mercoledì 19 agosto 2009

"MySpace? Cosa vuol dire?"

Perché Cochi e Renato e non Renato e Cochi?
C: È più musicale.
R: Suona meglio.
Qual è il vostro piatto milanese preferito? C: Ossobuco e risotto.
R: Cotoletta alla milanese e cassuola.
E non milanese?
C: Rigatoni con la pajata.
R: Pasta e spaghetti al sugo, anche se non li potrei mangiare.
Sapete chi erano il Barbapedana e il prete di Ratanà, figure leggendarie della Milano di una volta?
C: Il Barbapedana era un cantastorie locale. Il prete di Ratanà un prete un po’ particolare, forse un esorcista.
R: Il Barbapedana l’ho già sentito. Il prete di Ratanà non me lo ricordo.
Esistono canzoni che parlano di loro?
C: Del Barbapedana sì. L’inizio fa così: “El barbapedana gh’aveva un gilèt, curt davanti cont sensa el de drè sensa butun, lung una spana l’era ‘l gilet del Barbapedana”.
R: Non mi sembra.
Quale la squadra del cuore?
C: Milan.
R: Milan.
La meta di villeggiatura più ambita?
C: L’Arizona.
R: Laveno Mombello, sul Lago Maggiore.
Il paese straniero più bello?
C: L’Australia.
R: Mi piace molto l’Africa…
Avete mai fatto un giro nei sotterranei del Castello Sforzesco?
C: No.
R: No.
Ricordate qualche aneddoto della guerra?
C: Pochissimi. Ero troppo piccolo.
R: Nei primi anni Quaranta vivevo a Gemonio, paese di Umberto Bossi, lontano dai bombardamenti. A Milano sono arrivato quando avevo sei anni e la guerra era già finita.
“Il reduce”, storiella melodrammatica composta da Jannacci e Pozzetto nel 1977, non la proponete più dal vivo?
C: Era uno sketch che faceva Renato tempo fa.
R: Una volta la facevo spesso, ora non più. È troppo datata. I giovani non la saprebbero apprezzare.
Chi è “Il barbiere del Corso”?
C: Un personaggio ispirato ai tanti parrucchieri di Milano.
R: Un personaggio di fantasia.
Qual è la vostra paura più grande?
C: Perdere qualche caro.
R: Mi preoccupo per i miei famigliari…
Che quotidiano leggete con maggiore piacere?
C: La Repubblica, Il Corriere della Sera e alcuni giornali stranieri.
R: Libero, Il Corriere della Sera, La Repubblica. Mi piace molto il direttore di Libero, Vittorio Feltri.
E internet?
C: Lo utilizzo qualche volta per lavoro, ma non sono molto esperto.
R: Non lo utilizzo mai.
Vi capita di assistere a qualche film all’Anteo Spazio Cinema di via Milazzo?
C: Tante volte. Ho scritto anche un articolo sulla sua attività, in occasione di un anniversario.
R: Non vado mai al cinema.
Meglio George Brassens o Jacques Breil?
C: George Brassens.
R: Non li conosco così bene da poter esprimere un’opinione.
Chi gestisce il vostro Myspace?
C: Cosa vuol dire?
R: Cosa vuol dire?
I tre valori più importanti della vita?
C: Amicizia, onestà, coerenza, democrazia… ce ne sono tanti.
R: Amicizia, sincerità, onestà.
Quale la vostra migliore virtù?
C: La curiosità.
R: La facilità con cui affronto il palcoscenico.
La gallina è un animale intelligente?
C: Sì, anche se ho spesso pensato il contrario.
R: No.
La gallina è ovipara o ovovivipara?
C: Dove sei andato a beccare questi trabocchetti?
R: Come?
Il gruppo brasiliano Selton ha recentemente proposto “La gallina”. Vi piace la loro versione?
C: Molto.
R: Mi è piaciuta la canzone e la loro idea di mettere mano a pezzi milanesi. Poi sono simpatici…
Non ci sono più i nebbioni di una volta… tutta colpa del surriscaldamento globale?
C: Mah, forse negli anni Sessanta c’era più inquinamento di oggi.
R: Non so, comunque ho una gran nostalgia delle nebbie che c’erano negli anni Cinquanta.
Vi ricordate l’eccezionale nevicata dell’85?
C: Sì, stavo a Roma.
R: No, forse non ero in Italia.
Qual è il migliore film di Pozzetto?
C: “Sono fotogenico”.
R: Ce ne sono tanti: “Per amare Ofelia”, “Il ragazzo di campagna”, “Sono fotogenico”, “Oh, Serafina”.
E il peggiore?
C: Non saprei.
R: “Le comiche”.
Più bella la Milano di oggi o quella degli anni Sessanta?
C: Quella degli anni Sessanta. Ero più giovane e pieno di aspettative.
R: A parte il traffico, non vedo una gran differenza fra le due città. Preferisco comunque la prima per l’atmosfera che c’era in compagnia di amici speciali come Jannacci, Toffoli, Andreasi.
In che epoca storica vi sarebbe piaciuto vivere?
C: Quella attuale.
R: In questa epoca. Prima c’erano solo guerre e malattie.
Sapete che in corso Venezia c’è ancora il segno di una bomba esplosa durante le Cinque Giornate?
C: No, dove?
R: No.
La strofa di “Se g’han de d?” sui cantautori e Jannacci è recente?
C: L’abbiamo pensata un po’ di tempo fa.
R: Non proprio. In ogni caso, essendo una canzone popolare, si presta perfettamente all’innesto di nuove strofe.
Più grande la Sardegna o la nave di Berlusconi?
C: La Sardegna.
R: Più o meno, sono lì…
C’è un legame fra la vostra canzone sui crauti e quella di Francesco Guccini sui fichi?
C: La nostra sottolinea la perenne difficoltà che abbiamo di rapportarci alla cultura mittleuropea.
R: La nostra versione è identica all’originale degli anni Sessanta cantata un po’ da tutti a Milano (anche dai Gufi n.d.r.).
Come avete conosciuto i Goodfellas?
C: Tramite Aldo, Giovanni e Giacomo.
R: All’epoca di “Tel chi el telùn”, spettacolo comico del trio milanese.
Il rullante della batteria di Fabrice Bum Bum La Motta non vi sembra un po’ troppo secco?
C: Va bene così.
R: Dipende dal tecnico del suono.
Mai sofferto di panico da palcoscenico?
C: Mai.
R: Mai.
Che tipo era Piero Manzoni?
C: Un tipo folle e geniale.
R: Una persona simpaticissima e geniale. Lo abbiamo anche aiutato in alcune sue opere. Purtroppo beveva e, infatti, se ne è andato prima del tempo, giovanissimo. Abitava in palazzo dove io ho un appartamento e dove ho recentemente scoperto una targa in sua memoria.
Che ne pensate di Zelig?
C: Tutto il bene possibile. È un modo di portare avanti un certo tipo di cultura milanese, con tanti bravi giovani.
R: Una buona palestra per i ragazzi di oggi.
E dell’oratoriano Tarcisio, personaggio di Max Pisu?
C: Non lo conosco.
R: Non lo conosco.
Siete credenti?
C: Agnostico.
R: Come tutti gli italiani. Da piccolo, però, andavo sempre a messa.
Sapete giocare a pallone?
C: L’ultima volta ho giocato 15 anni fa a Longiano con Paolo Rossi ed altri attori. Giocavo terzino per correre il meno possibile.
R: No.
Che musica ascoltate oggi?
C: Musica brasiliana, jazz, sinfonica.
R: Poco o nulla. Ascolto la radio ogni tanto.
Mai incontrato Bob Dylan?
C: No, ma mi sarebbe piaciuto.
R: No.
L’ultimo cd ascoltato?
C: Quello dei Selton.
R: Un cd di Gerry Mulligan e Chet Baker.
Il vostro libro preferito?
C: “La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda e l’“Ulisse” di James Joyce. Sono i miei autori preferiti perché hanno saputo rivoluzionare la letteratura.
R: Sto rileggendo “La Certosa di Parma”.
Obama o McCain?
C: Obama.
R: Non so.
Morandi o Celentano?
C: Celentano.
R: Celentano.
Keith Moss o Keith Haring?
C: Haring.
R: Haring.
Cosa farete da grandi?
C: Il pensionato. Anzi, visto che sono già in pensione, direi il viaggiatore. Mi piacerebbe poter vedere posti dove non sono mai stato.
R: Il nonno.

(Intervista condotta il 10 ottobre 08)

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