lunedì 7 settembre 2009

"Il dialetto lombardo non esiste"

Fa discutere la proposta leghista di insegnare il dialetto nelle scuole. Qual è il parere di uno dei massimi glottologi italiani?
La proposta è inattuabile nella pratica e, se attuata, pericolosa per l’esistenza stessa dei dialetti. Nasce da una evidente ignoranza di cosa sia il dialetto e di come funzioni. Il dialetto è una lingua di uso orale e locale, che ha la caratteristica di essere utilizzata accanto e insieme a un’altra lingua scritta di uso ufficiale e sopralocale, cioè di più ampia diffusone (per esempio una lingua nazionale). In Italia ogni paese ha il suo dialetto, a volte ogni frazione, per cui ci saranno non meno di 10mila dialetti. Il punto è: quale dialetto si vorrebbe insegnare? Il dialetto locale, diverso da paese a paese e spesso incomprensibile a pochi chilometri di distanza, lo può insegnare solo chi già lo parla, ma avrebbe poco senso insegnarlo, perché verrebbe capito solo in paese da chi lo sa già. Se invece si intende, come pare, insegnare non il dialetto locale, ma un dialetto di un centro maggiore (per esempio il dialetto milanese), allora si imporrebbe una lingua estranea, con la conseguenza inevitabile di eliminare il dialetto locale.
Pertanto, l’insegnamento del dialetto, sarebbe paradossalmente a sfavore della sua salvaguardia...
L’insegnamento del dialetto nelle scuole non porterebbe, infatti, alla sua conservazione, ma alla sua trasformazione e alla sua scomparsa a favore dei dialetti più forti o addirittura di forme artificiali di dialetto.
Si sente parlare di dialetto lombardo, ma in realtà il lombardo è un insieme di tante parlate, fra loro simili, ma sostanzialmente diverse. Quali sono i principali raggruppamenti dialettali del lombardo?
È vero, il dialetto lombardo non esiste. I dialetti lombardi sono divisi in due grandi gruppi: quelli occidentali e quelli orientali. I primi comprendono il milanese e i dialetti del contado affini al milanese (dialetti brianzoli, comaschi, lecchesi, varesini), i dialetti valtellinesi, in Svizzera i dialetti grigionesi e ticinesi (che sono una sorta di milanese arcaico), in Piemonte i dialetti novaresi, della Valsesia e dell’Ossola, quelli poi di Gallarate e Busto Arsizio, i dialetti pavesi, che hanno punti di contatto coi vicini dialetti piemontesi, liguri, emiliani. I secondi, invece, riguardano i dialetti bergamaschi, bresciani, cremaschi, cremonesi, e i dialetti mantovani, che presentano analogie con i vicini dialetti emiliani. Non esiste un dialetto lombardo, ma tanti dialetti lombardi, diversi e a volte incomprensibili reciprocamente.
Basta pensare all’incontro fra un milanese e un bergamasco...
Infatti.
“Falchet”, “Monsciasch”, “Brianzoeu”... Cosa si intende con queste affermazioni?
“Falchèt” è un termine spregiativo che indica chi si comporta da campagnolo; veniva usato dal milanese di città per ridicolizzare il provinciale che cala in città; “musciasch” vuol dire monzese e “brianzoeu” brianzolo.
Qual è il dialetto “locale” maggiormente utilizzato?
Ogni dialetto è locale, quello maggiormente utilizzato è quello con più parlanti. Non abbiamo dati sicuri in proposito, perché i dati ISTAT sono basati sull’autovalutazione, cioè sulla domanda: “Lei parla italiano o dialetto?”. Ma naturalmente non tutti hanno la stessa concezione del dialetto e non tutti sanno veramente come parlano, e quindi le risposte a questo tipo di domande esplicite sono quanto mai infide. Un esempio: i veneti spesso pensano di parlare in dialetto anche quando parlano un italiano regionale con cadenza dialettale.
Perché molte persone parlano ancora il dialetto, ma non sono capaci di scriverlo?Perché il dialetto è una lingua orale, che si parla ma non si scrive. Gli usi scritti del dialetto sono molto rari e sempre letterari, dovuti cioè all’iniziativa di poeti e commediografi, che scrivono in dialetto sul modello della letteratura in italiano.
Crede che con le nuove generazioni si perderà definitivamente la capacità di parlare come i nostri nonni?
Temo di sì, per due ragioni. La prima è che il dialetto, come ogni lingua orale, è in continua trasformazione, un mutamento non avvertito dai parlanti, ma costante, tanto che il dialetto dei nipoti è diverso – poco o tanto – da quello dei nonni. La seconda è che la natura di una lingua dipende dalle condizioni sociali del suo uso; il dialetto è la lingua di comunità piccole e isolate, per questo i dialetti sono tantissimi e diversi; per conservarsi si dovranno perpetuare queste condizioni sociali, cosa difficile nell’epoca delle televisione e della globalizzazione, e non so quanto augurabile. Sicuramente la perdita dei dialetti è un impoverimento, ma la soluzione non credo sia la creazione di riserve, di ghetti linguistici.
Esistono molte pubblicazioni in dialetto?
Esistono molti studi sui dialetti italiani; purtroppo però negli ultimi trent’anni sono stati progressivamente eliminati gli insegnamenti di Dialettologia italiana all’università, e quindi anche gli studi sui dialetti ne hanno risentito. Speriamo che in futuro si possa rinvigorire la grande tradizione dialettologica italiana.
Conosce “La Vus dell’Insubria”?
No.
Il milanese non ha un riconoscimento giuridico e non è oggetto di tutela da parte della Repubblica italiana, mentre il lombardo è riconosciuto ufficiosamente con la Raccomandazione n. 928 del 7 ottobre 1981 del Consiglio d’Europa. Che senso ha preservare una lingua che di fatto non esiste (perché rappresentata, come si è detto, da più idiomi) a scapito di una che, invece, ha dei ‘connotati’ ben precisi?
Infatti è una sciocchezza; il milanese esiste, il lombardo no (vedi sopra, domanda 2); volendo, lo si può creare artificialmente, ma non si può dire che c’è.
Glottologi specializzati nelle lingue dell’est italiano dicono che il ladino, in certe zone, risente dell’influenza del tedesco e dello sloveno. Per quanto riguarda il milanese, quali sono gli idiomi che l’influenzano di più?
Le lingue vengono influenzate dalle altre lingue con cui vengono a contatto, quindi il milanese è stato influenzato soprattutto dall’italiano; in misura minore, nel passato, dal francese e dallo spagnolo.
È corretto, quindi, asserire che la parola “fioeu” è influenzata dal francese - in quanto “oeu” può essere assimilato all’“eu” francese – e che la “u” di “malumor” è figlia della “u” tedesca?
No. La ö e la ü si trovano nel milanese, nel francese, nel tedesco, e in molte altre lingue, senza che necessariamente vi siano stati dei rapporti reciproci. Comunque il milanese e il francese sono imparentati, in quanto entrambi derivano da un latino che ha subito l’influsso delle lingue celtiche (infatti il milanese è annoverato tra i dialetti gallo-italici).
Incuriosisce poi il fatto che molti verbi in dialetto milanese sono seguiti da una preposizione o un avverbio che ne altera il significato. Per esempio “trà” (tirare), può diventare “trà via” (gettare), o “trà su” (vomitare) o “trà giò (buttar giù). Accade anche con l’inglese, per esempio in “get up”, “get down”, “get off”... Ci sono analogie fra le due lingue?
No. Si tratta di una strategia sintattica particolare, presente in molte lingue del tutto indipendenti tra loro. È un fenomeno che nasce nell’uso orale e tende ad essere eliminato nelle lingue scritte.
C’è qualche parola che rimanda addirittura alle popolazioni celtiche pre-romane che occuparono la Lombardia per secoli?
Sì, ma non tanto alle lingue celtiche in sé, quanto agli elementi celtici penetrati nel latino, e che quindi si ritrovano, in gran parte, anche in italiano (per esempio le parole carro, camicia, benna).
Si ritiene che siano dovuti all’influsso celtico alcune particolarità fonetiche che accomunano i dialetti lombardi al francese, per esempio il suono ü di cui parlavamo prima.
Per concludere... lei che dialetto parla?
La mia lingua materna è l’italiano; capisco bene il milanese, il dialetto di mia madre, ma lo parlo male; per ragioni di studio, capisco abbastanza bene anche gli altri dialetti lombardi.

1 commento:

  1. Io sarei disposto ad insegnare il dialetto di Casorate Sempione scritto e parlato gratis, magari in ore pomeridiane o in ore libere. Cosa ne pensa di questa idea?

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