mercoledì 14 aprile 2010

"Una brutta fazenda, ovvero Beruscao il penultimo mandingo"

Enrico Beruschi, leggenda dello spettacolo milanese e nazionale. Dopo Pimpinone presso la palazzina Liberty oggi cosa sta preparando di bello?
Sto preparando degli spettacoli teatrali e di lirica. C'è in programma anche una nuova apparizione televisiva, ma per scaramanzia preferisco non parlarne.
Beruschi cantante?
Ebbene sì. Non lo sanno in molti, ma da tempo mi occupo anche di musica lirica.
Vuole segnalarci la data di qualche show?
Il 12 maggio porterò il mio spettacolo di lirica alla Statale di Milano. Il 22 maggio, invece, a Vigevano, mi esibirò per le scuole in uno spettacolo su Leonardo Da Vinci.
Nel tempo libero, invece, a cosa si dedica?
Beh, faccio il nonno.
Una bella soddisfazione. Che nonno è Enrico Beruschi?
Sono un apprendista. Ma la mia nipotina dice che sono il nonno più bravo del mondo.
Beruschi in realtà nasce ragioniere… Come è arrivato a occuparsi di cabaret?
Ero vicedirettore commerciale della Galbusera. Una sera, al mitico Derby, incontrai Walter Valdi. Mi chiese se era vero che facevo ridere, perché così si diceva in giro. Io gli risposi affermativamente e la sera dopo mi fece debuttare con qualche barzelletta.
Come andò?
Alla grande. La gente moriva dal ridere. Ricordo un cameriere che non si reggeva in piedi dalle risate e si aggrappava a una colonna portante del locale per non finire a terra.
Poi?
Poi presi a recitare sempre più spesso. Di giorno lavoravo come ragioniere e di notte come cabarettista. Ne uscivo distrutto ma contento. Alla fine, però, dovetti decidere. O l'una o l'altra professione.
Così cominciò la sua carriera da professionista…
Esattamente. Finii in cartellone con Cochi e Renato, leggendarie figure del Derby. Aprivo io loro spettacoli.
In seguito arriva la tv…
Nel 1974 faccio una minuscola apparizione in una trasmissione per bambini. Roba da poco. Siamo sei clown condensati in uno spazio di venti secondi. Ma poi arrivano le belle esperienze di Non Stop e Drive In. Siamo nel 1977. Non Stop è un varietà televisivo trasmesso dalla RAI fra il 1977 e il 1979 il giovedì sera in prima serata. Fu Pippo Baudo ad avere l'idea di proporre giovani cabarettisti.
Chi c'era d'altri?
Eravamo uno squadrone. C'erano Massimo Troisi, Carlo Verdone, Lello Arena, I Gatti di Vicolo Miracoli, Zuzzurro e Gaspare…
Quindi fu la volta del Drive-In…
Andò in onda su Italia 1 la domenica sera dal 1983 al 1988. Io partecipai i primi tre anni.
Chi fu l'ideatore…
Beh, Antonio Ricci…
Qui compaiono altri colleghi?
Giorgio Faletti, Teo Teocoli, Guido Nicheli, Massimo Boldi, Carmen Russo…
Lei cosa faceva?
Presentavo una parodia intitolata "Una brutta fazenda, ovvero Beruscao il penultimo mandingo". Facevo il verso alle telenovela che andavano tanto di modo a metà anni Ottanta. Poi presentai anche "Il Doctor Beruscus".
Come ha conosciuto Silvio Berlusconi?
Ricordo che c'era Liza Minelli a Milano. Andai a teatro per assistere al concerto e mi accorsi di aver di fianco l'attuale presidente del consiglio. Mi disse: "Cosa aspetti a farti avanti?".
E lei?
Il giorno dopo l'ho ricontattato per essere ingaggiato.
Sono appena finite le regionali. Contento del risultato?
Molto contento. Non nascondo la mia posizione politica. Sono di centro-destra e quindi sono fiero del risultato ottenuto. Certo che far parte del centro-destra a volte è controproducente.
Cioè?
Se sei un artista, 'a sinistra' lavori di più.
Lei ha lavorato con altri grandi dello spettacolo da Greggio a Boldi, da De Sica a Roberto Benigni, passando per Alberto Sordi ed Edwige Fenech. Chi fra gli artisti con cui ha collaborato, le ha dato di più?
Forse Alberto Sordi. Una leggenda. Ricordo quella volta su un set cinematografico. Se ne stava in un angolino, umile e mesto. Ma con i venti passi che compì per raggiungere il luogo in cui doveva girare la prima scena, divenne un gigante inavvicinabile.
Greggio?
Dice che è merito mio se finì al Drive-In. Oggi sta facendo qualcosa di molto importante e sono felice per lui.
Beruschi viene anche ricordato per un tormentone 'storico': "E alllllloooooraaaa…".
Era un'affermazione che si usava. Io l'ho enfatizzata, con successo. Mi serviva per prendere tempo fra uno sketch e l'altro.
Per ciò che riguarda il cinema, Beruschi inizia la sua carriera nel '76 con 'Oh Serafina'. L'ultimo lungometraggio che gira, invece, è 'Montecarlo Gran Casinò' nel 1987. Qual è l'esperienza che le ha dato più soddisfazioni?
Probabilmente 'Un borghese piccolo piccolo', film di Mario Monicelli del 1977. Protagonista Alberto Sordi.
Oggi va ancora di gran moda 'La soldatessa alle grandi manovre'…
Con Edwige Fenech… Che tipo era?
Una donna meravigliosa. Una bellissima donna. Tutti m'invidiavano perché avevo girato con lei una scena sexy.
Essendo di Milanoweb ci piacerebbe sapere qualcosa della Milano degli anni Quaranta…
Era una Milano profondamente diversa da quella di oggi. Era da poco finita la guerra, che io avevo vissuto da sfollato. Quando rientrai in città rimasi colpito dalla sua luminosità. Un'immagine che non mi ha più lasciato.
Beruschi, peraltro, è un milanese doc…
Al 100%. L'unico mio avo 'forestiero' proveniva da Modena. Tutti gli altri sono di Milano. Vado molto fiero delle mie origini. Tant'è che ho anche sviluppato un lavoro su Carlo Porta.

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