martedì 20 luglio 2010

Twenty Questions: Iperborea Edizioni

In che anno nasce la vostra casa editrice?
Nel 1987.
Quanti libri pubblicate ogni anno?
Dodici.
Narrativa straniera o italiana?
Prevalentemente straniera.
Poesia?
No.
La prossima pubblicazione?
“Un’altra vita”, romanzo-autobiografia di Per Olov Enquist.
Cosa ne pensate del fatto che ci siano case editrici che arrivano a chiedere fino a 8mila euro per pubblicare un esordiente dopo averlo paragonato a Faulkner e Hemingway?
L’editoria a pagamento non è editoria.
Quanti manoscritti vi arrivano ogni anno?
1500 circa.
In che percentuale la proposta di uno scrittore sconosciuto trova la via della pubblicazione?
Nel 2009 abbiamo pubblicato 12 romanzi, di cui 3 erano di autori esordienti.
In che percentuale il lavoro di un editor influisce sul prodotto finale?
Le nostre traduzioni vengono tutte controllate parola per parola e a volte editate anche drasticamente.
Quante copie prevede la prima tiratura di un nuovo testo?
3500 per gli esordienti.
Avete provato a bocciare una proposta che poi, con un altro editore, si è rivelata un successo?
Sì. Stieg Larsson…
Potete dire il libro che vi è piaciuto di più, fra gli ultimi letti, non pubblicato però dalla vostra casa editrice?
Revolutionary Road, di Richard Yates, edito da Minimum Fax.
In generale, i tre libri della vita…
Stig Dagerman, "Il viaggiatore"; Albert Camus, "L’uomo in rivolta", Don DeLillo, "Underworld".
E i tre dischi…
Uno: "London Calling", the Clash
Quando avremo anche a Milano il salone del libro 'alla torinese'?
Credo mai.
E adesso qualche domanda di carattere generale… Cosa ne pensate del fatto che Economist abbia definito il nuovo decennio appena iniziato "debtcade", cioè dei debiti?
È un dato di fatto, almeno per quello che riguarda l’Occidente.
Come vivrebbe l'uomo se i suoi livelli di serotonina fossero tarati a un livello maggiore?
Per questo esiste la chimica.
Un voto alla televisione italiana…
Zero. Ma forse è un bene: se fosse buona gli italiani leggerebbero ancora meno. Io per primo.
A Vladivostok ci sono le spiagge?
Sì.
Qual è l'angolo milanese che vi affascina di più?
Un tempo era la Darsena. Ora mi rattristo ogni volta che mi tocca passarci accanto.

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