mercoledì 29 settembre 2010

“Ciò che permette al male di espandersi è l’inerzia dei buoni”

MW interview Gabriele Albertini, politico e imprenditore milanese. È stato sindaco di Milano dal 1997 al 2006, a capo di una coalizione di centro-destra. Rieletto al Parlamento Europeo alle elezioni del 6-7 giugno 2009, ha ricevuto numerose onorificenze fra cui quella di "Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana".
Durante la trasmissione "Primo Tempo" Albertini dichiara che la sua candidatura a sindaco di Milano è "pura astrazione". Cosa la fa desistere dall'idea di guidare di nuovo la città di Milano?
È certa la ricandidatura dell’attuale Sindaco da parte della coalizione Pdl-Lega, fatta questa premessa la mia eventuale ricandidatura avrebbe il solo scopo di nuocere e di non costruire alcunché. In questa posizione - ribadendo il concetto che più volte ho espresso e mutuato dalla nota descrizione di Mario Cipolla nel suo pregevole libretto “Allegro ma non troppo”- mi metterei nel ‘quadrante dello stupido’ insieme a coloro che, con il proprio comportamento, fanno del male a sé e agli altri.
Cacciari - filosofo ed ex primo cittadino di Venezia - però parla di una sua ipotetica "validissima candidatura", sostenendo che, il suo ruolo di sindaco, sarebbe utile anche alla sinistra.
Ringrazio Cacciari per la sua molto generosa affermazione , impreziosita dal fatto che sia uno dei protagonisti del ‘campo di Agramante’ e goda - dai tempi in cui eravamo colleghi e ci frequentavamo nel comitato dei sindaci delle città metropolitane - della mia piena stima e della mia viva simpatia.
Peraltro la sinistra le avrebbe proposto un'alleanza.
La Sinistra avrebbe proposto un’alleanza nell’ipotesi molto improbabile che io fossi andato al ballottaggio, presentando una lista civica. In realtà con l’eventuale presentazione di una mia lista civica, al ballottaggio sarebbero andati l’attuale Sindaco uscente e il candidato presentato dal centro sinistra e con ciò, mi richiamo al ‘quadrante dello stupido’ di cui parlavo prima.
Cosa le piace della politica ‘morattiana’ e cosa invece la preoccupa di più?
Mi è sicuramente piaciuta la vittoria di Milano nella competizione con Smirne per l’assegnazione dell’Expo 2015: un indiscusso pregevole successo di marketing urbano. Non mi è piaciuto l’Ecopass, che ho definito come di fatto è: inutile sul piano del miglioramento della qualità dell’aria, iniquo perché fa pagare ai poveri che hanno macchine vecchie ed esenta i possessori di costosi e moderni Suv dalla medesima tassa ed inoltre antieconomico perché costa più la sua organizzazione rispetto quello che è il ricavato. Non mi è piaciuta la politica contraria alle privatizzazioni - se si considera che l’attuale giunta ha addirittura ricomperato quote azionarie dell’Aem con lo scopo di rimanere in parità nella compagine azionaria di A2A, ovvero la Società frutto della fusione tra la Società energetica del comune di Brescia e quella di Milano. Sono scelte che hanno enormemente ridotto le possibilità di spesa in opere pubbliche e hanno compromesso il finanziamento di importanti infrastrutture. Non mi è piaciuta la destrutturazione se non distruzione della macchina comunale effettuata sin dai primi giorni di governo con le conseguenze molto negative che sappiamo, circostanza per la quale l’attuale amministrazione è stata anche condannata da parte della Corte dei Conti. In ultimo, per quanto riguarda l’Expo, mentre ho ammirato la capacità di marketing, di contro, devo criticare l’incapacità di gestione che si è determinata a seguito della prestigiosa vittoria.
Cosa ne pensa delle primarie del centro-sinistra?
Le primarie, se fatte correttamente, sono una testimonianza di rispetto delle regole democratiche e la manifestazione della volontà di far partecipare il ‘popolo dei seguaci’ alle scelte dei candidati e all’azione politica che gli stessi devono svolgere. In sé quindi, sono un elemento di positività.
C'è qualche esponente che le piace più degli altri?
Ritengo che tutti e tre i candidati abbiano, con titoli diversi, delle caratteristiche personali e professionali ragguardevoli e sono assolutamente rispettabili per qualità umane. Detto ciò, per l’altezza del ruolo svolto, per la qualità del pensiero e persino per una certa vicinanza caratteriale, dei tre candidati quello che voterei, se fossi iscritto al Pd, è quello che risulta nei sondaggi il meno votato e il meno votabile per le minori prospettive di vittoria, cioè il professor Onida.
Milano sarà pronta per Expo 2015?
Siamo al limite massimo di ritardo. I tempi di realizzazione - intesi come progetto esecutivo, bandi, appalti - e i tempi di reperimento dei fondi e di esecuzione dei lavori, sono al limite della praticabilità, tenuto conto che ancora non si sono definite le proprietà degli spazi in cui dovrebbero essere edificate le strutture e in cui sarà ospitata la manifestazione. Il ritardo accumulato è preoccupante, ancora non irreparabile ma giunto ormai al limite massimo.
Saranno tenute a bada le infiltrazioni mafiose?
La risposta è sì, se si metteranno in campo tutti gli strumenti e se si sceglieranno le persone con caratteristiche di spiccata onestà ed incorruttibilità per gestire la situazione. Insomma, per intenderci cito un proverbio: “Ciò che permette al male di espandersi è l’inerzia dei buoni”.
Il centro-destra a livello nazionale è un po’ in defaillance. Qual è la sua opinione sull'argomento?
Il centro-destra sta attraversando una crisi direi connaturata con le stesse caratteristiche del suo successo. Mi spiego meglio: il carisma del nostro capo Silvio Berlusconi è stato l’artefice del successo, elettorale prima e politico poi, della strategia e della sua azione dal ’94 ad oggi. Con la costituzione del Popolo della Libertà, frutto della fusione dei due principali partiti che per 16 anni erano stati alleati ma separati, avrebbe dovuto portare alla palingenesi dei seguenti criteri: 1.dibattito interno aperto ai contributi di tutti sulle strategie del Partito 2.selezione del ceto dirigente attraverso elezioni e non nomine 3. stesura e doverosa applicazione di un codice etico, per evitare anche gli imbarazzi di avere dei dirigenti di partito o membri di governo coinvolti in fatti censurabili. Questi tre argomenti non sono stati realizzati e questa condizione ha portato alla scissione non ancora irreversibile, ma certo critica, del gruppo dei ‘finiani’. In altri termini, tutto è ancora recuperabile ma le cause endogene della crisi sono presenti e riconoscibili.
Attualmente Albertini è presidente della Commissione Affari Esteri al Parlamento Europeo. Come procedono le cose?
L’UE dopo il Trattato di Lisbona ha di fatto iniziato un nuovo corso, potremmo dire, con una riflessione forse un po’ ardita ma assolutamente ragionevole: se il Trattato di Maastricht ha inventato l’euro, il Trattato di Lisbona pratica la Politica Estera Europea. In effetti, in questo frangente, l’Unione europea è dotata di un “Ministro degli Esteri”, la Baronessa Ashton, Alto Rappresentante e Vicepresidente della Commissione, oltre che di un Servizio Europeo di Azione Esterna - una sorta di corpo diplomatico per affermare appunto una politica estera dell’Unione coordinata con quella degli Stati Membri ma distinta. Le cose procedono in questa direzione ma con molte difficoltà. Trovo simpatico - per esprimere queste difficoltà- citare la risposta che la stessa Baronessa Ashton diede durante un'audizione alla Commissione Esteri. Un deputato, credo del Partito Conservatore inglese, le fece questa domanda: “Il Segretario di Stato Americano Henry Kissenger, una volta - rispondendo a chi lo criticava per la sua neghittosa volontà di escludere l’UE dalle consultazioni circa la politica estera degli Stati Uniti nel mondo – disse che avrebbe consultato ben volentieri il collega europeo se mai vi fosse stato un numero di telefono da fare ed una persona da contattare". Fatta tale premessa il collega inglese venne alla domanda: “Baronessa Ashton adesso c’è questo numero di telefono?” Risposta della Ashton: “ Il numero di telefono c’è ma il centralino risponde così: per conoscere la posizione tedesca digitare 1, per conoscere la posizione francese digitare 2, per conoscere la posizione britannica digitare 3 …”. Questo per dire che, mentre il trattato di Maastricht ha cancellato le monete nazionali e ha esautorato le Banche centrali dallo svolgere la loro precipua funzione di difensori della moneta nazionale, con l’avvento dell’euro che ha sostituito i vecchi conii – l’inizio della Politica Estera europea non ha cancellato, ne potrebbe farlo, l’esistenza di politiche estere nazionali che vanno armonizzate ed integrate con la prima.
L'angolo di Milano che ama di più?
La zona di Milano in cui sono nato e vissuto è sostanzialmente la zona di Certosa Sempione e Fiera, che è anche quella in cui tutt’ora abito. Per me dunque: il Parco Sempione, il Castello Sforzesco, l’Arco della Pace e appunto la Fiera - dove esponeva la Ditta Albertini dalla sua fondazione e dove anche frequentavo la Scuola Leone XIII - è la mia Milano. È la Milano che adesso più di altre zone, con la nuova City Life, la linea Metropolitana 5 che sosterà proprio li davanti e le tre torri Libeskind, Zaha Hadid e Isozaki nonchè il Portello contiguo, è la zona, dicevo, in cui si compie la più poderosa trasformazione verso il XXI secolo. Questi luoghi di Milano mi permettono di coniugare ricordi della mia vita privata, con fatti e opere salienti del mio mandato da Sindaco. Per esempio il citato Portello sorge nella zona, nel tratto di strada, che percorrevo dalla mia abitazione al Leone XXIII, che è la scuola che ho frequentato dalla seconda elementare alla maturità classica. Tutte le mattine passavo davanti agli uffici e ai cancelli dello stabilimento dell’Alfa Romeo, poi sono incappato nel primo blocco stradale nel ’69 all’inizio dell’Autunno caldo, proprio ad opera degli operai – per lunghi anni ne ho visto il decadimento urbano, erano aree dismesse e non ancora rigenerate a Città. Ora queste zone, grazie all’impulso dato nel nostro turno di guardia, stanno diventando una Nuova Milano e noi insieme ad altri siamo stati i protagonisti di questa palingenesi. La zona Fiera, Portello, Parco Sempione, e dei contigui monumenti – a questo proposito ricordo ancora un aperitivo che presi in calzoni corti, con mio padre sulla torre Branca, che allora non si chiamava così e che venne poi ristrutturata dall’impresa Branca ed inaugurata nel mio primo mandato amministrativo - insomma sono zone, sono ricordi che si sposano a situazioni che ho contribuito, con i miei collaboratori nei nostri anni di responsabilità istituzionale, a rigenerare e a proiettare verso il futuro.

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