sabato 29 agosto 2009

"Secondo me la profezia dei Maya non è da escludere"

Quando nasce Rockit?
Undici anni fa.
Chi è l’ideatore?
Due laureandi in ingegneria informatica.
E oggi?
Siamo fieri di dire che è diventato un punto di riferimento per tutti coloro che fanno musica italiana.
Visite?
Circa 10mila al giorno, 300mila al mese.
Iscritti?
Almeno 30mila.
In quanti lavorate per Rockit?
In redazione siamo in 5, poi ci sono numerosi collaboratori. C’è chi segue i concerti, chi si occupa di recensioni...
Rockit, quindi, è anche un palestra per futuri giornalisti?
Direi di sì.
Quali sono i vantaggi di una band che apre la sua scheda su Rockit?
La visibilità, sicuramente. Considera che su ogni scheda è possibile caricare i brani, inoltre, chi lo desidera, può avere la recensione di un suo lavoro.
Con che criterio create le vostre famose compilation scaricabili gratuitamente dal sito?
Diamo spazio alle uscite più importanti, basandoci sui nostri gusti personali.
Generi?
C’è un po’ di tutto.
Come è andata l’edizione 5 del Miami?
Molto bene. E ne siamo felicissimi.
Meglio o peggio dell’anno scorso?
Sicuramente meglio.
Esperienze editoriali?
Ci stiamo lavorando.
Non è la prima volta...
Prima, infatti, uscivamo con la rivista Rockit magazine, gratuita e bimestrale.
Adesso?
Vogliamo tentare nuove strade.
La crisi è ovunque, ma voi sembrate immuni dal fenomeno?
Incrociando le dita possiamo dire di sì.
Dicci qualcosa di Milano...
Non mi piace quel che è diventata in questi ultimi anni. Negli anni Novanta si respirava un’atmosfera migliore. La città era più vivibile, aperta...
Peraltro chiudono tutti i locali storici dove si fa musica dal vivo, e i negozi di dischi più cool...
Infatti, è una vera tristezza.
Ottimista o pessimista?
Mah, secondo me la profezia Maya non è da escludere...

Nessun commento:

Posta un commento