mercoledì 9 giugno 2010

"Perché Bossi l’è una gran brava persuna e me senti che me ghè voeuri ben…"

Buongiorno assessore, iniziamo con il maltempo di questi giorni. S'è parlato di un vero e proprio flagello per l'agricoltura lombarda. Ci può fare il punto della situazione?
La calamità – in base a quanto prevede la legge – si è chiusa per noi ufficialmente mercoledì 19. Stiamo effettuando una ricognizione provincia per provincia per la costatazione e la stima dei danni, che si completerà entro massimo due settimane e tenendo in grande considerazione i segnali che ci arrivano dal territorio e dalle imprese; sul tema mi sono confrontato la scorsa settimana con gli assessori provinciali alla partita e sono stato da loro rassicurato circa una situazione sotto controllo. Trattandosi di una valutazione in corso di approfondimento, attendo di avere una relazione puntuale e definitiva a breve dagli uffici regionali.
Gli esperti, peraltro, prevedono un'estate più calda del normale. Quando verrà il tempo di fare i conti come potrà essere giudicata l'annata 2010?
Sappiamo bene che forti alternanze di temperature, soprattutto se protratte nel tempo, non sono certo un vantaggio per le colture. Detto questo mi riservo di vedere se le previsioni meteo saranno rispettate, prima di fare una valutazione.
Giulio De Capitani arriva a essere assessore all'Agricoltura dopo aver vestito il ruolo di presidente del Consiglio regionale… Quali sono i punti sui quali intende procedere nel suo lavoro?
Una delle battaglie già intraprese in Consiglio che intendo continuare a condurre è senza dubbio quella contro la burocrazia: le imprese agricole, come del resto tutto il mondo produttivo lombardo, merita di essere sgravato da una serie di procedure che rallentano il lavoro e procurano solo perdite di tempo e di energia, oltre che inutili aggravi di spesa. Anche per questo saluto con favore l’istituzione, nella nuova Giunta regionale, di un assessorato alla Semplificazione.
Quali sono le priorità della regione Lombardia?
Il lavoro, innanzitutto, il sostegno alle imprese e all’economia, ma anche la famiglia e lo snellimento delle procedure, come detto. Sopra tutto questo sta, evidentemente, il federalismo – con priorità a quello fiscale – senza il quale anche la nostra pur virtuosa Lombardia rischia di essere molto meno competitiva, soprattutto a livello internazionale.
In questi giorni ha parlato d'indennità compensative relative a quasi 4mila richieste presentate dagli agricoltori nel 2009…
Si tratta delle quote previste a sostegno dell’agricoltura di montagna, dove la manutenzione del terreno in buone condizioni implica continui interventi: circa 4mila richieste per il 2009, per uno stanziamento di 8 milioni e mezzo di euro, che stiamo erogando in queste settimane. Il ritardo, pur di pochi mesi, non si ripeterà: le richieste avanzate per il 2010 saranno senz’altro evase entro la fine dell’anno.
Oggi come possiamo definire l'agricoltura regionale?
Intanto è il pilastro su cui poggia buona parte dell’economia lombarda, tenendo conto che la Lombardia è la prima regione agricola del Paese, ma è anche uno dei principali settori attraverso cui valorizzare l’identità regionale. I prodotti parlano la lingua dei territori da cui provengono, tutelarne le specificità significa agire direttamente sul patrimonio culturale delle comunità.
Si possono fare delle differenze - in meglio e in peggio - rispetto ad altre regioni?
In generale mi sento di poter dire che tra i nostri punti di forza c’è quello di associare prodotti che hanno una veste più “industriale” e altri un po’ più “di nicchia” e questo è possibile grazie ai tre diversi macro ambienti di cui il nostro territorio è ricco: pianura, collina e montagna, ciascuno con le proprie specificità agricole. Come criticità individuo la sfida di riuscire a tutelare ancora meglio i nostri preziosi terreni agricoli.
Si parla spesso di effetto serra e di tropicalizzazione degli habitat. Ci sono colture che, provenienti da altre latitudini, oggi hanno "attecchito" anche in Lombardia?
Per ora mi risultano solo nicchie di produzione di cavolo cinese e peperoncino piccante, ma il territorio della Lombardia è straordinariamente eterogeneo e, se in futuro dovessero essere introdotte nuove colture, esse rappresenterebbero un ulteriore elemento competitivo a disposizione del nostro tessuto imprenditoriale agricolo, costituito da aziende professionalmente preparate e attente alle opportunità di innovazione.
Qualchedün l'è leghista perché l'è natif de Casan Magnagh. Lei perché è leghista?
Perché prima, ma taant prima me seri vergòtt d’alter ma seri mia tant cuntent; perché me so cunvint che la Padania magari adess la và pian ma de sicüür la riva luntan; perché Bossi l’è una gran brava persuna e me senti che me ghè voeuri ben… Quando ho interpretato il testo di Gaber in chiave leghista ammetto di avere in parte adattato il testo a quello che penso sia il sentire comune della gente della Lega; è un testo lungo – e avrei potuto continuare – perché sono tante, tantissime le ragioni per cui sempre più persone si sono avvicinate al nostro progetto politico e culturale.
Contento degli ultimi risultati elettorali?
Naturalmente sì e non certamente perché mi ha consentito di avere l’onore di poter guidare un settore così strategico per la nostra Regione: piuttosto perché trovo che sia stata riconosciuta e premiata la serietà di un progetto, quello federalista, che la Lega ha avuto la forza di proporre nel panorama nazionale più di vent’anni fa, prima di tutti e – allora – contro tutti. Un progetto che ogni giorno, con responsabilità, molti uomini e donne della Lega onorano con il loro impegno a diverso titolo sul territorio, tra e per la gente.
Perché la sinistra non vince e non convince?
Perché privilegia la demagogia ideologizzata rispetto al contatto con i veri problemi dei cittadini.
Contano di più i battage pubblicitari a favore di questo o di quell'altro esponente politico o i programmi?
Per noi assolutamente e solo i programmi e così è anche per chi non si occupa direttamente di politica: lo dimostra anche la recente risposta elettorale.
Qual è l'angolo lombardo che preferisce?
La punta di Bellagio sul lago di Como-Lecco.
E quello milanese?
Il castello sforzesco e le sue adiacenti pertinenze.

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