libertà di cura. La “storica” riforma sanitaria del 1997 ha permesso ai cittadini lombardi, indipendentemente dal loro reddito, di contare sulla migliore qualità di cura, scegliendo il medico e l’ospedale. Senza deficit nel bilancio né tagli agli investimenti. Ho evitato una sanità in passivo, che aveva un indice di soddisfazione dei cittadini bassissimo, code di attesa enormi anche in settori delicati come la cardiologia. Eravamo sotto ogni media non dico delle regioni europee, ma di quelle italiane. Oggi abbiamo una sanità in pareggio, con un indice di soddisfazione superiore all'80%; siamo riconosciuti come il sistema migliore della sanità anche in Europa e abbiamo punte di eccellenza assolutamente mondiali. Abbiamo realizzato dieci nuovi ospedali di ultimissima generazione che migliorano ulteriormente la qualità dei servizi. E poi le politiche a favore della famiglia o quelle delle grandi opere e delle infrastrutture. Da Malpensa all’Alta velocità ferroviaria, fino ai collegamenti autostradali, fino alla promozione del Made in Lombardy nel mondo. Senza dimenticare le leggi di avanguardia per la lotta all’inquinamento e sulla sostenibilità ambientale. Infine, credo di avere inaugurato un modo nuovo di fare politica, impostato sulla sussidiarietà e la partecipazione.
Qual è il suo parere sull'Udc, perennemente in bilico fra una coalizione e l'altra?
Abbiamo governato insieme per 15 anni, ora hanno deciso di prendere un’altra strada. Chi è causa del suo mal pianga se stesso... Devo però notare che gli elettori cattolici, moderati, riformisti, la scelta l’hanno già fatta: non possono stare equidistanti tra chi difende la loro presenza sociale e civile e chi no, tra chi ha la possibilità di portare la Lombardia fuori dalla crisi ponendo al centro la famiglia e chi non riconosce la libertà di scelta in sanità o nella scuola.
Ci dice qualcosa del nuovo centro di adroterapia oncologica? Si parla di una struttura che potrà curare 3mila pazienti l'anno, per un totale di 20mila sedute nelle tre sale di trattamento…
Il Centro di Pavia è stato realizzato in 4 anni dalla Fondazione Cnao ed è il quarto al mondo. Infatti, ne esistono due dello stesso tipo già in Giappone e uno in Germania. Si occuperà prevalentemente della cura dei tumori solidi resistenti alla radioterapia o difficilmente operabili. Il costo della struttura è di 125milioni di euro e sarà in fase di sperimentazione fino all'ottobre 2011. Si potranno effettuare i primi trattamenti di cura, ma si prevede che solo nel 2013 il Centro lavorerà a pieno ritmo. È un'altra iniziativa che mette la Lombardia ai primissimi posti nella sanità mondiale.
A favore o contro il nucleare?
Non possiamo affidarci a vecchi pregiudizi. Fa bene il governo a interrogarsi sull’introduzione del nucleare e su come rendere l’Italia meno dipendente dal petrolio. Ma la Lombardia oggi non ha bisogno di nuove centrali. Abbiamo ormai raggiunto l’autosufficienza energetica soddisfacendo il fabbisogno che avevamo programmato. Inoltre abbiamo già ottenuto interessanti risultati nel settore delle energie rinnovabili, in grado oggi di coprire il 35% del fabbisogno energetico regionale. La Lombardia produce oltre il 20% dell’energia da fonte idroelettrica dell’intero Paese, nel campo dell’energia solare e fotovoltaica è prima in Italia per strutture installate con un incremento del 300% negli anni 2007 e 2008. Si tratta quindi di una direzione già tracciata, che intendiamo ulteriormente potenziare.
Ai più giovani vorremmo far sapere che Roberto Formigoni è anche un appassionato di musica rock. Lo dimostra la recente decisione di incidere per delle suonerie del cellulare e per aver proposto l'idea di una legge regionale per salvare i concerti rock (il caso Springsteen insegna). Ci vuole dunque rivelare qual è il suo gruppo preferito di sempre?
Dovessi compilare una top ten dei miei preferiti, al primo posto ci metterei senza alcun dubbio The Boss, cioè Bruce Springsteen. Subito dopo ci sono i Pink Floyd: i loro pezzi sono capolavori da concerto. E al terzo, quarto e quinto posto, le star del punk rock anglo-americano: Ramones, Clash e Green Day. Tra i classici, ci metto i Queen, Dylan, Beatles, Rolling Stones. Tra gli italiani invece, apprezzo molto Elisa e i giovani che sono usciti dall’ultimo Sanremo. Pochi giorni fa ho scritto una lettera a Ligabue per i suoi 50 anni: il rock italiano è vivo e Milano deve poter contare su una grande stagione di concerti. Su questo mi prendo un impegno per la prossima legislatura per risolvere i problemi aperti e rilanciare la Lombardia anche nel segno della musica.
Infine, ci può confidare l'angolo milanese che ama di più?
Milano affascina e stupisce continuamente. I luoghi del cuore cambiano in base alle situazioni: oggi sono molto legato ad alcune aree verdi. Penso ad esempio al Parco delle Cave, in zona Baggio, o al Parco Nord, dove pure vado spesso a correre. Credo che i milanesi si meritino parchi vivibili e aree verdi dove praticare sport con strutture attrezzate per l’ecorunning. Nei giorni scorsi ho presentato un progetto speciale per Milano per rilanciare il sistema dei parchi e renderli più puliti, più sicuri, più belli. Faccio appello alla responsabilità di tutti perché anche questo sia un grande segno di ospitalità in vista dell’appuntamento di Expo 2015, una straordinaria vetrina in cui Milano e la Lombardia potranno mettere in mostra tutte le loro bellezze, i loro sapori, le loro tradizioni, i loro prodotti più genuini.

martedì 16 marzo 2010

"Se Formigoni va avanti per altri cinque anni... rischiamo il punto di non ritorno"

Buongiorno Vittorio, direi che potremmo iniziare dal fatto del giorno: il caos delle liste Pdl per Lombardia e Lazio. Secondo lei ha ragione Cappato o Formigoni? In sostanza le inadempienze burocratiche sollevate dai radicali sono attendibili, oppure come dice il governatore lombardo è tutto regolare?
Sicuramente ha ragione Cappato. In particolare, l’elemento che ha portato a questo errore il Pdl, è facilmente inquadrabile: si chiama arroganza. Credo che l’arroganza di Formigoni e del suo gruppo gli abbia giocato un brutto scherzo. Lui si considera l’imperatore di questa regione, non un normale presidente eletto dai cittadini, e come tale si sente al di sopra di ogni legge.
I Radicali sono rimasti fuori proprio a causa di un numero insufficiente di firme...
Quelli che Formigoni ha chiamato ‘orpelli’. E invece la nostra attenzione dovrebbe focalizzarsi su delle leggi che dovrebbero rispettare tutti. Non solo i più deboli.
C’è chi pensa che da questa situazione emerga in modo chiaro la discrepanza organizzativa fra il Pdl a livello nazionale e quello a livello regionale...
Infatti. A livello nazionale c’è una persona che decide per tutti, Silvio Berlusconi. Quando non è direttamente Berlusconi a prendere l’iniziativa, regna il caos più totale.
Come andrà a finire?
Adesso vediamo cosa decideranno i giudici. Aspettiamo il responso delle perizie calligrafiche (se ci saranno). Basta che poi non si senta parlare di complottismo.
E l’intervento del ministro La Russa?
Ho trovato davvero disgustoso che sia andato lui a presentare ricorso. Il governo ha un altro compito, proporre leggi e farle rispettare. Andare invece a presentare un ricorso perché la propria parte politica non ha rispettato una legge, insomma... Qualcuno ci potrebbe anche leggere una forma d'intimidazione nei confronti dei giudici. Ognuno dovrebbe rispettare il proprio ruolo. Quello di La Russa è fare il ministro della Difesa.
Penati dice a tal proposito che “Formigoni è talmente tranquillo che ha fatto intervenire anche l’esercito”...
È una battuta azzeccata.
I giudici decidono, e si andrà a votare regolarmente. Un parere sui prossimi ipotetici cinque anni di governo Formigoni...
Sono molto preoccupato. A partire dal fatto che per legge non dovrebbero esserci più di due mandati per una carica istituzionale. Tempo fa definirono dittatore Chavez, presidente del Venezuela, perché si offrì di essere eletto per la terza volta consecutiva. E allora qui? Se non sbaglio siamo alla quarta volta.
Lei – in virtù della sua professione di medico - usa un termine particolare per definire il vincolo di non andare oltre la seconda legislatura...
Io uso il termine ‘anticorpo’. Questo veto è, infatti, un anticorpo per la difesa della democrazia. Solo con questo ‘paletto’ istituzionale si evita che un politico consideri ‘cosa propria’, la cosa pubblica.
Nella prossima legislatura, peraltro, ci sarà Expo...
È uno dei motivi per cui sono molto preoccupato. Expo significa una barca di soldi che arrivano. E se fin da ora c’è gente che con i soldi predica bene, ma razzola male, si dovrebbero comprendere le mie perplessità.
A chi si riferisce?
A numerosi politici colti in flagrante, alla vicenda dell'assessore regionale Prosperini. Poi ci sono situazioni poco chiare come lo scandalo di Trezzano (coinvolgente Stefano Maullo, assessore regionale, ndr). E anche sul disastro ambientale del Lambro molte cose non tornano... Se in questa fase ci sono già tutti questi problemi, non oso immaginare a che livello arriveranno le azioni di mafia e malaffare coi numerosi appalti che dovranno essere assegnati.
I magistrati parlavano di forte rischi di penetrazione dell’'ndrangheta...
E la Regione cosa fa?
Cosa fa?
Nomina una commissione per sorvegliare gli appalti, con persone indagate. È inaccettabile.
Penati cosa dice?
Penati non fa opposizione. Fa opposizione di facciata. Fa consociativismo. In questo modo non si arriva da nessuna parte.
Voi cosa fareste?
Noi proponiamo dei consiglieri che si comportino da sentinelle e vadano a ficcare letteralmente il naso in ogni appalto per capire dove vanno a finire i soldi e come vengono utilizzati. Un lavoro capillare. E concreto. Gestito da un polo di sinistra autonomo. Benché la mia candidatura si rivolga a tutta la sinistra.
Altre cose che non le piacerebbero dell’ipotetico quarto governo Formigoni?
Temo la continua privatizzazione della sanità e della scuola. Per ciò che riguarda l’istruzione mi riferisco ai buoni scuola che servono per garantire il diritto allo studio. Gli studenti lombardi che frequentano la scuola privata sono il 9%. A questa piccola percentuale va il 95% dei buoni scuola. Senza nessuna differenza di ceto. Vi sono centinaia di famiglie con un reddito compreso fra 140mila e 200mila euro all’anno che usufruiscono del buono scuola.
Poi c’è la sanità...
In cinque anni siamo passati dal 30% della spesa sanitaria destinata ai privati al 38%. Parliamo di esami diagnostici. Il 50% della spesa va ai privati. Per forza. Le liste di attesa sono infinite. La gente si stanca di aspettare e abbandona il servizio pubblico, a suo discapito.
Però Milano e la Lombardia sono all’avanguardia per quanto riguarda i poli di eccellenza medici e le strutture hitech a disposizione dei medici...
Io sono un medico e so perfettamente che ci sono – a Milano e in Lombardia - dei luoghi d’eccellenza nell’ambito della sanità e ottime tecnologie. Ma è il meccanismo, è il sistema che non funziona. Oltre dieci cliniche private sono sotto inchiesta. I magistrati hanno sequestrato 80mila cartelle cliniche. C’è il rischio che siano state manipolate per poter permettere alle cliniche di avere rimborsi più alti dalla Regione. Ci sono in ballo 18milioni di euro di soldi pubblici finiti impropriamente nelle tasche delle cliniche private.
Ritiene che sia il caso di modificare la legge regionale sulla sanità...
Sicuramente. Partendo dal presupposto che si fa riferimento alle leggi americane dove il sistema sanitario è completamente diverso dal nostro. Poi è necessario intervenire sui direttori delle Asl. E stabilire delle sanzioni quando si verificano liste di attesa troppo lunghe.
Quindi, ritornando a noi e all’ipotesi dei prossimi cinque anni di governo Formigoni...
Se Formigoni va avanti per altri cinque anni, tutti questi problemi diverranno ancora più evidenti. Rischiamo il punto di non ritorno.
Federazione della Sinistra di cui Agnoletto è leader decide di correre da sola. Cosa vi dissocia da Penati?
Ci dissocia il fatto di essere gli unici a offrire un programma veramente alternativo a Formigoni. Penati non fa nulla di tutto ciò. Noi vogliamo costruire una vera opposizione. Non vogliamo rincorrere l’attuale governatore. Noi abbiamo idee che gli altri non condividono.
Qualche esempio al volo?
Per esempio riteniamo Expo una catastrofe ambientale, a discapito della qualità di vita dei cittadini. Una gran parte dei soldi spesi per Expo potrebbero essere utilizzati per altri scopi. Per costruire case popolari, potenziare i trasporti pubblici, risolvere i problemi dei pendolari...
Adesso però c’è il Freccia Rossa...
Che viene utilizzato da un target molto limitato di persone e di un certo livello sociale solo per arrivare un’ora o mezz’ora prima a Bologna o a Roma. In compenso ci sono pendolari che per andare a Mantova devono cambiare tre treni.
E per quanto riguarda l’acqua pubblica...
L’acqua è il bene più prezioso di cui tutti devono poter beneficiare senza problemi. Per questo motivo noi siamo assolutamente contro la sua privatizzazione.
Poi c’è l’immigrazione...
Qui, addirittura, Penati si colloca fra Formigoni – che spesso è costretto a moderare i toni per non rompere completamente col cardinale Tettamanzi - e la Lega.
In che senso?
Penati aveva proposto di utilizzare il codice della strada per sanzionare chi stende un tappetino in un giardinetto per pregare. Siamo per il rispetto del pluralismo religioso? Siamo uno stato laico? Non è giusto creare dei luoghi, per esempio delle moschee, dove i musulmani possano pregare tranquillamente?
C’è chi dice che le moschee a Milano siano covi di terroristi...
È l’ennesimo luogo comune. Se un imam viene indagato, non vuol dire che tutti coloro che frequentano la sua moschea siano delinquenti. La responsabilità penale è individuale. Se in una chiesa cattolica viene smascherato un prete pedofilo viene chiuso il luogo di culto?
Non penso...
Infatti. Si va oltre il caso singolo, e si guarda all’importanza della fede e del culto. Così dovrebbe essere per i musulmani. Il diritto di pregare in una moschea, chi crede nell’Islam, lo deve avere.
L’Italia dei Valori?
Sono schierati con Penati. Ma vorrei chiedergli come può un partito, che fa della trasparenza la propria battaglia principale, ad appoggiare un candidato (Penati) che rivendica l'importanza del ruolo di Craxi.
Chi è Craxi per Agnoletto?
Per me Craxi rimane un indagato che è scappato all’estero.
Qualche nome schierato con Agnoletto?
Paolo Rossi (il comico), Dario Fo, Franca Rame, Margherita Hack, Moni Ovadia, Emilio Molinari…Come sono i rapporti con gli altri leader di sinistra?
Con Daniele Farina (Sinistra e Libertà) sono ottimi. Così con gli esponenti di Sinistra Critica.
Farina sta con Penati… e Sinistra Critica?
Non è schierata. Suppongo però che molti voti di Sinistra Critica giungano a noi.
Tornando alla questione immigrazione. Cosa si può fare concretamente perché non avvengano più episodi cruenti come quelli costati la vita l’anno scorso ad Abba (ucciso a sprangate in via Zuretti) e quest’anno ad Abdel Aziz el Saied (accoltellato poche settimane fa in via Padova)?
Dobbiamo essere sinceri, niente demagogia, l’immigrazione non può essere fermata. L’IOM, International Organization for Migration, dice che ogni anno ci sono 250milioni di migranti nel mondo. Sono persone che scappano dalle guerre, dalla miseria, dalle attività illecite dei paesi potenti. Affrontare l'immigrazione significa affrontare un tema epocale. Non esiste la bacchetta magica, ma si possono fare delle proposte importanti, a partire da quella di aiutare i paesi terzomondisti sul loro territorio. Creando posti di lavoro, sovvenzionando progetti che inducano le persone a non lasciare la terra natia.
E in Italia?
L’Italia, purtroppo, è all’ultimo posto nell’aiuto nella cooperazione internazionale. In base agli accordi internazionali dovremmo, infatti, destinare alla cooperazione internazionale lo 0,7% del prodotto interno lordo, mentre la triste realtà è che siamo allo 0,09%. In Italia, comunque, dovremmo iniziare a renderci conto della straordinaria importanza della forza lavoro degli immigrati. Secondo i dati della Caritas i migranti producono il 9,5% del prodotto interno lordo. Producono molta più ricchezza di quanta ne utilizzano. Questo perché gli extracomunitari che lavorano in Italia sono quasi tutti giovani e in buona salute. Lavorano, dunque, nel nostro paese per qualche anno, poi tornano a casa. E i soldi dei loro contributi finiscono nelle pensioni degli italiani. Un lavoratore su sei in Lombardia è un migrante. Pensiamo a cosa accadrebbe se domani tutte le persone provenienti dall’estero smettessero di colpo di lavorare. Chi curerebbe i nostri anziani? Chi farebbe lavori che ormai più nessuno si sogna di fare?
C’è però un serio problema d'integrazione...
Soprattutto nelle regioni del nord governate dalla Lega. Via Padova è in subbuglio da anni. Ma mai nessuno s'è deciso a fare qualcosa di concreto. In via Padova da tempo si è formato un comitato di cittadini italiani e stranieri che segnala costantemente agli amministratori i traffici loschi di alcuni personaggi. Ma il Comune fa orecchie da mercante. Poi non c’è da stupirsi se ci casca il morto.
La Lega sul tema immigrazione è più radicale...
La Lega è anche Salvini che dice di destinare i vagoni del metro solo alle donne italiane... Così ci riporta a prima di Martin Luther King.
Lo abbiamo intervistato anche noi. E alla fine ci ha spiegato che è stato frainteso. Lui in realtà pensava a vagoni destinati alle donne in generale, di qualunque etnia...
A posteriori tutti sono capaci di correggere ciò che ormai è stato detto. Non è andata così. S’è rimangiato le parole dopo che anche molti del suo partito avevano storto il naso. Alla faccia della boutade.
Chiudiamo con il tema lavoro...
Su questo argomento, forse il più importante, proponiamo il raddoppio della cassa interazione. Da 52 a 104 settimane. La cassa integrazione anche per i lavoratori a tempo determinato e a progetto. Proponiamo i commissari nominati per rilanciare le grosse aziende, anche per le piccole imprese. E che la nomina giunga dalla Regione, non dal Governo nazionale. Importante poi il salario sociale per tutti coloro che perdono il posto di lavoro e non possono godere di altri ammortizzatori sociali.
Infine la domanda che poniamo a tutti i nostri interlocutori. Può dirci l’angolo milanese che ama di più?
Gli angoli di Milano che amo di più sono quelli legati ai miei anni giovanili. Per esempio Piazza Fontana. Ogni volta che passo di lì mi vengono i brividi. Amo il liceo Berchet, la mia scuola. Dicevano che negli anni della contestazione non si faceva niente. E invece noi andavamo a scuola anche il pomeriggio.
Qualche tempo fa parlavamo di Avanguardia Operaia con Lionello Cerri, fondatore del cinema Anteo...
Io facevo parte del PdUP, Partito di Unità Proletaria. La persona alla quale guardavo con grande stima e ammirazione era Vittorio Foa, numero due del grande sindacalismo italiano.

mercoledì 10 marzo 2010

"Molte famiglie fanno fatica a tirare fine mese e la coperta è corta per tutti"

Italia dei Valori alle prossime regionali.... Con chi l’alleanza?
All’ultimo Congresso di Idv a Roma è stata confermata l’alleanza con il PD di Bersani. Così succederà in Lombardia. Del resto è già accaduto anche nel corso delle ultime provinciali, quando ci siamo alleati con Penati. Lo scopo della nostra alleanza non è solo creare uno sbarramento per la destra di Berlusconi alle Regionali, ma anche consolidare le comuni convinzioni di democrazia.
E nelle altre regioni italiane chiamate alle urne?
Idv e il Pd hanno raggiunto un'intesa in 12 delle 13 regioni in cui si voterà a marzo, ovviamente in ogni regione ci sono delle caratteristiche particolari che giustificano programmi e strategie diversificate. Tutti i programmi comunque sono mirati a contrastare la criminalità organizzata e il clientelismo locale. In Calabria Idv correrà da solo perché c’è ancora molto da lavorare per costruire larghe intese con il Pd; sono sicura però che sarà possibile dare anche a questa bella terra la speranza di una vera alternativa.
Siete d’accordo su tutti i punti esposti da Penati?
Tutti i punti del programma di Penati sono condivisi: attenzione al territorio, all’economia verde per un nuovo sviluppo, alla scuola, ai trasporti. Direi però che nel programma di Idv, un punto particolare è quello relativo alla lotta alla criminalità e alla tutela della legalità in Lombardia. In un sistema di piccole e medie imprese in difficoltà è molto importante contrastare le infiltrazioni mafiose e garantire l’iniziativa privata sana, anche per non perdere altri posti di lavoro.
Per le famiglie – l’ex presidente della Provincia – propone di riorganizzare l’Irpef regionale in funzione del carico famigliare per sostenere meglio chi ha più figli. L’Udc parla, invece, di politica della promozione della famiglia. Voi come affrontate la necessità di aiutare i nuclei famigliari più in difficoltà?
Certamente la riorganizzazione dell’Irpef potrebbe essere un metodo sperimentale per sostenere le famiglie più numerose. Però occorre considerare che le famiglie tipiche in Lombardia sono quelle con uno o due figli. Il lombardo e in particolare il popolo milanese è per definizione gran lavoratore, ma oggi anche la classe media ha perso la sicurezza di mantenere inalterato il suo tenore di vita, e anche i progetti per gli studi dei figli sono stati messi in discussione. Molte famiglie fanno fatica a tirare fine mese e la coperta è corta per tutti, ecco perché è molto importante puntare innanzitutto sulla creazione di posti di lavoro per i giovani: è il lavoro che garantisce la dignità della persona, non l’assistenzialismo.
Tra le varie proposte dell’Idv cè anche quella di raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane…
Questa proposta si basa sul fatto che ci vorrà tempo per uscire dalla crisi. Se un capofamiglia perde il lavoro è un fatto grave, se poi come spesso capita lo perdono entrambi i coniugi, per la famiglia è un dramma. L’allungamento della cassa integrazione servirebbe per dare la possibilità alle aziende in crisi di avere più spazio per mantenere le risorse umane in cui ha investito e non impoverire il territorio. Naturalmente occorrono mezzi di contrasto alla perdita dell’occupazione anche per l’agricoltura e la zootecnica, perché il nostro territorio non è fatto solo di fabbriche.
Si parla poi di agevolazioni sulla prima casa per le giovani coppie. In che modo si può concretamente esaudire questa richiesta sociale...
Ci sono molte aree dismesse nell’hinterland milanese dove potrebbero essere costruite nuove case destinate a giovani coppie. È importante però che siano garantite le infrastrutture: primi fra tutti asili, scuole, ospedali, collegamenti ferrotranviari leggeri. Anche l’imprenditoria potrebbe essere coinvolta con particolari contratti di credito al consumo, destinati alle giovani coppie con convenzioni speciali per l’acquisto di elettrodomestici e arredi.
Legge Bossi-Fini. Dove sta l’errore?
La politica del centrodestra sull’immigrazione è stata un fallimento totale. I dati Eurostat dimostrano che dal 2002, anno di entrata in vigore della legge Bossi-Fini, si è visto un aumento da 0,8 immigrati per mille abitanti a 6 immigrati nel 2002, a 10 nel 2003, rimanendo più o meno costante negli anni successivi. Che vuol dire questo? Che la legge Bossi-Fini, quella voluta dal leader del Carroccio, che sul razzismo e la xenofobia ci ha costruito buona parte della carriera politica, alla prova dei fatti è stata un buco nell’acqua.
I recenti disordini in via Padova sono figli della legge suddetta?
Sicuramente sì, ma non solo. Sono stati lasciati troppi spazi per le speculazioni ed è stato ignorato il malcontento denunciato da alcuni comitati di quartiere. Nessun presidio sociale o culturale è stato creato e la zona è stata abbandonata alle bande. Negozianti e passanti erano stati vittime di parecchi episodi di criminalità nei mesi scorsi, ma le autorità comunali si sono dimostrate cieche e superficiali. Come per esempio far passare alcune volanti della polizia di giorno nel quartiere, quanto è la sera e la notte che si verifica la maggior parte degli episodi di intolleranza tra bande di diversa etnia.
Perché siete contro il nucleare? Dicono, ormai, che gli impianti moderni siano supersicuri...
La tecnologia nucleare anche se ha fatto innumerevoli passi avanti, rimane sempre troppo pericolosa per l’ambiente e per la salute. Il nucleare è senza via d’uscita, basta un episodio, una leggerezza, e il danno è irreversibile. Il ricordo di Chernobyl dovrebbe essere un monito perpetuo. Pensiamo poi a cosa è successo in questi giorni con il disastro del versamento di tonnellate di idrocarburi e di residui tossici nel Lambro: al di là che sia stato un episodio doloso o colposo, questo ci dimostra ancora una volta che non ci sono mai sistemi impermeabili e sicuri al 100%. Se non vengono utilizzate energie pulite e rinnovabili, c’è sempre un prezzo troppo alto da pagare, specie per le generazioni future.
Una capolista alle prossime regionali, sarebbe un evento...
Le liste di Berlusconi sono state “infarcite” di donne di bella presenza, spesso solo per sfruttare quello che della donna è l’unico aspetto preso in considerazione: l’immagine. La politica è comunque e ovunque ancora troppo permeata di testosterone. Le donne sono intelligenti, perseveranti, pratiche, sagge, ma spesso proprio per la loro innata generosità, restano seconde. La base di Idv si è recentemente espressa con una mozione, chiedendo che il capolista alle elezioni regionali in Lombardia sia una capolista, sia insomma – finalmente – una donna! In ogni caso, le donne saranno una parte importante dell’elettorato lombardo di Idv e sapranno scegliere anche da sole.
Cosa succederà se per la quarta volta consecutiva Formigoni vincerà le elezioni regionali? C’è chi parla di attentato alla democrazia...
Formigoni è presidente della Lombardia dal 1995 e non potrebbe ricandidarsi per la quarta volta. Infatti, la legge 165/2004 articolo 2 lo proibisce. Si può essere eletti solo per due mandati consecutivi. L'ha riportato il 21 gennaio anche il “Fatto Quotidiano”, ma nessuno ha fatto una piega. Formigoni tira dritto come ha fatto dopo l'avviso di garanzia per l'inquinamento a Milano. E con l’appoggio della Compagnia delle Opere si prepara all’Expo 2015.
In che modo la sua professione di avvocato l’ha indirizzata alla politica di Di Pietro?
Quando ho cominciato a far pratica di avvocato ho capito che il potere si esercita pesantemente nel mondo della giustizia, sia nel settore forense che nella magistratura. Nel 1999 mi è stato proposto di collaborare con l’Associazione dei Consumatori ADUSBEF che assiste coloro che sono rimasti vittime di speculazioni o vessazioni in campo bancario, finanziario, assicurativo e questo ha rappresentato una svolta non solo nella mia professione, ma nel modo di farla perché finalmente – difendendo cittadini, consumatori, e piccole imprese contro i poteri forti - sono riuscita a tradurre nel concreto quelle aspirazioni di giustizia sociale che ho sempre avuto: così mi rendo utile e sono soddisfatta della mia professione. Ora mi è stato proposto di utilizzare questa mia esperienza nel mondo civile per contribuire a una politica onesta in Lombardia, e indipendentemente dal fatto che sia eletta o meno, credo che oggi Italia dei Valori sia l’unico partito che possa seriamente proporsi come alternativa all’ipocrisia berlusconiana.
C’è ancora il rischio di cadere vittime di casi come Parmalat e Cirio?
Purtroppo credo di sì, ma incrociamo le dita. La maxi inchiesta sul riciclaggio che ha visto coinvolte importanti società come Fastweb o Telecom Sparkele dimostrano sempre la stessa cosa…
Essendo nata a Milano, le chiediamo cosa le piace di più della città... e cosa meno...
Milano ha ancora tanti angoli splendidi, che testimoniano la sua storia e la sua cultura. E non solo in centro. Personalmente trovo che i Navigli siano ineguagliabili e la rendono unica. Sulle chiatte dei Navigli sono transitate tutte le pietre che hanno permesso la costruzione del Duomo (Via Laghetto era in realtà il porto di arrivo). E queste stesse acque venivano canalizzate anche per risaie e marcite, in gran quantità fino a pochi decenni or sono. Quello che mi piace meno è il fatto che alla sana e caratteristica nebbia di una volta si è sostituita la nebbia delle polveri sottili. Quando vedo al telegiornale la nube che fa da cappa alla nostra bella città, mi si stringe il cuore.

mercoledì 3 marzo 2010

"Le concussioni fra amici non avrebbero senso di esistere"

5 febbraio 2010. Savino Pezzotta, candidato dell’Udc, è ufficialmente in corsa per la Regione. Con che spirito affronta questo nuovo impegno?
Lo affronto con lo spirito di sempre, partendo dal presupposto che ci sono momenti nella vita in cui bisogna battersi per degli ideali. L’importante è concentrarsi su delle valide proposte amministrative. In questo caso, da parte mia, c’è anche la necessità di contrappormi a una politica che non funziona, per molti aspetti ancora corrotta e disonesta.
A proposito di corruzione, proprio in questi giorni non si fa che parlare della faccenda Bertolaso...
Aspettiamo i risultati della magistratura. Poi potremo esprimere il nostro parere. Fino a prova contraria non si può condannare degli innocenti. Non possiamo mettere in croce delle persone anzitempo. In ogni caso, prima di parlare del caso Bertolaso, andrebbe analizzata la situazione su larga scala, per cercare di capire cosa ha portato a questa situazione.
In generale, però, sembrano esserci un po’ troppe ombre nel sistema politico attuale...
Certamente non si può trascurare un intreccio pericoloso fra la cosiddetta politica del fare, sponsorizzata dal centro-destra, e aspetti etico morali venuti meno. Potrebbe essere un problema per la nostra democrazia.
Quali sono i presupposti per il buon funzionamento di una democrazia?
L’onestà innanzitutto. Le concussioni fra amici, per esempio, non avrebbero senso di esistere.
In questo discorso rientra anche il caso Berlusconi-D’Addario...
Rientra di tutto. Motivo in più per focalizzare la nostra attenzione su una situazione di degrado che sta caratterizzando l’intero Paese, dalla politica, all’anima viva della società. Anche la stampa, a volte, non facilita le cose, dando magari risalto a inutili scoop, tralasciando cose più importanti. Alla base potrebbe esserci un vero e proprio problema educativo.
Però non se ne viene mai fuori. Si reclama da sempre la necessità di rendere ‘pulita’ una volta per tutte la politica ma, poi, alla fine, si ricade sempre...
Non se ne viene mai fuori perché abbiamo dimenticato il valore delle ‘agenzie educative’. Abbiamo commesso un grosso errore: confondere l’educazione con l’istruzione. Ancora oggi crediamo, sbagliando, che la società possa edificarsi esclusivamente su figure scolasticamente preparate, ma moralmente aride.
Cosa dovrebbe fare, quindi, la scuola?
Concentrarsi di più sull’educazione civile, instradando i ragazzi al civismo, mettendoli al corrente dei diritti e dei doveri dell’uomo, della costituzione e di tutto ciò che regola il vivere comune.
Un esempio concreto di ‘agenzia educativa’...
L’esempio più importante è quello fornito dalla famiglia, che però sta venendo meno. Se il concetto di famiglia si indebolisce, anche molti valori importanti si perdono. Il riferimento è soprattutto all’educazione morale e, con l’aiuto di altre strutture, spirituale.
In effetti la famiglia sta perdendo sempre più significato. Si parla di famiglie allargate, matrimoni gay, ecc. Mentre le unioni civili e religiose tradizionali sono in costante calo...
Noi continuiamo a pensare alla famiglia secondo i dettami della costituzione repubblicana, la famiglia, quindi, tradizionale, rappresentata da una mamma, un papà e dei figli.
Anche il Pdl la vede così, però agisce diversamente dall’Udc...
Formigoni propone la politica dell’assistenza alla famiglia, noi la politica della promozione. Per questo proponiamo, per esempio, l’introduzione in Lombardia di un quoziente famigliare regionale. Questo quoziente terrebbe conto dell’entità delle famiglie, del numero di figli, delle persone non autosufficienti, dei lavoratori. Lo scopo, infine, è quello di formulare tariffari specifici concernenti asili nido, scuole, trasporti... è un po’ l’idea che sta già attuando, con successo, il comune di Parma.
Come mai avete deciso di correre da soli in Lombardia?
Non è una novità. Abbiamo già corso da soli. Abbiamo iniziato con le elezioni politiche del 2008, quando l’Unione dei democratici cristiani, la Rosa per l’Italia, i circoli liberal hanno dato vita all’Unione di Centro. L’esperienza è poi proseguita nel corso delle europee del 2009. Ancora oggi, in circa il 60% dei casi, corriamo da soli. La nostra è dunque una strategia politica ben precisa, che mira a destituire l’ideale di bipartitismo, poco funzionale per la realtà italiana. È stato al governo il centro-sinistra, è stato al governo il centro-destra, ma si continua a invocare alle riforme. Che non arrivano.
Da Formigoni, in particolare, vi tiene lontani la questione lavoro...
La Lombardia è la regione più avanzata del nostro Paese. Per questo consideriamo prioritaria la questione lavoro. Purtroppo, però, non ci troviamo in sintonia con le proposte dell’attuale governatore.
Cosa non vi piace della sua proposta?
È una proposta troppo frammentata. Formigoni interviene a spizzichi, senza dar vita a una vera e propria politica industriale, una politica di riammissione al lavoro determinante e decisiva. Non basta la cassa integrazione, l’istruzione professionale...
Colpa anche della crisi?
Sicuramente. Motivo in più per impegnarsi in questo senso, con un occhio di riguardo innanzitutto alla piccola e media impresa che sta soffrendo in modo devastante. Occorre una cabina di regia che aiuti i piccoli e medi imprenditori a riprendersi.
Dovesse occuparsi lei in prima persona di questo problema...
Mi prodigherei per un progetto che governi l’uscita dalla crisi, sulla base di una grande concertazione regionale che coinvolga forze imprenditoriali e forze sociali. Focalizzando l’attenzione sul sostegno alle imprese, l’utilizzo del credito, la riqualificazione del personale.
Come giudica l’ipotesi di vedere per la quarta volta consecutiva Formigoni al governo della Regione?
Trovo che sia un po’ esagerato. A discapito della democrazia. Dopo quattro mandati è fisiologico: le spinte propulsive, la voglia di fare e cambiare vengono meno. Tutto diviene routine. Peraltro un gruppo politico per troppo tempo al potere finisce col mostrare stralci poco trasparenti. Non per niente abbiamo degli assessori indagati... Per questo motivo, nel nostro programma, sottolineiamo la necessità di limitare l’azione di un’amministrazione a non più di due mandati.
Contrari anche alla filosofia leghista?
Beh, i leghisti sul terreno delle incompatibilità non danno certo buoni esempi. Abbiamo sindaci che fanno i parlamentari, presidenti di provincia che fanno i parlamentari... doppi incarichi che non avrebbero senso di esistere. Si ironizza su Roma ladrona, poi però, ci si accomoda volentieri sugli scranni romani.
Proprio i leghisti sono in prima linea in questi giorni per ciò che riguarda il caos sollevato dagli scontri fra extracomunitari in via Padova. L’Udc come pensa di risolvere il problema di una città che si avvia a diventare sempre più una metropoli cosmopolita?
Il problema dei leghisti è che ancora oggi considerano l’immigrazione un problema emergenziale. Mentre dovrebbero cominciare a capire che si tratta di un problema strutturale. Cosa succederebbe se domani tutte le badanti che prestano lavoro nelle nostre case se ne andassero? E se i numerosi extracomunitari che lavorano nelle industrie e nelle aziende lombarde, di punto in bianco smettessero di fare il loro mestiere? Sarebbe il caos. Ecco perché è necessario inquadrare il problema dal giusto punto di vista, cosa che i leghisti non fanno e che per questo non possiamo condividere. I leghisti puntano su politiche di contenimento dell’emergenza, noi su politiche di accompagnamento e dell’integrazione. Bisogna creare un assessorato alla cittadinanza.
La Lega dice di ‘mandare a casa’ tutti gli irregolari...
Sì, ma prima è necessario abolire le leggi che paradossalmente generano irregolarità.
Il riferimento è al reato di clandestinità...
Naturalmente. Con questa legge il numero di irregolari è cresciuto. Giusto combattere la criminalità e l’irregolarità, ma bisogna anche creare i presupposti per rendere più facile la vita agli immigrati, studiando leggi più efficaci.
Cosa vi dissocia dal PD?
Al di là dei molteplici aspetti a livello di programma generale, ci turba la presenza sempre più viva nel partito democratico di una cultura laicista di tipo radicale. Mentre noi siamo più orientati a una visione di una laicità positiva, che riconosce il ruolo sociale delle religioni. Con la candidatura della Bonino, le dichiarazioni di Cappato in Lombardia, notiamo una certa ostilità nei confronti di quella che potremmo definire una cultura di ispirazione cristiana.
Nelle altre regioni come si comporta l’Udc?
Nella stragrande maggioranza, come dicevamo prima, corriamo da soli (Puglia compresa). Siamo alleati col centro-sinistra nelle Marche, in Basilicata, in Liguria e in Piemonte. Con il centro-destra nel Lazio e in Calabria.
Ci sono state, però, forti polemiche per la vostra alleanza con il Pd piemontese...
Sì, però nessuno spiega che il Pd piemontese ha messo in campo un programma caratterizzato da molti punti in comune con la nostra posizione politica.
Molti parlano dell’Udc come di un partito che fa buon viso e cattivo gioco...
In realtà, il fatto di schierarci, a seconda delle situazioni, con il centro-destra o con il centro-sinistra, è proprio perché vogliamo mettere in discussione il sistema bipartitico. Perché desideriamo dimostrare che la presenza di una terza forza politica è determinante per creare buone condizioni di governabilità. Se volevamo governare a tutti i costi, ci sarebbe convenuto schierarci ufficialmente con un polo o con l’altro. Lo stesso Casini, se avesse accettato la proposta di Berlusconi di confluire nella Pdl, oggi avrebbe di certo un maggiore ruolo di rilievo.
Intervistando Enrico Marcora, in occasione delle Provinciali, si diceva di un’interessante proposta dell’Udc: offrire visite gratuite ai meno abbienti...
Sulla sanità proponiamo una serie di interventi, con un occhio di riguardo ai meno abbienti. Ma non solo. Nei nostri programmi pensiamo anche ad altre categorie in difficoltà come gli ex tossici, le persone che escono dal carcere, i senzatetto, i rom...
Il movimento Rosa per l’Italia?
È un movimento che continua a vivere nell’Udc, e che ha come suo scopo principale quello di puntare alla buona politica.
Cosa differenzia la vecchia Dc dall’Udc?
L’Udc è in sostanza un soggetto politico nuovo che recupera parte della tradizione storica del cattolicesimo politico, da Sturzo a De Gasperi, da Moro a Rossetti, da Pastore a Donat Cattin, coinvolgente cattolici e laici liberal democratici.
Cosa ci racconta dell’ultimo libro di Rosy Bindi?
È un libro interessante perché pone alcune questioni sulla laicità che io condivido. Ma ci sono anche cose che non condivido, anche in virtù di background differenti.
Essendo di Milanoweb, chiudiamo con la nostra solita domanda: qual è l’angolo di Milano che preferisce?
Direi che il Duomo di Milano è l’angolo più noto, ma anche il più bello in assoluto. Quello dove si concentra l’idea di una città che da sempre fa la storia. Un altro luogo che mi dà emozione è in corrispondenza della Pietà del Rondinini, al Castello Sforzesco. Non mi stancherei mai di fermarmi lì col naso all'insù.

"Aldo Busi? Potrebbe risvegliare le nostre coscienze"

MW incontra Simona Ventura a Milano in occasione della partenza della nuova edizione de 'L'Isola dei famosi'. Appuntamento mercoledì sera in prima serata su Rai Due.
Ciao Simona, allora mercoledì si inizia…
Beh, quest'anno abbiamo aspettato un anno e mezzo…
Quindi c'è più trepidazione…
Sicuramente. L'attesa ha aumentato la voglia di cimentarci con la nuova edizione de 'L'Isola dei famosi'.
Dove andiamo di bello?
In un minuscolo arcipelago nicaraguense, Cayos Perlas. Non è molto conosciuto.
Lo diventerà.
Cosa ci dici della squadra di quest'anno?
È fortissima.
Chi c'è?
Dieci vip, cinque uomini e cinque donne; e 6 'non vip'.
Novità?
Beh, su tutte l'idea di inserire durante il programma 6 ragazzi, figli di personaggi famosi. E la partecipazione di un intellettuale.
Chi è?
Aldo Busi.
Un letterato all'Isola dei famosi…
Esattamente.
Cosa offrirà in più rispetto agli altri?
Potrebbe risvegliare le nostre coscienze.
Però uno scrittore in un programma in cui sono vietati i libri…
Ma quest'anno abbiamo incluso una nuova clausola, proprio grazie a Busi. L'autore potrà, infatti, leggere alcuni passi celebri tratti da opere di Petrarca, Platone, Gozzano e molti altri…
Altre novità?
Diciamo che molte novità emergeranno nel corso delle varie puntate. 'L'Isola dei famosi', del resto, piace anche per questo, per la sua capacità di rinnovarsi di continuo e offrire nuovi spunti su cui soffermarsi.
Quale sarà il personaggio che colpirà di più?
Impossibile dirlo ora. C'è un rugbista appassionato di canto lirico, un cuoco… vedremo.
Chi ha declinato il tuo invito?
Tomba lo inseguo da tempo, invano.
Cosa impaurisce i concorrenti?
Di solito l'adrenalina azzera ogni paura.
E Pamela Prati?
Lei è stata la prima a firmare per esserci, poi però s'è tirata indietro.
Per quale motivo?
Soffre di attacchi di panico e non riesce a prendere l'aereo. La salute prima di tutto.
C'è anche un star del web…
Dario Nanni. Appena l'ho visto mi son detta 'questo lo voglio all'Isola'.
Tornerai in futuro a X-Factor?
Se cambieranno alcune cose… può darsi.
E Morgan?
Fosse per me lo chiamerei ancora.
Ma la Rai non l'ha voluto a Sanremo.
Comunque c'era.
In che senso?
La canzone di Mengoni è sua.
Ma va?
Eh sì.
In ogni caso hai fatto i complimenti ad Antonella Clerici.
Mi è sembrato giusto. Ha condotto benissimo.
Cosa c'era di diverso rispetto al tuo Sanremo?
Non c'è stata una contro programmazione. Nella mia sì. Tony Renis era continuamente boicottato.
Il futuro di Sanremo nei talent show?
Eh, a quanto sembra.

"Le foreste lombarde assorbono il 10% delle emissioni totali della Regione"

Incontriamo Paola Brambilla, presidente del WWF Lombardia dal 2002, già Consigliere nazionale del WWF Italia dal 2006 al 2009, e ora anche delegato nazionale WWF per EXPO 2015.
È tempo di elezioni. In che modo il Pirellone può contribuire alla salvaguardia della natura in Lombardia?
Mettendo semplicemente al centro di ogni politica l’obiettivo di migliorare l’ambiente e la salute dei cittadini lombardi. Costruendo, a fianco dei servizi pubblici tradizionali, dei servizi pubblici ambientali efficienti. Per questo sono indispensabili politiche lungimiranti e investimenti adeguati, come ogni altro servizio pubblico, e forse anche di più.
Quali i temi chiavi delle campagne del WWF?
La fornitura di beni naturali: acqua, prodotti agricoli, legname. Le azioni di regolazione: mantenimento della stabilità del clima, controllo delle alluvioni e delle siccità, depurazione dell’acqua. Le attività di sostegno: formazione e rigenerazione della fertilità dei suoli, mantenimento della biodiversità.
Cosa si può dire della biodiversità lombarda?
La Lombardia - nonostante il luogo comune che la ritrae solo come un territorio industrializzato, che produce più del 26% del Pil nazionale - è un'area geografica che possiede numerose specie animali e vegetali. Il tutto dipende dall'eccezionale varietà di ambienti naturali che ospita (quasi settanta tipologie diverse, dai ghiacciai permanenti, alle dune dell’entroterra) e alle diverse condizioni microclimatiche che si estendono dall’arco alpino alla pianura padana.
Che relazione c'è fra le nostre foreste e l'assorbimento di anidride carbonica, principale gas serra?
Le foreste lombarde assorbono 8,6 Mt/anno di CO2, il 10% delle emissioni totali della Regione.
Da una parte Filippo Penati, recentemente sconfitto alle provinciali da Guido Podestà, dall'altra Roberto Formigoni, da tre legislature al comando della Regione. Su chi puntano gli occhi di Paola Brambilla?
La nostra associazione, per la sua caratura internazionale e la sua missione, che necessita d'indipendenza di giudizio e imparzialità, è apartitica; ciò non vuol dire che non si possano esprimere giudizi e valutazioni sulle politiche ambientali.
Quindi?
Beh, possiamo dire che in Lombardia la tutela della biodiversità e dell’ambiente devono e possono essere più decise, incisive e forti, come le vorrebbero e come si meriterebbero tutti i cittadini lombardi.
Quali i momenti migliori del rapporto WWF-Regione dall'inizio del Duemila ad oggi?
Forse - a parte la questione caccia - proprio questi ultimi sei mesi. È stato, infatti, approvato il piano paesistico regionale, che disegna non solo il paesaggio da tutelare e valorizzare, ma anche la rete ecologica: sarà un importante e valido quadro di riferimento per i nuovi pgt dei comuni lombardi, chiamati a ridurre il consumo di suolo e a promuovere scelte di sostenibilità.
Qualcos'altro?
È stata appena approvata la legge sulla valutazione d’impatto ambientale, frutto di un confronto partecipativo tra Regione e associazioni ambientaliste, che detta le linee per la nuova valutazione dell’impatto ambientale di tutte le opere di un certo rilievo, dagli inceneritori, alle discariche, dalle cave, alle centrali energetiche.
Comune, Provincia, Regione. Chi ha più a cuore l'ambiente?
Forse, in questo momento, i comuni, fermamente decisi a difendere i propri cittadini dal punto di vista ambientale.
Un'operazione già andata a buon fine?
Recentemente i comuni hanno applicato con giudizio il 'piano casa'. Si sono dati da fare per tutelare i loro luoghi e il loro ambiente, e hanno trasmesso questo stimolo positivo anche alle istituzioni più alte.
A livello regionale quanti sono i lavoratori coinvolti nel WWF e quali le loro mansioni?
Il WWF Italia, a Milano, ha una sede che si occupa di tutta l’ecoregione alpina, ovvero del territorio che va dalla Val d’Aosta e Piemonte, al Friuli Venezia Giulia, e dalle Alpi, al Po; lo staff ecoregionale è composto da 15 persone che si occupano di fauna, flora, acqua, territorio, energia, cooperazione internazionale, relazioni col mondo dell’impresa, in stretto contatto con il volontariato.
È vero, quindi, che sono attivi anche diversi volontari?
A livello regionale il WWF ha una ventina di associazioni che presidiano il territorio a livello locale. Queste strutture partecipano ai processi di pianificazione del territorio, collaborano con le amministrazioni nella costruzione d'iniziative di valorizzazione ambientale, si occupano di educazione e campagne di sensibilizzazione, e sostengono attivamente con il proprio impegno quotidiano le oasi del WWF e i C.R.A.S. (centri di recupero della fauna selvatica) del WWF, dove ogni anno migliaia di animali vengono ricoverati e curati, e poi rimessi in libertà.
Che differenza c'è fra volontariato 'ambientale' e 'sociale'?
La prima forma di volontariato è più difficile. Una persona può, infatti, dirti grazie, la natura no.
Iniziative particolari da segnalare per il 2010?
Con il 2010 si apre l’anno internazionale della biodiversità, che il WWF ha inaugurato con il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon proprio qualche settimana fa. Il tasso di perdita della biodiversità (legato all’azione umana, non per nulla qualcuno ha scritto che siamo nell’Antropocene) è in continuo aumento, e dobbiamo fermarlo: per questo abbiamo promosso iniziative a livello anche nazionale e regionale per l’adozione di politiche e impegni vincolanti efficaci.
Quali e quanti sono i parchi seguiti direttamente dal WWF?
In Lombardia gestiamo 13 oasi WWF e 1 oasi affiliata WWF, in cui tutti i giorni ci prendiamo cura di importanti ecosistemi (boschi, torbiere, fontanili), che spesso sono anche riserve naturali o siti di importanza comunitaria, aperti a tutti; quest’anno la festa delle oasi si terrà il 24 maggio, data per cui tutte le oasi lombarde programmano aperture con visite guidate, iniziative ed eventi interattivi.
Quali e quante sono le specie animali locali in pericolo?
L’ultima edizione della Lista rossa dell’IUCN, Unione internazionale per la conservazione della natura, annuncia che a livello mondiale un quarto delle specie (mammiferi, pesci, uccelli, anfibi) è a rischio. In Lombardia, in particolare, sono notoriamente in pericolo l’orso bruno alpino, la lince, la pernice bianca, il lupo.
Eppure si sente dire in giro che il lupo è in crescita…
Ci sono degli spostamenti significativi che inducono a credere che il lupo sia in espansione. In realtà, in tutt'Italia, ci sono al massimo 700 lupi. 350 dei quali presenti sulle Alpi. Il lupo è tuttora inserito nella Lista Rossa nella categoria “vulnerabile”: fucili, trappole, tagliole e bocconi avvelenati colpiscono ogni anno un numero di lupi pari a circa il 20% dell'intera popolazione.
Come è possibile sensibilizzare le nuove generazioni al problema ambientale?
I sondaggi (l’ultimo di Hera e Fondazione Golinelli di qualche giorno fa) ci dicono che le giovani generazioni sono già sensibilizzate: oltre il 30% dei ragazzi pensa che il problema del degrado ambientale sia più rilevante della crisi economica (che si ferma al 23%); il 60% si considera abbastanza sensibile ai problemi ambientali e un altro 10% addirittura “molto sensibile”; addirittura l'80% degli intervistati vorrebbe saperne di più, e un ragazzo su cinque considera fondamentale l'azione che ogni singola persona può compiere (o non compiere) per rispettare e tutelare l'ambiente. Sono dunque già sensibili, vanno aiutati a capire e ad approfondire meglio le ragioni della tutela dell’ambiente e le azioni a disposizione.
Voi cosa proponete?
Noi abbiamo campi vacanze, proposte di volontariato nelle nostre sedi e nelle nostre oasi. Proponiamo corsi di formazione post-universitaria e master in collaborazione con le università.
Cosa ne pensa dell'approvazione dell'emendamento che apre alla caccia tutto l'anno?
Si tratta di una barbarie, una boutade di sapore elettoralistico in controtendenza sia con lo stato di salute della fauna selvatica, sia con il parere degli italiani, per nulla favorevoli ad una dilatazione dei tempi e delle forme di caccia. Peraltro è in contrasto anche con le norme comunitarie e con i recentissimi insegnamenti della Corte Costituzionale, che ricorda che la fauna selvatica deve essere protetta anche con la fissazione di periodi standard di silenzio venatorio.
E dei 180milioni di finanziamento tagliati per la riqualificazione del Po?
Siamo sconfortati perché è una scelta che va contro le necessità ambientali. Speriamo che si tratti di una momentanea difficoltà e non invece di una scelta che preluda alla bacinizzazione del Po.
Cos'è la Campagna "101 tetti solari in ogni città"?
Un’iniziativa che ambisce a un taglio di circa 16mila tonnellate di CO2, obiettivo che si potrebbe raggiungere se tutti i Comuni della Provincia di Milano realizzassero 101 tetti con pannelli solari fotovoltaici.