mercoledì 12 gennaio 2011

"Ormai la vegetazione originaria è pressoché scomparsa da tutta la Pianura Padana"

La botanica è una materia affascinante ma poco seguita. Molti pensano di sapere riconoscere le piante che ci circondano, ma in realtà commettono grossi sbagli. Le piantine spontanee dei nostri giardini e parchi pubblici, ci sembrano spesso tutte uguali e invece ognuna di esse ha una sua storia evolutiva, riconducibile a un genere e a una specie ben precisi. Oggi, dunque, ne parliamo con due dei massimi esperti in Lombardia: Enrico Banfi e Gabriele Galasso del Museo di Storia Naturale di Milano.
Iniziamo da un numero. Quante sono le specie botaniche spontanee attualmente presenti a Milano e nell'hinterland?
Nel 1998, quando abbiamo pubblicato un volume sulla flora spontanea di Milano, ne avevamo contate ben 542 (oltre a 116 di presenza saltuaria, quali, ad esempio il pomodoro, il frumento o l'anguria, che ogni tanto compaiono lungo i marciapiedi). Si tratta di un numero cospicuo per il territorio comunale di Milano. Però in passato erano molte di più: alla fine del '700 erano ben 683; di queste ne sono scomparse 228, ma il numero totale non si è drasticamente ridotto poiché nel frattempo ne sono giunte 88 nuove. Si tratta però, per la maggior parte, di specie originarie di altri territori. Quindi le specie autoctone stanno pian piano scomparendo per essere sostituite da quelle cosiddette aliene.
Ce n'è qualcuna particolarmente rara?
Purtroppo quelle rare sono moltissime: 146 rarissime o sull'orlo della scomparsa da Milano, 259 rare. Soltanto 137 sono comuni o molto comuni. Questo è un dato molto preoccupante, poiché la biodiversità non si misura soltanto sul numero delle specie, ma questo deve essere rapportato alla loro frequenza. Per intenderci, un prato con cento specie diverse di cui ciascuna occupa circa l'1% della superficie ha il massimo di biodiversità rispetto a un prato analogo, sempre con 100 specie, ma di cui 1 o 2 ne occupano il 99%, relegando le altre al restante 1% di superficie. Purtroppo a Milano si è nel secondo caso!
La robinia viene dall'America, il gelso dalla Cina. Se dovessimo fare un salto di tremila anni, che specie troveremmo a Milano?
Troveremmo una foresta di querce (farnie), carpini e aceri campestri, frammista a paludi con cannucce e carici di varie specie.
Ci sono ancora sprazzi geografici locali, dove è possibile ritrovare la vegetazione originale?
Ormai la vegetazione originaria è pressoché scomparsa da tutta la Pianura Padana; è più facile, invece, trovare singole specie originarie. Alcuni relitti che ci ricordano il passato si possono osservare nelle zone periferiche di campagna (boschetti, margini dei campi e canali di irrigazione) e in alcuni parchi del centro storico (dove sono sopravissute diverse entità del sottobosco).
Quante sono le cosiddette specie "aliene"? Può farci qualche esempio?
Abbiamo appena realizzato un censimento delle specie esotiche sia a livello nazionale sia in Lombardia. In Italia ne abbiamo contate 1023, mentre in Lombardia, la regione che ne è maggiormente invasa, sono 619. Tenga presente che, secondo i dati ufficiali, la regione al secondo posto di questa triste classifica è il Veneto, che ne conta soltanto, si fa per dire, 388. La specie esotica più famosa è l'ambrosia (Ambrosia artemisiifolia), poiché è causa di allergie fortemente debilitanti nel periodo tardo estivo-autunnale. Ma quelle che causano danni alle attività umane, soprattutto in campo agricolo o ai manufatti, e all'ambiente naturale sono circa un centinaio, come l'ailanto, gli amaranti e la vite del Canada.
A proposito delle piantine che costeggiano le arterie stradali, i marciapiedi… si è soliti banalizzarle giudicandole delle erbacce insignificanti. In realtà hanno molto da raccontarci, e viste da vicino si scopre che sono tutte diverse fra loro. Un esempio proviene dalla famiglia delle composite. Qual è il segreto per distinguere efficacemente una Crepis da una Picris?
Occorre guardare i frutti, che sono dei minuscoli "semi" (acheni) sormontati da un piumino (il pappo), come quelli del classico "soffione". In Picris il pappo è costituito da peli piumosi (cioè a loro volta ramificati), in Crepis da peli semplici.
Altra famiglia che fa disperare gli appassionati di botanica è quella delle dipsacacee, benché meno "folta" delle composite o asteracee. In questo caso come si differenzia il genere Knautia dal genere Scabiosa?
Senza "impazzire" nell'osservare al microscopio le pagliette alla base dei singoli fiorellini (assenti in Knautia, presenti in Scabiosa), si possono semplicemente contare i petali, che di norma sono 4 in Knautia e 5 in Scabiosa.
Ieri sul Corsera si parlava dell'Heracleum mantegazzianum. Dove possiamo visitarla? È vero che può provocare problemi di salute all'uomo?
Il contatto con Heracleum mantegazzianum (panace di Mantegazza) e la successiva esposizione al sole possono provocare gravi fotodermatiti caratterizzate da un corteo di sintomi e segni di gravità da lieve a severa, quali eritema e bolle, che richiedono un impegno terapeutico e farmacologico. Sinora, in Italia son presenti soltanto piccoli nuclei di diffusione; in Lombardia un nucleo significativo è presente nei dintorni di Clusone in Val Seriana (BG). Nel 1971 i Genesis le hanno dedicato una canzone (The Return of the Giant Hogweed) che invita l’umanità a scappare e a distruggere questa pianta. Nel recente G8-Ambiente che si è svolto a Siracusa nel 2009, è stata indicata tra le 10 piante esotiche più pericolose d’Italia.
Cosa deve fare un appassionato di botanica per poter avvalersi di uno specialista che gli illustri adeguatamente la tassonomia dei vegetali?
Si può frequentare qualche gruppo botanico locale. Qui a Milano vi è il Gruppo Botanico Milanese (GBM) che si ritrova tutti i lunedì sera alle 21.00 presso il Museo di Storia Naturale. Ogni anno, in primavera organizza un breve corso di botanica e uno di micologia. Inoltre organizza escursioni "fuori porta", dalla Lombardia all'Emilia e alla Liguria. Infine segnaliamo il Forum Acta Plantarum (http://www.actaplantarum.org/), ottimo per leggere notizie, consultare schede, ammirare immagini, chiedere consulenze e discutere sull'identificazione delle piante.
Capita ancora di scoprire qualche nuova specie locale?
In Italia, soprattutto in montagna e sulle isole, capita di scoprire ancora qualche specie nuova per la scienza. Sono però più frequenti i ritrovamenti di specie già note in regioni dove non erano mai state osservate, sia autoctone sia (soprattutto) esotiche. Tutte le novità per la flora italiana vengono periodicamente pubblicate sull'"Informatore Botanico Italiano", l'organo ufficiale della Società Botanica Italiana.
Infine, ci dite l'angolo milanese o dell'hinterland dove è particolarmente interessante fare un giro per poter ammirare più specie spontanee in contemporanea?
Noi consiglieremmo il Parco delle Cave a Baggio o la campagna a sud di Milano: Barona, Gratosoglio, Ronchetto delle Rane, Quintosole, Chiaravalle. Nel centro storico, il parco di Villa Reale di via Palestro.