martedì 25 agosto 2009

'Twenty Questions' a Giovanni Morandi, direttore de 'Il Giorno'

Nome, cognome e luogo di nascita...
Giovanni Morandi, Firenze. (Nell'immagine primo a destra).
Che soprannome aveva da piccolo?
Ciondolo.
Il primo ricordo dell’infanzia?
E chi se ne ricorda...
Su che giornale ha scritto il primo articolo?
La Nazione.
Il nome del giornalista che, più di altri, ha influito sul suo stile...
Giampaolo Pansa.
In che percentuale gli assunti regolarmente in una redazione si possono dire ‘raccomandati’?
In nessuna percentuale. Qui ci sono solo quelli che raccomando io.
Lenin diceva che “i comunisti sono la parte progressiva più risoluta dei partiti operai di tutti i paesi; Mussolini che “il fascismo non è un partito, ma un movimento”. Quale frase preferisce?
Nessuna delle due.
Cosa ama di Milano?
Tutto.
E cosa la disgusta?
Nulla.
Un vizio al quale non può rinunciare...
Li ho tutti e mi piacciono tutti, ma saprei rinunciarvi.
Proust diceva: “Lasciamo le donne belle agli uomini senza immaginazione”. Come interpreta questa massima?
Corrisponde al vero.
L’effetto serra: è tutta colpa dell’uomo... Oppure: l’uomo non c’entra niente, è la natura che fa il suo corso...
L’uomo ha le sue colpe, la natura le sue.
Scopriremo gli extraterrestri fra il 2015 e il 2025. È il parere di molti scienziati. Dovesse incontrarne uno affamato, che piatto gli consiglierebbe?
Domanda improponibile.
Quanto è difficile pronunciare la parola “ti amo”?
Non è difficile.
Emily Dickinson spiegava così l’aldilà: “È invisibile come la musica, ma concreto come il suono”. Margherita Hack invece: “Io non credo assolutamente né a Dio, né all'anima, né all'aldilà: l’anima è nel nostro cervello”. Dove si ritrova di più?
Sono affari miei.
Quante mail riceve in media al giorno il direttore di un giornale importante come il suo?
Duecento, trecento.
E quante ore passa al telefono?
Troppe.
Salari bassi per molti, altissimi per pochi. È la cosiddetta crescita diseguale, (in inglese “growing unequal”, secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Perché l’uguaglianza sociale continua a essere un’utopia?
Perché non siamo tutti uguali ma potremmo cercare di essere meno diversi.
La sera prima di addormentarsi... un quotidiano o un romanzo?
Entrambi.
Un pomeriggio di relax: un disco rock o un cd di musica classica?
Entrambi.

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