martedì 27 luglio 2010

Twenty Questions: Bellavite Editore


In che anno nasce la vostra casa editrice?
1990.
Quanti libri pubblicate ogni anno?
Trenta.
Narrativa straniera o italiana?
Italiana.
Poesia?
No.
La prossima pubblicazione?
A luglio uscirà "Orti di monte, orti di lago, coltivare secondo tradizione nel territorio lariointelvese".
Cosa ne pensate del fatto che ci siano case editrici che arrivano a chiedere fino a 8mila euro per pubblicare un esordiente dopo averlo paragonato a Faulkner e Hemingway?
Preferiamo non rispondere.
Quanti manoscritti vi arrivano ogni anno?
Una quarantina.
In che percentuale la proposta di uno scrittore sconosciuto trova la via della pubblicazione?
Un misero 2%.
In che percentuale il lavoro di un editor influisce sul prodotto finale?
Un buon 40%.
Quante copie prevede la prima tiratura di un nuovo testo?
Dipende, circa mille.
Avete provato a bocciare una proposta che poi, con un altro editore, si è rivelata un successo?
Sì, è capitato.
Potete dire il libro che vi è piaciuto di più, fra gli ultimi letti, non pubblicato però dalla vostra casa editrice?
"I ragazzi di Odenberg" di Gaffi Editore.
In generale, i tre libri della vita…
"I Malavoglia", Il bambino con il pigiama a righe", "Zia Mame".
E i tre dischi…
Qualunque cosa dei Pink Floyd e di Vasco Rossi. E Nina Zilli.
Quando avremo anche a Milano il salone del libro 'alla torinese'?
Credo mai.
E adesso qualche domanda di carattere generale… Cosa ne pensate del fatto che Economist abbia definito il nuovo decennio appena iniziato "debtcade", cioè dei debiti?
Preferisco non rispondere.
Come vivrebbe l'uomo se i suoi livelli di serotonina fossero tarati a un livello maggiore?
Preferisco non rispondere.
Un voto alla televisione italiana…
5.
A Vladivostok ci sono le spiagge?
Non saprei.
Qual è l'angolo milanese che vi affascina di più?
Senz'altro Brera.

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