giovedì 27 agosto 2009

"Il sottosuolo milanese è ricchissimo di reperti archeologici"

Settimana scorsa l’inaugurazione della nuova sala dedicata ai Greci, in presenza dell’assessore alla Cultura Finazzer Flory. Come è andata la cerimonia?
Direi molto bene. Grazie all’assessore e al folto pubblico presente.
Nella nuova sala dedicata ai Greci, appena superato l’ingresso, colpisce immediatamente il ‘Cratere di Parthenopaios’. Cosa narrano i bei disegni del lato A?
Il cratere si ispira a una tragedia di Eschilo, “I sette contro Tebe”, che narra la tragica storia di Laio, re di Tebe e della sua discendenza e che si conclude con la guerra fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo, per il possesso della città.
Cosa ci può raccontare delle affascinanti statuette cicladiche?
Sono il prodotto della cosiddetta civiltà cicladica del III millennio a.C. - società di esperti navigatori e commercianti - sviluppatasi nelle isole Cicladi. Si tratta di figurine molto stilizzate in marmo che rappresentano di solito una figura femminile, interpretata come la dea madre.
Molto bella anche la sezione dedicata ai bambini, con giocattoli risalenti a più di 2.500 anni fa...
Il mondo dei bambini ci sfugge, anche a causa dell’altissimo tasso di mortalità alla nascita (oltre il 90%) e dell’abitudine di esporre (cioè abbandonare) i bambini nati deformi o comunque non graditi. Quello che ci rimane sono i giocattoli rinvenuti nelle tombe. La condizione dei bambini non era certo delle migliori, ma far figli, soprattutto maschi, era indispensabile, in quanto futuri soldati per la protezione del territorio dai nemici.
E quella dedicata alle stoviglie degli antichi greci. In questo caso, è possibile risalire alla loro dieta?
Abbiamo notizie dalle fonti storiche (ad esempio i Depnosofisti, un trattato di II-III sec. d.C. con ricette, diete, elenchi di cibarie per banchetti) e poi dati degli scavi archeologici. Si trattava di una dieta comunque frugale, rispetto ai canoni odierni, a base di pesce, verdure, cereali, miele, destinata soprattutto alle classi più abbienti.
Che relazioni ci sono fra Maria, madre di Gesù, e la dea greca Demetra, madre di Kore?
Ci sono profonde e persistenti relazioni tra le divinità greche e il mondo cristiano. I cristiani, spesso, festeggiano ricorrenze di santi proprio negli stessi periodi in cui si svolgevano feste pagane. Basti pensare alla nascita di Cristo, il 25 dicembre, che corrisponde alla nascita di Mitra, divinità orientale, che nasce in una grotta e a cui era sacro il toro. Demetra, in quanto dea della natura e della fertilità, si identifica naturalmente con la Vergine Maria, soprattutto in santuari campestri dove le donne vanno ancora oggi a pregare per la fertilità (ad esempio il santuario di Bitalemi vicino a Gela, in Sicilia).
Avete contatti con il prestigioso Museo Archeologico di Atene?
Non in maniera specifica, come con altri musei, per scambi di pubblicazioni, prestiti, documentazione fotografica di reperti...
Spostandoci nelle altre sale del Museo scopriamo un’intera area dedicata agli Etruschi. Nella città di Milano rimane qualche traccia del misterioso popolo proveniente dall’oriente?
Purtroppo no. La collezione etrusca del Museo è frutto di acquisti e donazioni.
Mediolanum è stata innanzitutto una città romana e lo testimoniano i numerosi reperti ritrovati. In questo momento vicino alla Basilica di Sant’Ambrogio sono in corso degli scavi...
Bisogna rivolgersi alla Soprintendenza Archeologica che ha la direzione dei lavori. Comunque il sottosuolo milanese è ricchissimo di reperti archeologici, che testimoniano la continuità di vita della città dal V sec. a.C. fino ad oggi. Purtroppo non avendo Milano cave di pietra o argilla nei paraggi, capitelli, statue e materiali archeologici dei periodi più antichi sono spesso stati reimpiegati nella costruzione degli edifici più recenti (ad esempio le cantine del sei-settecento).
Qual è il cimelio di età romana che le altre città ci invidiano di più?
Non saprei. Ogni città ha tracce del suo passato che sono uniche e importantissime per i suoi abitanti.
Dove potrebbero ancora nascondersi tracce romane?
Nel centro storico, sotto le fondamenta dei palazzi, lungo gli assi viari più importanti, quasi tutti di origine romana.
Curiosa, poi, la parte dedicata all’arte del Gandhara. Da dove provengono i reperti conservati in questa ala del Museo?
Sono il risultato di un acquisto effettuato dal Museo negli anni Ottanta presso il mercato antiquario.
Capitolo Medioevo. Immaginiamo una cartina tridimensionale della città di Milano datata anno Mille: cosa potremmo vedere?
Molti monasteri e conventi, e una serie di edifici molto poveri in legno e terra battuta. Abbiamo pochissime tracce archeologiche di quel periodo. Le ricostruzioni dei secoli successivi hanno infatti distrutto le tracce più antiche.
Esistono ancora oggi costruzioni in muratura risalenti al periodo di Anselmo da Baggio?
Anselmo da Baggio fu papa nella seconda metà dell’XI secolo. Di quel periodo rimangono alcune illustri testimonianze soprattutto nel campo dell’architettura religiosa (ad esempio parte della basilica di sant’Ambrogio, successivamente ricostruita e la chiesa sotterranea del santo Sepolcro ) e molti capitelli a testimonianza di edifici cultuali successivamente demoliti.
Quanti sono i pezzi archeologici attualmente presenti nel Museo?
Il Museo è diviso in sette sezioni, cinque in corso Magenta 15 (greca, etrusca, Milano antica, gandhara e altomedioevo) e due al Castello (Egitto e preistoria). Esposti sono solo una piccola parte degli oggetti, per motivi di spazio (qualche centinaio) ma nei depositi vi sono migliaia di reperti.
Con quale frequenza le collezioni vengono aggiornate?
Il Museo di corso Magenta è stato rinnovato completamente nel 2003. Le sezioni del Castello sono state riallestite nel 2000.
Qual è l’oggetto più prezioso conservato fra le mura della struttura di corso Magenta?
La coppa diatreta. Si tratta di una coppa in vetro intagliato e traforato di IV sec. d.C., unico esemplare integro conservato di questa particolare tipologia di manufatti. Venne rinvenuta nel XVII secolo in una tomba a Castellazzo Novarese, acquisita dalla famiglia Trivulzio e successivamente dal Comune di Milano.
E fra quelle del Castello Sforzesco?
Nella sezione egizia di grande interesse è il “Libro dei morti”, un papiro lungo circa sei metri con tutte le formule che servivano al defunto per il viaggio nell’oltretomba.
Il Museo Archeologico è collocato in un contesto architettonico molto particolare, l’ex convento del Monastero Maggiore di San Maurizio. Ci può raccontare la storia di questa affascinante costruzione?
Il Museo archeologico sorge sui resti di una domus (ricca dimora) del I secolo d.C. e sui resti del circo (edificio destinato alle corse dei cavalli) e della cinta muraria di IV secolo. Al suo interno si conservano ancora i resti di una delle torri del circo e di una torre poligonale a 24 lati.
È vero che, prossimamente, il Museo amplierà il suo spazio?
Sì, nell’immobile adiacente di via Nirone, si spera nel 2010. Qui verranno spostate le sezioni greca etrusca e altomedioevale e creato un ampio spazio per le attività didattiche del Museo, mentre l’area di corso Magenta 15 sarà destinata alla Milano antica.
Finiamo con il calendario delle visite gratuite per adulti, famiglie e bambini. C’è qualche appuntamento particolare che si sentirebbe di consigliare ai lettori di Milanoweb?
Ogni fine settimana il museo archeologico offre visite guidate gratuite e a pagamento per adulti e bambini. Il calendario è scaricabile dal sito del comune di Milano, cultura, museo. In questo mese vi sono molte iniziative collegate alla nuova sezione greca di recente inaugurata.

(Intervista condotta il 23 gennaio 09)

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