venerdì 30 aprile 2010

"Il dato preoccupante è l'avanzamento di un pensiero razzista e xenofobo"

Con che spirito ci avviciniamo a questo 25 aprile?
La festa della liberazione è da sempre un momento di grande partecipazione civile e di attualizzazione dei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Oggi viviamo questo appuntamento con grande speranza ma allo stesso tempo con viva preoccupazione per i tentativi in atto di smantellare l’ordinamento istituzionale e materiale del nostro paese. Continuare a far finta che la crisi non esista, abbandonando migliaia di lavoratori al loro destino, alimentando allo stesso tempo un clima razzista, xenofobo e di guerra tra poveri, significa colpire al cuore il senso profondo del 25 aprile e stravolgere il significato della Costituzione.
Secondo Repubblica di ieri la destra milanese ha già organizzato degli appuntamenti per manifestare contro il 65esimo anniversario della Liberazione…Questo è il secondo motivo di preoccupazione che richiede una reazione unanime delle istituzioni e di tutte le forze democratiche e civili presenti ancora nel nostro Paese. Una forte reazione che ci aspettiamo in particolare a Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza. Siamo di fronte ad un’operazione di vera e propria provocazione, che però contiene un tentativo di riscrivere la storia del nostro paese per smantellare diritti e principi riconosciuti e difendere interessi di parte. Non consentiremo che venga gettato del fango sulla festa della Liberazione.
Cosa ne pensano prefetto e questore?
Circa una settimana fa abbiamo contattato prefetto e questore per chiedere un incontro proprio sulle iniziative organizzate dai gruppi di estrema destra, anche in vista della presenza del Presidente della Repubblica in città. Ad oggi non abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta.
Cosa ne pensa della messa a suffragio del Duce?
Operazione da nostalgici che però rischia di nascondere il pericolo più grande: la riorganizzazione e il ricompattamento di gruppi di estrema destra per infangare la memoria della Resistenza.
Nota un sopravanzo sociale delle destre italiane?
Le ultime regionali mostrano una destra maggioritaria, quantomeno elettoralmente. Il dato preoccupante è l’avanzamento di un pensiero razzista e xenofobo, che individua nel diverso e nel più debole un pericolo sociale e la causa di tutti i mali. Questo non fa altro che alimentare una vera e propria guerra tra poveri, non consentendo di individuare le vere cause del malessere sociale in cui vivono larghe fette di popolazione. Perdi il lavoro? Colpa dei cinesi. La scuola va a pezzi? Colpa dei troppi stranieri.
Chi - fra le autorità politiche - festeggerà il 25 aprile? A quanto pare non ci sarà Formigoni…
Sicuramente ci sarà Giorgio Napolitano. La sua presenza a Milano in questi giorni diventa un fatto di notevole valore simbolico. Per quanto riguarda gli attuali massimi rappresentanti di Comune, Provincia e Regione, non credo abbiano mai festeggiato il 25 aprile, ad eccezione di una presenza puramente elettoralistica al corteo milanese del 2006 di Letizia Moratti…
Pizzinato dice che gli inviti sono stati rivolti a tutti…
Come è giusto che sia. Le istituzioni democratiche di questo paese sono figlie di quel 25 aprile 1945 e della Costituzione. Chi è chiamato a rappresentarle non può arrogarsi il diritto di stravolgerne il significato.
Sarà dunque Napolitano alla Scala a inaugurare il 25 aprile… In generale, cosa le piace e cosa no delle mosse del presidente della Repubblica?
Apprezzo la chiarezza nel riaffermare alcuni principi fondamentali, come nel caso del respingimento della legge di riforma dell’articolo 18. Penso però che anche in altre circostanze avrebbe dovuto dimostrare la stessa fermezza.
Perché la sinistra ha fallito alle ultime elezioni?
Prima di tutto perché divisa e quindi non è più percepita come utile per la difesa degli interessi dei lavoratori e dei ceti più deboli. Però ci sono anche elementi oggettivi, come il bipolarismo che mette fuori gioco, sia economicamente che mediaticamente, le forze esterne ai due schieramenti maggiori.
Al di là del 25 aprile, quale crede siano i problemi più importanti da risolvere per una città come Milano?
Prima di tutto ci sono i problemi del lavoro, della casa e della mobilità. Poi c’è un grande tema che richiede un intervento urgente anche in vista dell’Expo: la lotta alla criminalità organizzata che si è insinuata nel tessuto economico e politico del capoluogo.
Ci dice l'angolo milanese che preferisce?
La chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, in corso Magenta.

giovedì 22 aprile 2010

"Due si incontrano per la prima volta e se si piacciono e hanno il coraggio e la voglia di baciarsi davanti a un barista..."

Ciao Andrea, partiamo dalla vittoria del centro-destra alle ultime regionali…
Non è una bella situazione. La vittoria del centro-destra conferma il clima surreale degli ultimi tempi. Mancano vere prospettive politiche e di governo.
Scandalizzato dal decreto salva-liste?
Non sono un giurista per poter dare un significato legale al problema, tuttavia credo che la mossa del presidente della Repubblica sia biasimabile. È stata una scelta sbagliata. Non si può continuare a spostare di qui e di là l'asticella che separa il lecito dall'illecito.
Dal Popolo delle Libertà si dice che la sostanza deve prevalere sulla forma…
È un pessimo slogan. Personalmente odio gli slogan. In questo caso sembra sottintendere che ogni infrazione commessa è sempre e comunque giustificabile.
Cambierebbe qualcosa per il Magnolia se al governo ci fosse un'amministrazione di sinistra?
Posso dirti che quando il centro-sinistra era a capo della Provincia abbiamo collaborato con Palazzo Isimbardi con successo. Però ci sono anche stati dei momenti in cui ci siamo capiti a fatica. Secondo me a livello locale contano molto di più le persone dei partiti. Partendo dal presupposto che di gente brava e in gamba, si spera, ce ne possa essere davvero, in tutti gli schieramenti. Certo io alle ultime regionali ho sperato nella vittoria del centro-sinistra.
Un commento all'ascesa della Lega…
È perché gli elettori votano con la pancia.
Come dovrebbero votare?
Beh, col cervello.
Allora c'è molta più gente che vota con la pancia…
La gente non ha più voglia di informarsi adeguatamente. Non legge più i giornali, non legge più gli editoriali, si lascia strumentalizzare dagli slogan, dalle frasi a effetto. La politica deve essere studiata e capita, non si può banalizzare il tutto per avere un voto in più.
Quindi non è giusto paragonare i padani agli indiani d'America…
La provocazione ci può anche stare, ma deve essere fatta con cognizione.
Recentemente hai avuto uno scambio di battute con un articolista del Giornale che accusava i centri culturali di non pagare le tasse. Cosa c'è di vero in questa tesi?
Nulla. È una storia che risale a un paio d'anni fa. L'articolista in questione ha trascorso una serata al Magnolia e poi ha steso un pezzo pieno di inesattezze. Non è stata una reale inchiesta ma solo un attacco strumentale riuscito male. Noi non abbiamo nulla da rimproverarci. Paghiamo regolarmente le tasse e in più offriamo esperienze nel sociale e proponiamo attività ricreative spendendo poco.
Spendere poco per poter spendere tutti è un vostro slogan…
Ironizziamo con gli slogan per stare al passo coi tempi!
Come sta andando il progetto casa-famiglia a Segrate?
Molto bene. Fra poco riceveremo una relazione sull'andamento dell'attività.
Quanto avete devoluto?
Cinquemila euro.
Una bella cifra…
Ogni anno ci poniamo come obiettivo quello di contribuire a un progetto sociale, ambientale…Quest'anno?
Abbiamo sovvenzionato un progetto per dare assistenza ai bambini autistici.
Dove?
Sempre a Segrate.
Futuro?
Stiamo già lavorando con diverse università milanesi: Bicocca, Politecnico, Bocconi. Abbiamo chiesto loro dei progetti per poter contribuire alla salvaguardia dell'ambiente.
In realtà, in questo senso, avete già fatto qualcosa…
Beh, sì, allestendo dei pannelli fotovoltaici per ottenere energia senza inquinare.
E la squadra di calcio di clown?
È l'iniziativa di un nostro barista. Noi facciamo semplicemente da sponsor.
Veniamo al Magnolia. In che anno nasce il locale?
Nasce nel 2005. Siamo in quindici e vogliamo dar vita a una struttura che possa coinvolgere un po’ tutti, con proposte di ogni genere, musicali, ricreative, e sociali. Presentiamo il progetto alla Provincia che lo accetta con entusiasmo. Siamo partiti con cinque date estive e un budget risicato. Siamo andati avanti per un anno e mezzo con molte attività, dai concerti alle serate di ballo liscio per gli anziani. Oggi possiamo dire di essere divenuti una bella e convincente realtà. Paghiamo l'affitto, e non siamo sovvenzionati da nessuno.
Un cammino duro?
Durissimo, ma assai ricco di soddisfazioni.
Quanti spettacoli proponete in media ogni anno?
Difficile dirlo con certezza. In media proponiamo 250-300 concerti l'anno. Tieni presente che a volte in una sola sera suonano più artisti.
Quali sono gli eventi più seguiti?
Direi Magnolia Parade a settembre, una tre giorni di musica che desta sempre grande successo. E il Miami, evento musicale con la direzione artistica di Rockit.
L'estate scorsa c'è stata anche una serata interamente dedicata agli artisti de La Tempesta…
La Tempesta è un'etichetta di Pordenone che sponsorizza delle realtà musicali molto valide. Per quanto riguarda la serata che citi, abbiamo avuto in contemporanea Le Luci della Centrale Elettrica, Moltheni, Zen Circus e molti altri.
Proposte analoghe?
C'è stata una serata, venuta altrettanto bene, la Notte dei Forestieri con in cartellone artisti come Il Genio, The Records e molti altri artisti dell'etichetta 'Circolo dei forestieri" di Marco Obertini.
Poi ci sono i corsi…
Anche questo è un settore che ci sta molto a cuore e che ha come finalità quella di preparare i giovani a professioni lavorative particolari, come l'organizzatore di eventi, il fonico, il grafico, l'illuminotecnico.
Quanto dura un corso?
In media proponiamo dieci lezioni, a prezzi assai contenuti.
Quali sono i rapporti con gli altri gruppi Arci?
Molto buoni. In particolare lavoriamo strettamente con il comitato di Milano. Recentemente abbiamo dato vita all'iniziativa "Milano non ti riconosco più, ma ti voglio ancora bene", con La Casa 139, l'Arci Bellezza, e l'Arci Biko (ex Matatu).
Numero di soci?
Siamo a quota 30mila.
Dipendenti con contratto fisso?
17 più 12 contratti stagionali per il periodo estivo.
Chi è che organizza le date live?
Siamo in tanti. Ci sono 6 persone in particolare che selezionano le diverse opportunità live, in base al tipo di serata che si intende proporre.
Cosa deve fare un gruppo per poter esibirsi al Magnolia?
Deve spedire all'indirizzo del locale un demo o un cd, citando la serata dove intende suonare. Così facilita il lavoro dei nostri tecnici, e inoltre ha più chance di esibirsi.
L'identikit del frequentatore del Magnolia?
Difficile dirlo. Dipende dalla serata. Nel weekend abbiamo soprattutto giovani di età compresa fra i 20 e i 35 anni. Quando ci sono serate con gruppi 'storici' è facile trovare anche numerosi cinquantenni. Poi abbiamo gli anziani ai quali dedichiamo le serate di liscio.
Un colpo grosso del Magnolia?
Abbiamo ospitato The Gossip e Battles quando ancora non erano esplosi a livello internazionale. Una bella soddisfazione.
E il tuo ricordo personale più bello?
La sera in cui ho giocato a calcetto con Nick Olivieri, musicista e cantante statunitense noto per aver fatto parte dei gruppi Kyuss e Queens of the Stone Age, oltre ad aver fondato i Mondo Generator.
Noto anche per esibirsi spesso completamente nudo…
Infatti.
Come funziona il "Limone Party"?
È una serata che programmiamo una volta all'anno circa. Due si incontrano per la prima volta e se si piacciono e hanno il coraggio e la voglia di baciarsi davanti a un barista, ottengono il premio di un free drink.
Per concludere possiamo anticipare ai nostri lettori gli appuntamenti imminenti più interessanti del Magnolia?
Ci tengo a sottolineare la serata del 29 aprile. Molti gruppi del nostro underground si esibiranno cantando solo ed esclusivamente le canzoni di Michael Jackson. Ci saranno molti ospiti fra cui Calibro 35, Lombroso, Figli di Madre Ignota, Selton…

mercoledì 14 aprile 2010

"Una brutta fazenda, ovvero Beruscao il penultimo mandingo"

Enrico Beruschi, leggenda dello spettacolo milanese e nazionale. Dopo Pimpinone presso la palazzina Liberty oggi cosa sta preparando di bello?
Sto preparando degli spettacoli teatrali e di lirica. C'è in programma anche una nuova apparizione televisiva, ma per scaramanzia preferisco non parlarne.
Beruschi cantante?
Ebbene sì. Non lo sanno in molti, ma da tempo mi occupo anche di musica lirica.
Vuole segnalarci la data di qualche show?
Il 12 maggio porterò il mio spettacolo di lirica alla Statale di Milano. Il 22 maggio, invece, a Vigevano, mi esibirò per le scuole in uno spettacolo su Leonardo Da Vinci.
Nel tempo libero, invece, a cosa si dedica?
Beh, faccio il nonno.
Una bella soddisfazione. Che nonno è Enrico Beruschi?
Sono un apprendista. Ma la mia nipotina dice che sono il nonno più bravo del mondo.
Beruschi in realtà nasce ragioniere… Come è arrivato a occuparsi di cabaret?
Ero vicedirettore commerciale della Galbusera. Una sera, al mitico Derby, incontrai Walter Valdi. Mi chiese se era vero che facevo ridere, perché così si diceva in giro. Io gli risposi affermativamente e la sera dopo mi fece debuttare con qualche barzelletta.
Come andò?
Alla grande. La gente moriva dal ridere. Ricordo un cameriere che non si reggeva in piedi dalle risate e si aggrappava a una colonna portante del locale per non finire a terra.
Poi?
Poi presi a recitare sempre più spesso. Di giorno lavoravo come ragioniere e di notte come cabarettista. Ne uscivo distrutto ma contento. Alla fine, però, dovetti decidere. O l'una o l'altra professione.
Così cominciò la sua carriera da professionista…
Esattamente. Finii in cartellone con Cochi e Renato, leggendarie figure del Derby. Aprivo io loro spettacoli.
In seguito arriva la tv…
Nel 1974 faccio una minuscola apparizione in una trasmissione per bambini. Roba da poco. Siamo sei clown condensati in uno spazio di venti secondi. Ma poi arrivano le belle esperienze di Non Stop e Drive In. Siamo nel 1977. Non Stop è un varietà televisivo trasmesso dalla RAI fra il 1977 e il 1979 il giovedì sera in prima serata. Fu Pippo Baudo ad avere l'idea di proporre giovani cabarettisti.
Chi c'era d'altri?
Eravamo uno squadrone. C'erano Massimo Troisi, Carlo Verdone, Lello Arena, I Gatti di Vicolo Miracoli, Zuzzurro e Gaspare…
Quindi fu la volta del Drive-In…
Andò in onda su Italia 1 la domenica sera dal 1983 al 1988. Io partecipai i primi tre anni.
Chi fu l'ideatore…
Beh, Antonio Ricci…
Qui compaiono altri colleghi?
Giorgio Faletti, Teo Teocoli, Guido Nicheli, Massimo Boldi, Carmen Russo…
Lei cosa faceva?
Presentavo una parodia intitolata "Una brutta fazenda, ovvero Beruscao il penultimo mandingo". Facevo il verso alle telenovela che andavano tanto di modo a metà anni Ottanta. Poi presentai anche "Il Doctor Beruscus".
Come ha conosciuto Silvio Berlusconi?
Ricordo che c'era Liza Minelli a Milano. Andai a teatro per assistere al concerto e mi accorsi di aver di fianco l'attuale presidente del consiglio. Mi disse: "Cosa aspetti a farti avanti?".
E lei?
Il giorno dopo l'ho ricontattato per essere ingaggiato.
Sono appena finite le regionali. Contento del risultato?
Molto contento. Non nascondo la mia posizione politica. Sono di centro-destra e quindi sono fiero del risultato ottenuto. Certo che far parte del centro-destra a volte è controproducente.
Cioè?
Se sei un artista, 'a sinistra' lavori di più.
Lei ha lavorato con altri grandi dello spettacolo da Greggio a Boldi, da De Sica a Roberto Benigni, passando per Alberto Sordi ed Edwige Fenech. Chi fra gli artisti con cui ha collaborato, le ha dato di più?
Forse Alberto Sordi. Una leggenda. Ricordo quella volta su un set cinematografico. Se ne stava in un angolino, umile e mesto. Ma con i venti passi che compì per raggiungere il luogo in cui doveva girare la prima scena, divenne un gigante inavvicinabile.
Greggio?
Dice che è merito mio se finì al Drive-In. Oggi sta facendo qualcosa di molto importante e sono felice per lui.
Beruschi viene anche ricordato per un tormentone 'storico': "E alllllloooooraaaa…".
Era un'affermazione che si usava. Io l'ho enfatizzata, con successo. Mi serviva per prendere tempo fra uno sketch e l'altro.
Per ciò che riguarda il cinema, Beruschi inizia la sua carriera nel '76 con 'Oh Serafina'. L'ultimo lungometraggio che gira, invece, è 'Montecarlo Gran Casinò' nel 1987. Qual è l'esperienza che le ha dato più soddisfazioni?
Probabilmente 'Un borghese piccolo piccolo', film di Mario Monicelli del 1977. Protagonista Alberto Sordi.
Oggi va ancora di gran moda 'La soldatessa alle grandi manovre'…
Con Edwige Fenech… Che tipo era?
Una donna meravigliosa. Una bellissima donna. Tutti m'invidiavano perché avevo girato con lei una scena sexy.
Essendo di Milanoweb ci piacerebbe sapere qualcosa della Milano degli anni Quaranta…
Era una Milano profondamente diversa da quella di oggi. Era da poco finita la guerra, che io avevo vissuto da sfollato. Quando rientrai in città rimasi colpito dalla sua luminosità. Un'immagine che non mi ha più lasciato.
Beruschi, peraltro, è un milanese doc…
Al 100%. L'unico mio avo 'forestiero' proveniva da Modena. Tutti gli altri sono di Milano. Vado molto fiero delle mie origini. Tant'è che ho anche sviluppato un lavoro su Carlo Porta.

mercoledì 7 aprile 2010

"Il sesso è una delle cose più belle della vita"

Corrado Fumagalli è l'autore e il conduttore televisivo dell'unico talkshow erotico italiano, "Sexy Bar". A che ora e su quali emittenti televisive è possibile seguire i tuoi programmi?
Su una quarantina di emittenti locali a orari differenti. In media s'inizia alle 23.30. Su Sky "Sexy Bar" va avanti fino alle 6.00 di mattina.
Viene dunque trasmesso in tutt'Italia?
Certamente. In Sardegna è il programma notturno più seguito.
In Lombardia?
È uno dei più seguiti. Sulle reti private è in cima ai dati auditel.
Come sono i rapporti con Rai e Mediaset?
Sono stato più volte ospite in Rai che a Mediaset. Di certo non sono ben visto dai due colossi televisivi.
Come mai?
Beh, do fastidio a molti programmi in seconda serata.
Una volta non era così…
Una volta la seconda e la terza serata erano decisamente meno interessanti. S'è iniziato a parlare di seconda serata con l'arrivo di programmi come il "Maurizio Costanzo Show". Per "Chiambretti Night" spendono un capitale. La mia trasmissione, di sicuro, ruba spettatori ai canali tradizionali.
Quanti italiani si sintonizzano quotidianamente con "Sexy Bar"?
Un milione circa.
Qualche amico dello star system…
I miei amici sono quelli che mi son fatto prima di dar vita a "Sexy Bar". Oggi, infatti, mantengo contatti con alcuni colleghi incontrati a inizio carriera.
Di cosa ti occupavi?
Di calcio.
Poi?
Poi mi sono stancato della diretta, di seguire tutte le domeniche le partite… Volevo qualcosa di meno ordinario.
Nel 1999, realizzando televendite per la catena di sex-shop Erotika a Milano, produci le prime serie di "Blue Night", un talkshow erotico in onda una notte alla settimana per circa 90minuti su alcune emittenti private della Lombardia. Quando e come sei arrivato a "Sexy Bar"?
C'è stata la crisi scaturita dai casi di Wanna Marchi e Sergio Baracco. "Blue Night" dopo sei mesi di successo salta, ma mi dà l'opportunità di 'mettermi in proprio' e diventare imprenditore di me stesso.
In che senso?
Da semplice conduttore mi trasformo anche in produttore dando, appunto, vita a "Sexy Bar".
Il sesso in Italia è ancora tabù?
Al 100%. L'Italia è ancora permeata dall'idea che il sesso sia qualcosa da tenere segreto, nascosto, da non rivelare. Qualcosa di misterioso, sporco e peccaminoso. Certi argomenti li trattiamo solo noi.
E spesso partono le multe…
L'ultima di 3mila euro. Per un dialogo giudicato un po’ troppo spinto.
Di cosa si parla a "Sexy Bar"?
Di tutto. Sesso, pornografia, trans, masturbazione…
Cos'è cambiato rispetto all'inizio della tua avventura?
Le cose sono peggiorate. C'è sempre più censura. Non si può far quello, non si può far vedere questo…
Di chi è la colpa?
Gran parte delle responsabilità le ha la chiesa che ipnotizza tutti.
Una volta c'era "Colpo Grosso"… È vero che il format fu scritto e depositato dall'attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi?
Assolutamente. Berlusconi è stato un mito anche per questo. Uno avanti. Il primo che ha capito che agli italiani interessano solo due cose: il calcio e le tette.
Qualche nome del periodo…
Nadia Cassini, Carmen Russo, Lori Del Santo…
Chi segue "Sexy Bar"?
Un po’ tutti, compresi i gay, il 30% degli italiani.
Sono così tanti gli omosessuali?
Le statistiche dicono che siano il 20-30% degli italiani.
Nella tua trasmissione ci sono anche trans…
Ne abbiamo due fissi.
Mai incontrato il presidente del Consiglio?
Mai.
Mike Bongiorno dell'hard, Maurizio Costanzo del porno, Marzullo dell'arrapamento. Qual è il soprannome che preferisci?
Forse Maurizio Costanzo del porno. Ero un grande fan del Maurizio Costanzo Show e posso dire di aver inventato "Sexy Bar" basandomi proprio sulla proposta di Mediaset. Solo che qui il tema è uno solo: il sesso.
All'estero il sesso è vissuto con minore soggezione?
A livello televisivo dipende. In Brasile, dove vado spesso, le tv sono controllate dalla chiesa. Ma il governo è assai permissivo. Elargisce, per esempio, preservativi gratuitamente. In Germania, in Francia, e soprattutto in Spagna si è molto più disinibiti. Programmi come "Sexy Bar" vanno in onda dalle 22.30 in poi.
Parliamo d'industria pornografica. Si dice che spesso vengono girati film amatoriali con pochi spiccioli che poi hanno un successo enorme…
È vero. Anzi, ormai si può dire che i film porno vengano girati solo così, con scarsissimi budget.
Come mai?
I dvd hard non li compra più nessuno. L'80% delle case di distribuzione di dvd pornografici ha chiuso i battenti. Per forza si punta all'amatoriale.
In paesi come l'Ungheria, però, dove i costi sono minori e le attrici hard più disponibili la realtà è diversa…
Era diversa una volta. Oggi si fa fatica anche lì. Anche se esistono strutture che facilitano l'attività di imprese come questa. Per esempio il mio amico Rocco ha aperto una Cinecittà pornografica a Budapest, la Rocco Siffredi Production.
La crisi sembrerebbe dettata anche da siti hard gratuiti come "YouPorn" che ha due milioni di utenti e un consumo medio per persona di circa 45 minuti al mese…
Questo è il problema principale. I siti free hanno ammazzato l'hard. Prima ci si arrangiava con Emule, oggi ormai basta un clic per vedere tutto ciò che si vuole.
Il 30% degli utenti di "YouPorn" è rappresentato da donne. Perché in molti ancora si stupiscono di scoprire che la pornografia è sempre più spesso appannaggio del gentil sesso?
Ti dirò di più. Secondo me la percentuale è del 50%. Lo dico dalle mail che mi arrivano e dai messaggi che mi inviano. Le donne moderne sono sempre più aperte alla sessualità, a vivere il sesso come un piacere fine a se stesso. A partire dall'autoerotismo che si continua a considerare una prerogativa maschile.
Qual è il problema?
Che nessuno ne parla. A parte noi.
In tempi passati ci sono state attrici hard che hanno fatto la storia e sono diventate icone dell'immaginario collettivo. Mi riferiscono a personalità come Cicciolina e Moana Pozzi. Oggi chi sta ereditando il posto delle due regine dell'hard anni Ottanta?
Ci sono in giro tante brave professioniste ma sono davvero poche quelle che riescono a emergere. Una volta non c'era la concorrenza che c'è oggi. Trenta anni fa era tutto diverso. Oggi mi vengono in mente i nomi di Elena Grimaldi, Vittoria Risi, Sofia Gucci…
Dove recuperi le tue ragazze?
Non sono io che le richiedo. Sono i produttori che me le mandano. Pagando.
Dove giri le trasmissioni?
A Milano, presso il centro di produzione di via Gioacchino Belli, una traversa di via Padova, dove sorge la sede di Mtv.
"Empire of illusion: the end of literacy and the triumph of spectacle". È un libro scritto dal premio Pulitzer, Chris Hedges nel quale per la prima volta si parla dei traumi fisici e psicologici delle attrici hard. In particolare l'esperto dice che - quando una pornostar smette di esercitare - accusa gli stessi identici problemi che caratterizzano i reduci del Vietnam...
Io non so nulla di questo libro. Però posso dirti che conosco numerosissime pornostar che, dimessi i panni di attrici hard, stanno benissimo. Certo ogni caso andrebbe analizzato singolarmente. Io posso dire che conduco un regime di vita molto salutare - non ho mai fumato, non mi sono mai drogato, sono astemio - e così molte professioniste con cui ho lavorato e che oggi godono di ottima salute.
Qualche tempo fa abbiamo parlato di sesso con un importante rappresentante della chiesa milanese. Ci diceva che "il sesso non si può né divinizzare, né reprimere, né cancellare, ma soltanto guidare e umanizzare". Cosa ne pensa di queste parole Corrado Fumagalli?
Il sesso è una delle più belle cose della vita e va vissuto a 360 gradi. Purché riguardi adulti consenzienti, il sesso è giusto praticarlo per amore, ma anche per puro divertimento.
Sei spesso in giro per lavoro?
Vivo in Brasile tre mesi all'anno, da dicembre a marzo.
Possiamo dire anche qualcosa della tua associazione in favore dei meno abbienti…
Certe cose preferisco tenerle private.
Ultima domanda. Siccome so che sei un interista sfegatato, mi dici come finirà la stagione per i nerazzurri?
Spero tanto nel grande slam.
Cioè?
Champions, scudetto e Coppa Italia.