martedì 16 novembre 2010

"Anno Zero? Bella trasmissione, ma un pò troppo faziosetta"

Ed eccoci all'ultimo appuntamento con i quattro candidati alle primarie del centro-sinistra: Valerio Onida (classe 1936), docente di giustizia costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano. Onida non è mai stato iscritto ad alcun partito, ma ha condotto numerose battaglie civili da cittadino e da avvocato. Tra le principali tappe della sua carriera ricordiamo la nomina di giudice costituzionale nel 1996, e l'assunzione della carica di presidente della Corte costituzionale nel 2004. È sposato e ha cinque figli.
Mancano pochi giorni alle primarie del 14 novembre. Come è stata la "corsa" di Valerio Onida?
Senza una macchina organizzativa paragonabile a quella messa in piedi dai partiti (impropriamente), ma con l'entusiasmo e un gruppo sempre più numeroso che crede nel progetto, per oggi e per domani.
L'obiettivo è quello di superare la quota degli 82mila elettori del 2006. Ce la farete?
Penso di sì.
Quale l'argomento che le sta più a cuore e che per primo affronterebbe nel momento in cui dovesse trovarsi a guidare la metropoli?
La casa. La battaglia per rifondare la gestione delle case popolari.
Ad Affari Italiani rivela che "la Moratti è prigioniera, da una parte dalla Lega, dall'altra dalla sua maggioranza. Come vede il futuro milanese se il centro-destra dovesse accompagnare la città fino a Expo 2015?
Gramo. Ma penso che non avverrà.
A proposito di Expo, come dovrebbe comportarsi la commissione antimafia?
Come tutte le amministrazioni, quelle che si occuperanno di Expo, dovranno essere in prima linea nel rilevare e nel combattere anche i segni preliminari o i sintomi d'infiltrazioni mafiose, senza aspettare che siano le indagini giudiziarie a farlo.
Cosa ne pensa dei suoi sfidanti?
Il problema non è quello dei candidati, persone assolutamente perbene (in particolare Giuliano Pisapia è per me un amico e un compagno di battaglie civili). I problemi sono due: il primo è chi c'è dietro ai candidati, e che potrebbe domani condizionarne l'attività. Il secondo è: chi è meglio in grado di parlare alla larga parte della città che vuole un'alternativa? Rispetto al primo problema temo che con Boeri governerebbero gli attuali gruppi dirigenti locali del Pd, espressione di una vecchia politica. Rispetto al secondo temo, invece, che Pisapia non raccoglierebbe i consensi di un elettorato oltre gli steccati della sinistra storica.
Tutti comunque a favore dell'Ecopass, che con una giunta di centro-sinistra verrebbe potenziato…
No, non sono favorevole a una semplice estensione dell'attuale Ecopass. Piuttosto credo sia necessaria una vera congestion charge.
Perché è importante girare la città in bicicletta…
Perché non s'inquina, ci si muove più liberamente. Però ci vogliono strade adatte!
Ultimamente ci sono state incomprensioni fra Maroni e La Casa della Carità, relativamente al problema Rom. Lei come arginerebbe il problema?
Se fossi stato il sindaco che si sentiva imporre dal Ministro degli Interni (e dalla propria maggioranza) l'ingiunzione di non attuare una misura elementare di giustizia, già sottoscritta, mi sarei rifiutato di proseguire il colloquio e avrei messo sul piatto le mie immediate dimissioni.
Altra nota dolente è il difficile dialogo con l'Islam. Pisapia si dice favorevole a una moschea milanese, e lei?
Le moschee, come le chiese, sono edifici di culto che le comunità religiose interessate hanno diritto di realizzare e utilizzare nel rispetto, ovviamente, delle normative urbanistiche. L'ente pubblico ha solo il dovere di garantire a tutti, in condizioni di uguaglianza, il diritto fondamentale alla libertà di culto, sancito dalla Costituzione.
"Annozero"?
Bella trasmissione, talvolta un po' troppo piazzaiola e faziosetta...
L'angolo di Milano che ama di più?
I Navigli, dove c'è la scuola che hanno frequentato i miei figli, in via Brunacci. Lì, negli anni Settanta, abbiamo fatto storiche battaglie per la partecipazione scolastica.

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