mercoledì 14 ottobre 2009

"Sappiamo i rischi che corriamo, ormai... ci sono abituato"

Innanzitutto benarrivato da Milanoweb, quotidiano milanese attivo da circa un anno. Vorremmo in questa occasione farla conoscere un po’ di più ai nostri lettori... Chi è Alessandro Giuliano?
Sono il nuovo capo della Squadra mobile, ho 42 anni, e faccio questo mestiere da più di vent’anni. Prima di questa esperienza ho prestato il mio servizio a Napoli, Padova e Venezia.
Giuliano succede a Francesco Messina, in carica a Milano per due anni e ora vice questore vicario presso la questura di Bergamo. Avete mai avuto modo di collaborare?
In svariate occasioni. Io e Francesco Messina ci conosciamo da una vita. È un professionista che stimo e col quale sicuramente avrò ancora modo di interagire.
Milano è una città con oltre un milione di abitanti. Molti i problemi da risolvere, a partire proprio dall’ordine pubblico. Nella sua già prestigiosa carriera è forse arrivato il momento più difficile?
Sicuramente Milano è una realtà complessa... Ma so già di poter contare su dei collaboratori in gamba e che mi danno fiducia. Insieme affronteremo questo lavoro con fermezza e impegno.
Che impressione s’è fatto di Milano vivendola da lontano?
Quella di una grande città, vitale, attiva e socialmente e culturalmente all’avanguardia...
Conosce il prefetto milanese, Gian Valerio Lombardi?
Ho avuto il piacere di incontrarlo quando era prefetto a Padova.
In pratica si muove in un territorio già conosciuto...
Nel nostro lavoro è abbastanza normale ritrovare periodicamente dei colleghi con cui si sono vissute importanti esperienze lavorative. È una bella realtà.
Nel 2008 il questore di Milano, Vincenzo Indolfi, ha firmato 3.332 decreti di espulsione, mentre le forze dell’ordine hanno arrestato 2.890 stranieri... Come vede il futuro di una città sempre più internazionale?
Questo fenomeno, in realtà, non riguarda solo Milano, ma l’intero Paese. Personalmente non esprimo un giudizio sociologico perché non è il mio campo. Posso solo prendere atto della situazione e adoprarmi perché le cose vadano sempre bene.
Prima di giungere nel capoluogo lombardo ha prestato servizio a Venezia, concludendo diverse operazioni contro la Nuova mala del Brenta. Ci può raccontare qualche esperienza?
Ogni esperienza ha un suo valore, e sarebbero davvero tante quelle da raccontare. Probabilmente per l’opinione pubblica e i media è più facile valutare gli aspetti ‘macroscopici’ del nostro lavoro, come, appunto, la Nuova mala del Brenta... In realtà per noi sono altrettanto importanti le microindagini che consentono magari, semplicemente, di smascherare la truffa a un anziano.
Chi è Raffaele Vassallo?
Un collaboratore di giustizia...
Sottolineò il rischio che correva dopo l’esperienza con la Nuova mala del Brenta...
Sappiamo i rischi che corriamo, ormai... ci sono abituato.
Anche il capo della Squadra mobile ha quindi paura...
Anche il capo della Squadra mobile è un uomo. Diciamo che si impara a convivere con la paura. In ogni caso gli indizi sollevati da Vassallo – ammesso che siano attendibili – sono la prova che abbiamo lavorato bene.
Prima di Venezia, invece, ha lavorato a Padova, dove ha contribuito all’arresto del famoso serial killer Michele Profeta...
È stato un grosso lavoro, continuo, giorno e notte, 24 ore su 24. D’altronde c’era il rischio che il malvivente commettesse altri omicidi.
Però è andato tutto a buon fine...
In realtà quando ci sono di mezzo due vittime – come è stato nel caso di Profeta - ‘l’andare a buon fine’ è sempre un concetto da prendere con le pinze.
Suo padre era il leggendario Boris, capo della squadra mobile di Palermo, assassinato dalla mafia. Poco prima della sua scomparsa – lei era solo un ragazzino - le aveva confidato che stava conducendo delle indagini “molto pericolose”. Cosa ricorda – se le va di parlarne – di quel periodo?
È un argomento che preferirei non affrontare.
Così come la scintilla che l’ha spinta a entrare nella polizia...
Infatti.
Il primo obiettivo del suo nuovo incarico?
Sarei un presuntuoso se dicessi di aver già inquadrato una realtà complessa come Milano. Per il momento posso solo dirvi che perseguirò con la massima attenzione ogni tipo di delitto, piccolo o grande che sia.
La ringrazio molto per la sua disponibilità...
Ringrazio io lei e tutta la redazione di Milanoweb.
Se avremo bisogno di delucidazioni...
Saprà dove trovarmi.

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