venerdì 4 settembre 2009

"Tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa"

Iniziamo parlando di una delle proposte più interessanti messe in campo dall’Udc: il Patto sociale per il milanese, “un nuovo welfare ambrosiano per aiutare le famiglie, le imprese e i giovani”. Enrico Marcora ne è l’ideatore. Come è arrivato fin qui?
Partendo dal presupposto che per uscire dalla crisi non è più ammessa l’utopia né le promesse, ma serve un piano straordinario di interventi condivisi tra istituzioni, così da essere tutti responsabili. Io, in particolare, essendo l’unico candidato cattolico mi ispiro all’alto magistero del Cardinale Tettamanzi, promotore di una società solidale, attenta all’inclusione, vicina alle famiglie, per me il vero centro del welfare locale. Dobbiamo rilanciare la solidarietà ambrosiana, come è già accaduto nel dopoguerra.
Scendendo nel dettaglio scopriamo che le famiglie con un reddito certificato fino a 20mila euro l’anno avranno diritto ad una free-card per i trasporti, completamente gratuiti in tutta la provincia. Un’iniziativa mai attuata finora...
Tutti dobbiamo contribuire, tutti dobbiamo rinunciare a qualcosa. Le famiglie non possono più sostenere costi così alti per la mobilità indispensabile, così contribuiamo direttamente, distribuendo le nuove free card. Bisogna ridare ossigeno al potere d’acquisto delle famiglie.
C’è poi la necessità di coniugare il benessere economico delle famiglie all’ambiente. Tutte le famiglie che faranno uso del car sharing o di altre forme di mobilità a impatto zero avranno quindi diritto ad un bonus di 2mila euro per acquistare computer o potenziare l’attuale dotazione. Ci dice due cose su questa iniziativa?
L’ambiente è una ricchezza - l’Europa ha già indicato le linee di sviluppo - e Milano è la città più europea d’Italia, così il car sharing o il bike sharing possono essere una risposta, a impatto zero, a favore del risparmio delle famiglie.
Tema sanità. Il candidato dell’Udc milanese propone – per le famiglie più in difficoltà – la possibilità di sottoporsi a visite mediche gratuite. In che modo i cittadini meno abbienti potranno concretamente beneficiare di questa opportunità?
Nel mio piano di rilancio del milanese ho previsto una rete di eccellenze della sanità, presente in ogni comune con ambulatori condivisi tra i migliori centri di diagnostica e di cura, così che i più poveri non debbano affrontare spostamenti. Il milanese potrà essere il centro europeo per la salute, un territorio dove guarire e star bene grazie alle eccellenti risorse umane e professionali dei nostri medici e dei nostri tecnici.
Cosa ne pensa della proposta dei leghisti di destinare alle donne milanesi spazi riservati della metropolitana?
Semplicemente il peggio, con il loro razzismo vorrebbero coinvolgere la Lombardia in un nuovo medioevo, dimenticando quanto le risorse degli immigrati arricchiscano la nostra società. Noi crediamo nelle regole, nelle leggi della Repubblica e chi sbaglia deve pagare, subito e certamente: questo vale per gli stranieri quanto per gli italiani.
In quale altro modo – secondo lei – è possibile mettere freno all’incremento degli stupri?
Aumentando le risorse, gli stipendi e le tecnologie delle forze dell’ordine soprattutto risanando le aree dismesse dove trovano spazio le inammissibili bidonville.
Riguardo Expo in questi giorni preoccupa la notizia di non avere abbastanza fondi per costruire la linea 6 della metropolitana. Quando anche Milano potrà definitivamente contare su una rete di trasporti efficace, come accade nelle più importanti città europee?
Quando la classe dirigente saprà rinunciare ad una porzione di potere a favore dei cittadini, e quando la politica smetterà di rincorrere le telecamere. In attesa che volino gli asini mi sono candidato gratuitamente alla guida dell’Expo, da insediare in una sede economica e in periferia.
Le statistiche dicono che oggi 14 milanesi su cento sono stranieri. La preoccupa l’idea di una società multirazziale?
Tutt’altro, voglio contribuire a far crescere una società multietnica, purché siano pienamente rispettate le leggi e le regole della società civile.
Tettamanzi propone di andare incontro alle esigenze degli islamici creando nuove moschee di quartiere. Lei cosa ne pensa?
La libertà di culto è sancita dalla Costituzione, scritta da molti cattolici eccezionali. Le nostre radici giudaico cristiane ci consentono di dialogare con tutti, senza mai perdere una briciola della nostra identità. Le moschee devono essere luoghi sicuri e protetti dove la maggioranza degli islamici moderati, integrati da anni nel nostro territorio possano pregare. Se ci sarà il bisogno di una nuova moschea, la realizzeremo.
Ha mai fatto un giro nella moschea di viale Jenner?
Sì, certo.
Cosa le piace e cosa no dei suoi due principali avversari politici, Filippo Penati e Guido Podestà?
Rivolgo a loro la stessa domanda…
Gli oratori sono fra le più importanti realtà cristiano-cattoliche della storia della Lombardia e soprattutto del milanese. Oggi, però, scopriamo che queste strutture sono sempre più deserte. Secondo lei è ancora possibile educare secondo la filosofia di don Bosco?
Oggi, più che mai, dobbiamo aumentare le risorse agli oratori e don Bosco sarà sempre una luce intellettuale e religiosa attuale.
In che modo tornerebbe a investire nell’agricoltura?
Riscoprendo il valore delle tradizioni, dei saperi e della grande cultura agricola lombarda, affiancando però le migliori tecnologie e sostenendo strategicamente le imprese più innovative.

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