mercoledì 29 settembre 2010

“Ciò che permette al male di espandersi è l’inerzia dei buoni”

MW interview Gabriele Albertini, politico e imprenditore milanese. È stato sindaco di Milano dal 1997 al 2006, a capo di una coalizione di centro-destra. Rieletto al Parlamento Europeo alle elezioni del 6-7 giugno 2009, ha ricevuto numerose onorificenze fra cui quella di "Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana".
Durante la trasmissione "Primo Tempo" Albertini dichiara che la sua candidatura a sindaco di Milano è "pura astrazione". Cosa la fa desistere dall'idea di guidare di nuovo la città di Milano?
È certa la ricandidatura dell’attuale Sindaco da parte della coalizione Pdl-Lega, fatta questa premessa la mia eventuale ricandidatura avrebbe il solo scopo di nuocere e di non costruire alcunché. In questa posizione - ribadendo il concetto che più volte ho espresso e mutuato dalla nota descrizione di Mario Cipolla nel suo pregevole libretto “Allegro ma non troppo”- mi metterei nel ‘quadrante dello stupido’ insieme a coloro che, con il proprio comportamento, fanno del male a sé e agli altri.
Cacciari - filosofo ed ex primo cittadino di Venezia - però parla di una sua ipotetica "validissima candidatura", sostenendo che, il suo ruolo di sindaco, sarebbe utile anche alla sinistra.
Ringrazio Cacciari per la sua molto generosa affermazione , impreziosita dal fatto che sia uno dei protagonisti del ‘campo di Agramante’ e goda - dai tempi in cui eravamo colleghi e ci frequentavamo nel comitato dei sindaci delle città metropolitane - della mia piena stima e della mia viva simpatia.
Peraltro la sinistra le avrebbe proposto un'alleanza.
La Sinistra avrebbe proposto un’alleanza nell’ipotesi molto improbabile che io fossi andato al ballottaggio, presentando una lista civica. In realtà con l’eventuale presentazione di una mia lista civica, al ballottaggio sarebbero andati l’attuale Sindaco uscente e il candidato presentato dal centro sinistra e con ciò, mi richiamo al ‘quadrante dello stupido’ di cui parlavo prima.
Cosa le piace della politica ‘morattiana’ e cosa invece la preoccupa di più?
Mi è sicuramente piaciuta la vittoria di Milano nella competizione con Smirne per l’assegnazione dell’Expo 2015: un indiscusso pregevole successo di marketing urbano. Non mi è piaciuto l’Ecopass, che ho definito come di fatto è: inutile sul piano del miglioramento della qualità dell’aria, iniquo perché fa pagare ai poveri che hanno macchine vecchie ed esenta i possessori di costosi e moderni Suv dalla medesima tassa ed inoltre antieconomico perché costa più la sua organizzazione rispetto quello che è il ricavato. Non mi è piaciuta la politica contraria alle privatizzazioni - se si considera che l’attuale giunta ha addirittura ricomperato quote azionarie dell’Aem con lo scopo di rimanere in parità nella compagine azionaria di A2A, ovvero la Società frutto della fusione tra la Società energetica del comune di Brescia e quella di Milano. Sono scelte che hanno enormemente ridotto le possibilità di spesa in opere pubbliche e hanno compromesso il finanziamento di importanti infrastrutture. Non mi è piaciuta la destrutturazione se non distruzione della macchina comunale effettuata sin dai primi giorni di governo con le conseguenze molto negative che sappiamo, circostanza per la quale l’attuale amministrazione è stata anche condannata da parte della Corte dei Conti. In ultimo, per quanto riguarda l’Expo, mentre ho ammirato la capacità di marketing, di contro, devo criticare l’incapacità di gestione che si è determinata a seguito della prestigiosa vittoria.
Cosa ne pensa delle primarie del centro-sinistra?
Le primarie, se fatte correttamente, sono una testimonianza di rispetto delle regole democratiche e la manifestazione della volontà di far partecipare il ‘popolo dei seguaci’ alle scelte dei candidati e all’azione politica che gli stessi devono svolgere. In sé quindi, sono un elemento di positività.
C'è qualche esponente che le piace più degli altri?
Ritengo che tutti e tre i candidati abbiano, con titoli diversi, delle caratteristiche personali e professionali ragguardevoli e sono assolutamente rispettabili per qualità umane. Detto ciò, per l’altezza del ruolo svolto, per la qualità del pensiero e persino per una certa vicinanza caratteriale, dei tre candidati quello che voterei, se fossi iscritto al Pd, è quello che risulta nei sondaggi il meno votato e il meno votabile per le minori prospettive di vittoria, cioè il professor Onida.
Milano sarà pronta per Expo 2015?
Siamo al limite massimo di ritardo. I tempi di realizzazione - intesi come progetto esecutivo, bandi, appalti - e i tempi di reperimento dei fondi e di esecuzione dei lavori, sono al limite della praticabilità, tenuto conto che ancora non si sono definite le proprietà degli spazi in cui dovrebbero essere edificate le strutture e in cui sarà ospitata la manifestazione. Il ritardo accumulato è preoccupante, ancora non irreparabile ma giunto ormai al limite massimo.
Saranno tenute a bada le infiltrazioni mafiose?
La risposta è sì, se si metteranno in campo tutti gli strumenti e se si sceglieranno le persone con caratteristiche di spiccata onestà ed incorruttibilità per gestire la situazione. Insomma, per intenderci cito un proverbio: “Ciò che permette al male di espandersi è l’inerzia dei buoni”.
Il centro-destra a livello nazionale è un po’ in defaillance. Qual è la sua opinione sull'argomento?
Il centro-destra sta attraversando una crisi direi connaturata con le stesse caratteristiche del suo successo. Mi spiego meglio: il carisma del nostro capo Silvio Berlusconi è stato l’artefice del successo, elettorale prima e politico poi, della strategia e della sua azione dal ’94 ad oggi. Con la costituzione del Popolo della Libertà, frutto della fusione dei due principali partiti che per 16 anni erano stati alleati ma separati, avrebbe dovuto portare alla palingenesi dei seguenti criteri: 1.dibattito interno aperto ai contributi di tutti sulle strategie del Partito 2.selezione del ceto dirigente attraverso elezioni e non nomine 3. stesura e doverosa applicazione di un codice etico, per evitare anche gli imbarazzi di avere dei dirigenti di partito o membri di governo coinvolti in fatti censurabili. Questi tre argomenti non sono stati realizzati e questa condizione ha portato alla scissione non ancora irreversibile, ma certo critica, del gruppo dei ‘finiani’. In altri termini, tutto è ancora recuperabile ma le cause endogene della crisi sono presenti e riconoscibili.
Attualmente Albertini è presidente della Commissione Affari Esteri al Parlamento Europeo. Come procedono le cose?
L’UE dopo il Trattato di Lisbona ha di fatto iniziato un nuovo corso, potremmo dire, con una riflessione forse un po’ ardita ma assolutamente ragionevole: se il Trattato di Maastricht ha inventato l’euro, il Trattato di Lisbona pratica la Politica Estera Europea. In effetti, in questo frangente, l’Unione europea è dotata di un “Ministro degli Esteri”, la Baronessa Ashton, Alto Rappresentante e Vicepresidente della Commissione, oltre che di un Servizio Europeo di Azione Esterna - una sorta di corpo diplomatico per affermare appunto una politica estera dell’Unione coordinata con quella degli Stati Membri ma distinta. Le cose procedono in questa direzione ma con molte difficoltà. Trovo simpatico - per esprimere queste difficoltà- citare la risposta che la stessa Baronessa Ashton diede durante un'audizione alla Commissione Esteri. Un deputato, credo del Partito Conservatore inglese, le fece questa domanda: “Il Segretario di Stato Americano Henry Kissenger, una volta - rispondendo a chi lo criticava per la sua neghittosa volontà di escludere l’UE dalle consultazioni circa la politica estera degli Stati Uniti nel mondo – disse che avrebbe consultato ben volentieri il collega europeo se mai vi fosse stato un numero di telefono da fare ed una persona da contattare". Fatta tale premessa il collega inglese venne alla domanda: “Baronessa Ashton adesso c’è questo numero di telefono?” Risposta della Ashton: “ Il numero di telefono c’è ma il centralino risponde così: per conoscere la posizione tedesca digitare 1, per conoscere la posizione francese digitare 2, per conoscere la posizione britannica digitare 3 …”. Questo per dire che, mentre il trattato di Maastricht ha cancellato le monete nazionali e ha esautorato le Banche centrali dallo svolgere la loro precipua funzione di difensori della moneta nazionale, con l’avvento dell’euro che ha sostituito i vecchi conii – l’inizio della Politica Estera europea non ha cancellato, ne potrebbe farlo, l’esistenza di politiche estere nazionali che vanno armonizzate ed integrate con la prima.
L'angolo di Milano che ama di più?
La zona di Milano in cui sono nato e vissuto è sostanzialmente la zona di Certosa Sempione e Fiera, che è anche quella in cui tutt’ora abito. Per me dunque: il Parco Sempione, il Castello Sforzesco, l’Arco della Pace e appunto la Fiera - dove esponeva la Ditta Albertini dalla sua fondazione e dove anche frequentavo la Scuola Leone XIII - è la mia Milano. È la Milano che adesso più di altre zone, con la nuova City Life, la linea Metropolitana 5 che sosterà proprio li davanti e le tre torri Libeskind, Zaha Hadid e Isozaki nonchè il Portello contiguo, è la zona, dicevo, in cui si compie la più poderosa trasformazione verso il XXI secolo. Questi luoghi di Milano mi permettono di coniugare ricordi della mia vita privata, con fatti e opere salienti del mio mandato da Sindaco. Per esempio il citato Portello sorge nella zona, nel tratto di strada, che percorrevo dalla mia abitazione al Leone XXIII, che è la scuola che ho frequentato dalla seconda elementare alla maturità classica. Tutte le mattine passavo davanti agli uffici e ai cancelli dello stabilimento dell’Alfa Romeo, poi sono incappato nel primo blocco stradale nel ’69 all’inizio dell’Autunno caldo, proprio ad opera degli operai – per lunghi anni ne ho visto il decadimento urbano, erano aree dismesse e non ancora rigenerate a Città. Ora queste zone, grazie all’impulso dato nel nostro turno di guardia, stanno diventando una Nuova Milano e noi insieme ad altri siamo stati i protagonisti di questa palingenesi. La zona Fiera, Portello, Parco Sempione, e dei contigui monumenti – a questo proposito ricordo ancora un aperitivo che presi in calzoni corti, con mio padre sulla torre Branca, che allora non si chiamava così e che venne poi ristrutturata dall’impresa Branca ed inaugurata nel mio primo mandato amministrativo - insomma sono zone, sono ricordi che si sposano a situazioni che ho contribuito, con i miei collaboratori nei nostri anni di responsabilità istituzionale, a rigenerare e a proiettare verso il futuro.

Twenty Questions: Shake Edizioni

Shake Edizioni è attiva dalla fine degli anni Ottanta. È stata fondata da un collettivo che organizzava eventi culturali e controculturali, tra cui la gestione di una trasmissione a Radio Popolare con cadenza settimanale (Tensioni Radiozine). In questi anni Shake ha costruito un catalogo di tutto rispetto, contando circa 150 titoli che spaziano dalla cultura cyberpunk alla letteratura di genere, dalle controculture al "mediattivismo". La sede si trova in via Bligny 42.

1 - In che anno nasce la vostra casa editrice? Nel 1988.
2 - Quanti libri pubblicate ogni anno? Diciotto.
3 - Narrativa straniera o italiana? Narrativa straniera.
4 - Poesia? No.
5 - La prossima pubblicazione? "Almanacco psichedelico", (storie, miti e leggende di un movimento che ha saltabeccato oltre le porte della percezione), della collana "Underground".
6 - Cosa ne pensate del fatto che ci siano case editrici che arrivano a chiedere fino a 8mila euro per pubblicare un esordiente dopo averlo paragonato a Faulkner e Hemingway? Non crediamo che sia vero.
7 - Quanti manoscritti vi arrivano ogni anno? Pochi.
8 - In che percentuale la proposta di uno scrittore sconosciuto trova la via della pubblicazione? Con molta difficoltà.
9 - In che percentuale il lavoro di un editor influisce sul prodotto finale? Dipende dalla tipologia di libro. In alcuni casi il lavoro dell'editor è decisivo, in altri trascurabile.
10 - Quante copie prevede la prima tiratura di un nuovo testo? 1000 mediamente.
11 - Avete provato a bocciare una proposta che poi, con un altro editore, si è rivelata un successo? No.
12 - Potete dire il libro che vi è piaciuto di più, fra gli ultimi letti, non pubblicato però dalla vostra casa editrice? Quale dei tanti?
13 - In generale, i tre libri della vita... "Sulla strada", Kerouac; "Il pasto nudo", Burroughs; "Taz", H. Bey.
14 - E i tre dischi... "Foxy Lady", J. Hendrix; "Led Zeppelin II", Led Zeppelin; ogni cosa di Bob Dylan.
15 - Quando avremo anche a Milano il salone del libro 'alla torinese'? Mai.
16 - E adesso qualche domanda di carattere generale... Cosa nepensate del fatto che Economist abbia definito il nuovo decennio appena iniziato "debtcade", cioè dei debiti? L'esito del passato.
17 - Come vivrebbe l'uomo se i suoi livelli di serotonina fossero tarati a un livello maggiore? ???
18 - Un voto alla televisione italiana... Chissene…
19 - A Vladivostok ci sono le spiagge? Forse.
20 - Qual è l'angolo milanese che vi affascina di più? Zona Ticinese.

martedì 28 settembre 2010

"Alonso e Button un gradino sopra gli altri"

Ciao Luca, grazie per averci ricevuto. Un commento all'ultimo Gran Premio di Monza, con il primo e terzo posto delle Ferrari…
Podio a parte la notizia più bella è arrivata dalla squadra. Veloce e reattiva nel momento più delicato della stagione. La macchina era perfetta, ma senza la sosta ai box da Guinness dei primati Alonso non sarebbe riuscito a vincere. Fernando ha avuto il merito di restare lucido nonostante l’incertezza alla partenza. Ottimo il suo lavoro ai fianchi che alla fine ha costretto Button e la McLaren alla resa.
"La vittoria più importante della mia vita". Così Alonso ha commentato la vittoria del Gran Premio di Monza. Dietro questa affermazione c'è la consapevolezza di poter ancora sperare nella vittoria del mondiale?
A Monza Alonso si è accorto una volta in più che cosa significhi correre e vincere al volante di una Ferrari. Lo spagnolo ha sempre creduto nel titolo, anche nei momenti più complicati di questo campionato. Ora ha tutte le ragioni per sognare il mondiale in rosso.
È stata una gara perfetta, anche perché Button s'è comportato benissimo…
Button sta dimostrando di essere più forte del 2009, anno in cui ha vinto il mondiale con la Brawn. A Monza ha saltato Alonso al via poi è stato protagonista di una resistenza a oltranza senza commettere errori. Non è stato facile per lui correre per oltre 200 chilometri con la sagoma della Ferrari sempre presente sugli specchietti.
Qualcuno ironizza dicendo che la Ferrari (con)vince solo a Monza…
Lasciamo ironizzare chi non si limita al tifo contro, senza avere strumenti ed esperienza per giudicare quanto accade dentro e fuori dai circuiti.
Cosa ha combinato Hamilton, uscito quasi subito?
Il talento di Hamilton non si discute. Semmai il suo punto debole è la capacità di restare lucido nei momenti di tensione. A Monza non ha compreso che a rischiare dovevano essere gli altri. Il quarto posto, con Webber dietro, gli avrebbe permesso di allungare nel mondiale.
Rischia di far la fine del 2007?
Secondo me sì. Sotto pressione Lewis rischia sempre il crollo. Nel 2007 ha perso il mondiale e ha rischiato un epilogo simile nel 2008 a San Paolo del Brasile.
Max Webber punti 187, Alonso 166. In effetti, la distanza non è abissale. Qual è il pronostico di Budel?
Vedo favoriti Alonso e Button. Fate attenzione a Jenson perché quest’anno è quello che ha sbagliato meno di tutti.
Tenuto conto delle caratteristiche dei circuiti, i prossimi appuntamenti del GP chi favoriranno?
Conta la natura delle piste, ma a fare la differenza a cinque gare dalla fine con 5 piloti in 24 punti sarà la tenuta nervosa. Ribadisco, nella bagarre vedo Alonso e Button un gradino sopra gli altri.
Come spieghi la cattiva resa del sette volte campione del mondo Michael Schumacher?
In primo luogo 41 anni si fanno sentire anche se Michael è in forma fisica eccezionale. C’è poi il fattore tecnico, con la Mercedes attardata rispetto alle squadre di vertice. Ultimo punto che gioca contro Schumi riguarda i regolamenti. Era abituato a sessioni di test intense per sviluppare la macchina tra una gara e l’altra, collaudi che sono stati aboliti.

"La giunta Moratti è il passato, noi siamo il futuro"

Manca ancora un po’, ma il clima elezioni comincia a farsi sentire. Perché la candidatura alle primarie di Giuliano Pisapia?
Perché il centrosinistra milanese sia coinvolto in un momento particolarmente significativo, perché vi sia un confronto di idee, da cui possa nascere un programma e un progetto per la Milano che vorrei, una Milano che torni una delle città europee capaci di essere punto di riferimento culturale, economico e solidale.
I primi sondaggi la danno già per vincente…
È un buon segnale dell'interesse per le mie proposte, per la scelta di confrontarmi con i cittadini, partiti, associazioni, senza steccati, e per la volontà di riuscire insieme a cambiare Milano.
Tema caldo di questi giorni: la moschea milanese. Da una parte Maroni, dall'altra il cardinale. Con chi si schiera il candidato sindaco?
Ho già avuto modo di dirlo e lo ribadisco: con il Cardinale Tettamanzi, in quanto la libertà di professare la propria religione è un diritto costituzionale garantito a ogni cittadino: inoltre, la spesa non sarebbe neppure a carico del Comune.
Si prepara a una lunga serie di appuntamenti con i cittadini milanesi: sarà con don Gino Rigoldi, con gli operatori sociali del Comune di Milano, con i sostenitori della Zona 1… Quali i leitmotiv della sua campagna elettorale?
Incontrare i cittadini di Milano, nei luoghi dove vivono, lavorano, conoscere i problemi dei quartieri, ma anche ascoltare le loro proposte e costruire con i cittadini un rapporto che diventerà la costante del mio impegno, ora come candidato e domani, mi auguro, come sindaco.
Chi verrà eletto nuovo sindaco di Milano traghetterà la città a Expo 2015. Come vive questo importante appuntamento?
L'appuntamento con l'Expo ha una grande importanza per il futuro di Milano, se sapremo ricondurlo al tema per cui è stata scelta, e cioè ai progetti di come nutrire il mondo, energia per la vita. Purtroppo in questo momento stiamo perdendo tempo e l’impressione è che il bellissimo tema che doveva contraddistinguere Expo 2015 non sia più la priorità.
In che modo intenderebbe risolvere l'annoso problema dei Rom?
Evidentemente non basta smantellare un campo nomadi per risolvere la questione: lo smantellamento muscolare non serve ad altro che a peggiorare le condizioni di vita di queste persone, disperdendole in altri insediamenti improvvisati. La soluzione passa per un processo di integrazione, con l'inserimento in alloggi adeguati, con i bambini a scuola. Sicurezza e inclusione vanno di pari passo, cosi come vanno a braccetto invece insicurezza ed esclusione. Per trovare una soluzione è indispensabile cooperare con chi di questo problema si occupa da tanti anni: penso alle associazioni religiose e laiche, che hanno cuore, competenze e intelligenze da spendere e che sanno coniugare tutto questo con l’attenzione ai diritti umani. Sono queste realtà ad essere avanti anni luce rispetto a tante amministrazioni così lontane dalla realtà, come quella milanese da quasi 20 anni a questa parte.
Cosa non condivide assolutamente dell'attuale giunta Moratti?
Il progetto di fondo, centrato sullo sviluppo edilizio e speculativo, senza occuparsi delle esigenze, delle progettualità e delle prospettive di chi ci vive e di chi ci vivrà. La giunta Moratti è il passato, noi siamo il futuro.
Il berlusconismo tornerà in auge anche senza Fini?
A me sembra che sia in netto declino, se lo intendiamo come filosofia o progetto per il paese, perché non era fondato sulla politica, intesa come il bene di tutti i cittadini, ma sul potere e sugli interessi di una parte. Fini ha colto questo declino e se ne è allontanato. La sinistra e il centro-sinistra devono saper cogliere l’occasione per recuperare l’etica della politica e smarcarsi nettamente dal centrodestra: loro sono il problema, noi la soluzione.
Un commento agli altri candidati, Caputo e Boeri?
Caputo si è ritirato, Boeri è una candidatura autorevole, con la quale mi voglio confrontare apertamente e lealmente, affinché esca dalle primarie il progetto di una nuova Milano. Tra l’altro la candidatura di Valerio Onida ufficializzata stasera, rende il confronto ancora più interessante.
Capitolo Pgt. Lo condivide? Qual è il suo giudizio?
Il percorso del Pgt non è affatto concluso e per tutto il mese di ottobre i cittadini milanesi potranno presentare le loro istanze al ‘Piano di governo del territorio’ che verranno poi discusse in Consiglio comunale. Direi però che è un'operazione nata ‘vecchia’ ancora prima di vedere la luce, nel senso che più che alle esigenze dei cittadini sembra voler rispondere ai diktat del mondo della finanza: la chiave di tutto infatti è la borsa dei diritti edificatori e temo - i cittadini temono - possa attirare l’ingordigia del partito del cemento, con il rischio che i diritti volumetrici possano velocemente trasformarsi invece in bolle speculative.
Se Pisapia fosse un articolo della Costituzione quale sarebbe?
Senza dubbio l'articolo 3 sull'uguaglianza sostanziale dei cittadini, con la rimozione degli ostacoli economici e sociali che la impediscono.
Infine l'angolo di Milano che ama di più…
Non è l’unico, ma in questo periodo direi la vecchia trattoria del Casottel, nel cuore del Corvetto che ancora oggi mantiene quell’atmosfera popolare che era tipica di quella Milano che accoglieva, che regalava il sogno di un futuro a tutti i vecchi e nuovi cittadini. Non a caso, alla vigilia di Ferragosto, è stata sede del mio incontro con la stampa.

domenica 12 settembre 2010

Twenty Questions: Meridiano Zero

In che anno nasce la vostra casa editrice?
1998.
Quanti libri pubblicate ogni anno?
Una ventina.
Narrativa straniera o italiana?
Sia straniera che italiana.
Poesia?
No, niente poesia.
La prossima pubblicazione?
"Vento del Texas" di James Reasoner, un piccolo classico del noir americano che e' diventato un vero e proprio libro di culto all'estero e pubblichiamo in Italia per la prima volta. Un gioiello.
Cosa ne pensate del fatto che ci siano case editrici che arrivano a chiedere fino a 8mila euro per pubblicare un esordiente dopo averlo paragonato a Faulkner e Hemingway?
Penso che siano molti, moltissimi fraintendimenti. Penso che io faccio l'editore perche' ho una piccola, modestissima idea di quello che dovrebbe essere il ruolo dell'editoria nel mondo culturale italiano e cerco di realizzarlo e quindi non chiedo ne' 8000 ne' 8 Euro per pubblicare. Penso anche che sarebbe molto stupido da parte mia generalizzare quello che penso io. Penso che se ci sono persone che ti fermano per la strada e ti dicono "Sono diposto a darti i soldi che chiedi - anche 8000 Euro se me li chiedi - se mi dipingi un quadro in cui mi fai il ritratto nei panni del Presidente della Repubblica", qualcuno ti puo' dire: "OK, ti faccio il quadro e ti chiedo 8000 Euro". Penso che sarebbe puerile prendersela con "l'Arte" o con la scarsa rappresentativita' del mondo dell'arte di chi sta cercando di fare soldi, l'unica cosa è valutare se ci sono attivita' consentite o meno e andare a consultare la Costituzione (o il codice penale) in proposito. Penso che il paragonare un futuro pollo da spennare a Faulkner o Hemingway sia "normale", come chi cercando di vendere la Fontana di Trevi ai turisti americani diceva di essere figlio illegittimo del Re d'Italia. Penso che la responsabilita' piu' grande sia solo di chi ci casca, proprio come mi sembra che la responsabilita' piu' grande sia di chi si infila nella gabbia delle tigri per riprendersi il cellulare che gli e' caduto dentro.
Quanti manoscritti vi arrivano ogni anno?
Circa 300.
In che percentuale la proposta di uno scrittore sconosciuto trova la via della pubblicazione?
0,5%.
In che percentuale il lavoro di un editor influisce sul prodotto finale?
Attorno al 40% (in media ovviamente, e per la mia esperienza).
Quante copie prevede la prima tiratura di un nuovo testo?
La domanda non può essere posta in questo modo. A meno che non si parli degli scrittori famosi. In base a che cosa si decide la prima tiratura di un esordiente? In base alle prenotazioni delle librerie, che fa la rete di promozione, e le quantità variano molto da libro a libro, a seconda di cosa convince i librai.
Avete provato a bocciare una proposta che poi, con un altro editore, si è rivelata un successo?
No, ma secondo me non ha nessun valore parlare di questa la possibilita'. Secondo me il successo o meno di un libro dipende da una serie di elementi di cui uno fondamentale e' l'immagine della casa editrice. Ad esempio se la Meridiano zero avesse pubblicato Mordecai Richler, io sono sicuro che tutti quelli che l'hanno comporato e apprezzato nell'edizione Adelphi non l'avrebbero comprato nell'edizione Meridiano zero, come nell'edizione Meridiano zero l'avrebbero comprato persone che invece non l'avrebbero comprato se fosse stato un Adelphi. Non va portato all'estremo, il mio ragionamento, certo. Ci sono un'infinita' di distinguo. Ad esmpio nel casi di un Raymond Queneau inedito, il nome dell'autore ha una forza di gran lunga superiore a quella della casa editrice che lo pubblicasse. Ma generalmente, nel caso di un autore inedito (che sia esordiente o che sia un Richler), la forza predominante e' spesso quella della casa editrice. O se non altro e' predominante con i critici e recensori, per convincerli a leggere proprio questo libro tra i circa 300 che gli arrivano sulle scrivanie ogni mese.
Potete dire il libro che vi è piaciuto di più, fra gli ultimi letti, non pubblicato però dalla vostra casa editrice?
T. Coraghessan Boyle - Se il fiume fosse whisky, ed. Bompiani.
In generale, i tre libri della vita…
I miei tre libri cambiano ogni giorno, il che puo' essere un po' sconcertante, ma io mi ci sono abituato... Per cui quelli di oggi, martedi' 20 agosto, sono: Amado - Teresa Batista stanca di guerra; Ralph Koenig - tutti; Cormac McCarthy - Cavalli selvaggi.
E i tre dischi…
Steve Forbert - Alive on Arrival; John Campbell - One Believer; Cowboy Junkies - Lay It Down
Quando avremo anche a Milano il salone del libro 'alla torinese'?
Mai. Se lo volessero l'avrebbero gia' fatto da tempo, no?
E adesso qualche domanda di carattere generale… Cosa ne pensate del fatto che Economist abbia definito il nuovo decennio appena iniziato "debtcade", cioè dei debiti?
Che se ne sono accorti.
Come vivrebbe l'uomo se i suoi livelli di serotonina fossero tarati a un livello maggiore?
Adeguandosi immediatamente, come ha sempre fatto con tutto.
Un voto alla televisione italiana…
Non so, purtroppo devo ammettere di non guardarla.
A Vladivostok ci sono le spiagge?
OK, questa e' geografia. Poi ci sono anche le domande di storia, italiano, matematica e religione, giusto? Passo...
Qual è l'angolo milanese che vi affascina di più?
I Navigli.