sabato 16 ottobre 2010

"Ovviamente via Luigi Pasteur"

MW incontra Daniel Jacques Cristelli, presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria, all'indomani della sua dichiarazione sui social network, che alimenterebbero la disinformazione relativa ai vaccini. Castelli è nato a Rabat nel 1954 e ha doppia cittadinanza, francese e italiana. Laureato in Farmacia nel 1980 presso l'università de Pharmacie de Tours, diviene presidente dell'Associazione dei Marketing Managers (AMM) e responsabile della commissione comunicazione e membro del consiglio direttivo del Club Inter farmaceutico (CIP). In Farmindustria è membro del Gruppo Vaccino e del Gruppo delle Aziende Europee.
"Oggi le vaccinazioni sono come le streghe di qualche secolo fa, su cui si diceva di tutto". Può spiegare meglio questa affermazione?
La paura spesso nasce dalla mancanza di conoscenza. L'avversione nei confronti delle vaccinazioni è cosa antica basta guardare le 'vignette' ottocentesche sui presunti effetti del vaccino anti-vaiolo messo a punto nel 1796 da Edward Jenner. Immagini improbabili, che fanno sorridere, ma la mancanza d’informazione e/o la disinformazione può creare seri danni, come è accaduto nel caso della pertosse in Gran Bretagna negli anni '70 o nel caso del morbillo in questi ultimi dieci anni. Con questo non voglio dire che non ci deve essere dibattito ma ogni cosa che viene detta deve essere valutata anche considerando gli effetti che creerà.
I vaccini sono i migliori alleati della nostra salute?
Sono prodotti biologici studiati e messi a punto, dopo anni di ricerche e studi, per mantenerci sani.
Lei è il presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria. Qual è la percezione dei vaccini su social network come Facebook?
Da una ricerca condotta a marzo scorso da un’azienda internazionale è emerso che sui principali social network il 95% in media delle pagine dedicate ai vaccini è negativa. Nella maggior parte dei casi le ragioni che motivano questo atteggiamento risiedono in false credenze, in un continuo passaparola che ha perso i suoi punti di riferimento.
Il motivo?
Ciò può dipendere da molti fattori socio-culturali ma su tutto va detto che i vaccini sono spesso vittime del loro successo. Citando la Stampa del 15 settembre scorso: “8 figli per averne 2 adulti, gli altri 6 da regalare alle malattie infettive entro i primi anni di vita. Questa era la media di una famiglia europea alla fine del 700". Con questo non voglio dire che siamo contro i social network. Al contrario. Credo che proprio attraverso questo potente mezzo di comunicazione sia possibile cambiare alcune percezioni sbagliate.
Grazie alle campagne di vaccinazione, molte malattie sono scomparse o sono tenute sotto controllo, tanto da non rappresentare più un pericolo per l’uomo…
Alcune malattie non esistono più. Non si ha ricordo, né memoria di tutto ciò. I giovani oggi pensano che la ‘polio’ sia un gruppo rock e non una grave malattia, anche mortale, che fino a qualche decennio fa colpiva tantissime persone soprattutto in giovane età e che solo grazie alla vaccinazione è stata eradicata. Basti pensare che anche grazie ai vaccini la quasi totalità della popolazione italiana è in salute: e stiamo parlando di circa 60 milioni di persone.
Come si può fare per sradicare questa tendenza a considerare negativamente i vaccini?
Continuando a impegnarsi e lavorare per avere uno scambio di informazione costruttivo. Con questo spirito il Gruppo Vaccini di Farmindustria lavora da anni e quest’anno ha organizzato un incontro dedicato ai vaccini, nel quale erano seduti a un tavolo comune gli esperti dei vaccini e gli esperti della comunicazione.
Eppure l'anno scorso s'è fatto un gran parlare di vaccinazioni, in seguito alla temibile "suina” che poi s'è rivelata molto meno pericolosa delle aspettative. Come biasimare chi critica i vaccini e fa notare il can-can inutile dell'inverno 2009/2010?
Sulla pandemia si è detto molto. E molto altro potrebbe essere detto senza mai trovare una conclusione. Mi piace fare un esempio per provare a far capire cosa è stato fatto e come si è gestita questa emergenza. Se una mattina guardo fuori dalla finestra e mi accorgo che il cielo è coperto dalle nuvole, prima di uscire prendo l’ombrello perché penso che possa piovere. Se poi ciò non accadrà, tanto di guadagnato. Nessuno mi potrà giudicare per aver preso un ombrello. Ecco, con la pandemia è successa la stessa cosa.
Le Autorità Sanitarie sapevano che sarebbe arrivata questa nuova influenza…
Lo dimostravano dati provenienti dall’emisfero sud del mondo e dagli Stati Uniti dove il virus dell’H1N1 aveva già colpito. Nonostante questo non si poteva sapere quanto intensa sarebbe stata l’ondata pandemica. Applicando la miglior strategia preventiva sono stati messi a punto dei vaccini ad hoc, chiedendo uno sforzo produttivo alle aziende. In Italia a causa della pandemia sono morte circa 300 persone e sono circa ottomila i decessi per virus influenzali stagionali.
Di questi ultimi non si parla quasi mai…
Ma cosa si sarebbe detto se quelle 300 persone fossero morte senza che lo Stato Italiano, come tutti gli altri stati europei, non avesse acquistato i vaccini?
Anche per il 2011 Cristelli è stato confermato Presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria. Quali gli obiettivi per il nuovo anno?
Continuare a lavorare portando avanti proposte, idee e azioni volte a investire e accrescere la cultura della prevenzione a tutti i livelli, anche ai fini di una migliore allocazione delle risorse esistenti. All’interno di Farmindustria, con i componenti del Gruppo Vaccini che presiederò per i prossimi due anni, siamo più che disponibili a portare valore aggiunto alla sanità Pubblica attraverso la ricerca di soluzioni e la piena collaborazione con le Istituzioni, in particolare per quanto riguarda l’allocazione delle risorse destinate alla prevenzione vaccinale in linea con quanto avviene in Europa.
Ultima domanda che rivolgiamo a tutti i nostri intervistati. Ci può dire l'angolo di Milano che ama di più?
Ovviamente Via Luigi Pasteur… (Pasteur è fondatore della microbiologia moderna. A lui si devono i progressi medici nell'ambito dei vaccini, ndr.).

Nessun commento:

Posta un commento