sabato 22 agosto 2009

"Abba era un italiano come noi, ed è stato ammazzato a sprangate semplicemente per il colore della sua pelle"

“Un’Altra Provincia”, candidato Massimo Gatti dei Comunisti italiani. Come è andata la presentazione della lista in via Melloni?
Direi molto bene, in una sala gremita abbiamo presentato le candidate e i candidati in lista, i contenuti del nostro programma e le nostre proposte per un nuovo governo, realmente alternativo, della Provincia di Milano.
Ci vuole ricordare qualche intervento significativo?
Tra gli interventi molto applaudito è stato quello di Livio Tamberi, già segretario dei Popolari a Milano e presidente della Provincia di Milano tra il 1995 e il 1999 che ha condiviso le scelte per una nuova etica pubblica e ha espresso grande simpatia per le idee della coalizione alternativa. A testimonianza di una grande attenzione e ai contenuti si sono susseguiti gli interventi di Paola Santeramo, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, che ha parlato di rilancio dell’agricoltura e della tutela dei parchi, suscitando grande attenzione, ed esprimendo piena sintonia e condivisione con il programma della coalizione e poi quelli di Marco Capovilla, Paolo Meyer e Luciana Pellegreffi.
E il presidio di piazza San Babila, allo scopo di sollecitare Berlusconi a rinunciare al lodo Alfano?
Anche questo è andato bene, contando che è stato convocato in un giorno, con alcune centinaia di cittadine e cittadini in piazza a manifestare per chiedere, appunto, che Berlusconi rinunciasse all’immunità garantitagli dal lodo Alfano per farsi processare come un normale cittadino, dimostrando in tribunale la sua innocenza e che in Italia la legge è davvero “uguale per tutti”.
Non crede che le numerose polemiche in corso su Berlusconi e la famiglia Letizia rubino tempo prezioso alle cose serie?
È stato lo stesso Berlusconi che ha deciso di rendere pubblica la vicenda con un “monologo” alla trasmissione Porta a Porta di qualche settimana fa. Ora, visto che ci sono diverse versioni della vicenda, spesso in contraddizione, penso che la cosa migliore sia che il premier dica una volta per tutte la verità su quello che è successo così da mettere la parola fine a questa vicenda.
Massimo Gatti è il candidato alla provincia della coalizione che vede alleati PRC, PdCI e lista “Un’Altra Provincia”. Quali saranno le sue prime mosse in caso di elezione?
Tra le priorità del programma abbiamo la tutela dei diritti sociali e civili; il rilancio degli investimenti sul trasporto pubblico, soprattutto su ferro; il rilancio dell'etica nella politica e nell'esercizio delle funzioni pubbliche; la difesa della proprietà pubblica dell'acqua; il forte investimento per l'ammodernamento e la manutenzione delle infrastrutture, per evitare casi come il crollo del ponte che collega Lombardia ed Emilia Romagna.
Per quel che riguarda il denaro pubblico?
Esprimiamo la netta opposizione allo sperpero di denaro pubblico rappresentato da un anno di cattiva attività del comitato di gestione dell'expo 2015 e dalla subordinazione di Pd e del Pdl agli interessi degli immobiliaristi che mirano unicamente a consumare territorio.
Tra le priorità del programma di “Un’Altra Provincia” c’è quindi la tutela dei diritti sociali e civili. Come soddisfare all’unanimità le esigenze di una città sempre più multietnica?
La Provincia dovrà innanzitutto impegnarsi ad incrementare i servizi, il cui accesso va sempre garantito e la frequenza sostenuta. Il nostro impegno consiste nel tenere insieme diritti civili e diritti sociali per costruire una società inclusiva e dare risposte concrete a vecchi e nuovi soggetti di cittadinanza a partire dall’integrazione scolastica. Vogliamo una Provincia che promuova una cultura attiva della pace e dell’accoglienza.
E a proposito della Casa della Pace?
Continueremo a sostenere l’esperienza e le attività della Casa della Pace e il Fondo Provinciale Milanese per la cooperazione internazionale. La battaglia per il diritto di cittadinanza, per l’inserimento sociale dei cittadini e delle cittadine migranti, per l’uscita dalla clandestinità, sarà la nostra risposta alle politiche sicuritarie, alle ronde e alla diffusione di un clima di intolleranza e razzismo. Vogliamo una Provincia che promuova il diritto alla cultura e alle culture, come spazio di crescita, di ricerca, di promozione e coesione sociale, assumendo un ruolo di regia e di propulsore creativo, facilitandone l’accesso e la fruizione.
Per quanto riguarda invece gli inceneritori, di cui s’è tanto dibattuto in questi ultimi tempi, qual è la vostra posizione?
Siamo contrari alla costruzione di nuovi inceneritori innanzitutto perché sono dannosi per la salute e poi perché i dati ci dimostrano che attraverso una reale politica alternativa, fondata su riduzione, raccolta differenziata, recupero, riciclo e riuso, gli attuali impianti di smaltimento dei rifiuti risultano sufficienti per rispondere al fabbisogno della nostra Provincia. Dobbiamo passare dalla mentalità di “smaltire rifiuti “ al principio di “recuperare risorse” con conseguente riduzione del consumo di beni naturali e risparmio di energia per la produzione/trasformazione delle materie prime.
Quindi siete a favore della proposta di Penati di potenziare le realtà che già esistono...
Penati non indica solo di potenziare le realtà che già esistono, ma va oltre, proponendo, in accordo con il centrodestra, la costruzione di un nuovo inceneritore nella nostra provincia. Su questo punto siamo su posizioni nettamente opposte.
Come mai non vi presentate insieme a Sinistra Critica?
Abbiamo cercato fino all’ultimo un accordo politico con le compagne e i compagni di Sinistra Critica che però hanno scelto un percorso diverso. Rispettando le loro decisioni ci siamo trovati innanzi al fatto compiuto e abbiamo preso atto della loro scelta.
Che rapporti avete con il leader di Sinistra Critica, Piero Maestri?
Con Piero i rapporti sono ottimi, abbiamo trascorso gli ultimi cinque anni insieme nel consiglio provinciale come consiglieri, seppur in partiti politici diversi. Sono sicuro che, qualunque sarà il risultato elettorale, la nostra amicizia e stima reciproca rimarrà immutata.
Sui muri milanesi c’è scritto un po’ ovunque “Abba vive”. Cosa fare per scongiurare ancora episodi come quello costato la vita a Abdul Guiebre?
Un buon modo per evitare tragedie come quella successa ad Abba, sarebbe quello di smettere di seminare odio, razzismo e xenofobia da parte di qualche politico irresponsabile che mira a recuperare consensi strumentalizzando le paure dei cittadini e scatenando una pericolosa guerra tra poveri. Abba era un italiano, un cittadino come noi, ed è stato ammazzato a sprangate semplicemente per il colore della sua pelle. Una cosa inammissibile ed intollerabile per un paese civile. Spero almeno che il suo assurdo sacrifico abbia risvegliato le coscienze di tutti e che simili orrori non si ripetano mai più.
Come gestirebbe il problema dei campi nomadi?
Penso che la parola d’ordine sia integrazione. Il centrodestra non può continuare a gestire la questione come un’emergenza. De Corato e la Moratti continuano nella loro opera di repressione e chiudono campi rom con il risultato che il problema si sposta da un punto all’altro del territorio. Penso invece che bisognerebbe mettere a disposizione servizi che permettano ai rom una vita dignitosa pur nel rispetto delle loro tradizioni culturali. Fondamentale è l’integrazione scolastica dei bambini rom nelle scuole.
Quando finirà questa crisi economica?
Purtroppo penso che bisognerà ancora attendere per vedere qualche cenno di ripresa. Il numero dei licenziati, dei cassa integrati, dei disoccupati, nella nostra Provincia e nel paese sta crescendo con cifre impressionanti. Alla faccia di chi continua a dire che la soluzione è l’ottimismo.
C’è poco da stare allegri...
Infatti. Dal governo mi aspetterei risposte concrete anziché boutade.
Per la Provincia cosa proponete?
L’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti, compresi precari e piccole aziende, gestione delle crisi aziendali e contrasto dei licenziamenti. Inoltre: pianificazione territoriale insieme ai comuni per mantenere le destinazioni d’uso per attività produttive respingendo ogni speculazione per case di lusso e nuovi centri commerciali.

(Maggio 09)

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