giovedì 5 novembre 2009

"Gli italiani sono molto litigiosi"

Innanzitutto diciamo chi è un giudice di pace e quali sono i suoi compiti…
Il giudice di pace è un cittadino munito di laurea in giurisprudenza. Opera per mediare e risolvere casi giudiziari un tempo gestiti dal pretore, sia in ambito civile che penale. Si differenzia dal giudice tradizionale perché non deve sostenere gli esami per magistrato ordinario, trattandosi di un concorso per titoli bandito dal Ministero della Giustizia.
Si dice giudice di pace ma, in realtà, è una figura “non togata"…
Questa affermazione non è corretta, in quanto il magistrato onorario e quello ordinario svolgono le stesse funzioni. Inoltre il giudice di pace indossa la toga nelle cause penali, così come i giudici ordinari.
Quanto dura il mandato di un giudice di pace?
La legge attuale prevede tre quadrienni, quindi, 12 anni, fino al compimento dei 75 anni. Ogni quattro anni, però, il CSM tramite apposite commissioni, caratterizzate anche dalla presenza di giudici di pace, svolge le verifiche di qualità e quantità dell’attività di un determinato giudice per poterlo confermare.
E una volta trascorsi i dodici anni?
La sua attività cessa.
Non è quindi un lavoro primario e stabile, che può essere svolto per tutta la vita … Direi di no. Lo si può definire un secondo lavoro. Di solito sono previste due – massimo tre - udienze la settimana, e comunque non più di 110 in un anno. L’attività viene sospesa dai primi di agosto a metà settembre. Come per tutti i magistrati.
Quanti sono i giudici di pace a Milano?
In questo momento siamo in 116, ma dovremmo essere 180.
Qualche settimana fa, peraltro, reclamava la necessità di assoldarne almeno 15 entro l’inverno…
È vero. Al momento, però, non sono previste integrazioni.
Il giudice di pace decide in materia civile molte controversie fra cui quelle concernenti beni mobili di valore non superiore a 5mila euro; quelle non superiori a 20mila euro per danni dipendenti dalla circolazione stradale e sanzioni amministrative (multe a vario titolo). Senza limite di valore, invece, le controversie legate a liti per l’uso di beni condominiali, rumori molesti, piante che invadono altre proprietà… Quali sono i casi più frequenti fra i milanesi?
Complessivamente abbiamo poco meno di 100 mila processi l’anno. Per il 25% i ricorsi riguardano le multe derivanti dalla circolazione stradale. Al secondo posto ci sono le controversie concernenti le assicurazioni e i pagamenti delle polizze. Al terzo gli incidenti stradali.
Ci può raccontare l’episodio più curioso che le è capitato?
Non posso farlo per motivi di riservatezza professionale. Per un giudice di pace – come per qualsiasi magistrato - ogni caso ha il valore di un altro.
È facile riconciliare due litiganti?
È difficilissimo. Ci si riesce qualche decina di volte l’anno.
Motivo?
Siamo italiani. E gli italiani sono molto litigiosi.
Che differenza c’è fra querela e “ricorso immediato”?
Il “ricorso immediato” è una nuova modalità processuale analoga alla querela ma più sbrigativa, che viene immediatamente attivata dalla procura della Repubblica, a cui segue una rapida sentenza del giudice di pace.
C’è rivalità fra voi e l’avvocatura tradizionale?
Tutt’altro. L’avvocatura è componente essenziale dell’ordinamento giudiziario e spesso mette a disposizione mezzi e strumenti per risolvere al meglio il nostro lavoro.
Cosa deve fare un milanese per rivolgersi al giudice di pace?
Deve recarsi in via Francesco Sforza 23 dove troverà una serie di moduli da compilare per attivare le proprie istanze giudiziarie e per chiedere un appuntamento. Purtroppo i tempi di attesa – vista la mancanza di personale – sono piuttosto lunghi. Comunque, per opporsi a una multa, basta trasmettere ricorso e verbale originale tramite una raccomandata postale.
Da quanto tempo vive a Milano?
Da 40 anni.
Cosa le piace e cosa no della città?
Mi piace il grado di civiltà e l’ospitalità di Milano. Quando sono arrivato nel ’68 i milanesi mi hanno subito accolto come uno di loro. Il sottoscritto, quindi, è la prova che Milano è esattamente l’opposto di una città razzista. Tutto ciò, nonostante il mio accento del sud, rimasto tale nonostante gli anni. Cosa non mi piace… Probabilmente il traffico, un problema che si fatica a risolvere, soprattutto per la animosità - a volte violenza comportamentale - di certi conducenti di veicoli che mal tollerano il codice della strada.
Come vede la situazione immigrati? E cosa ne pensa del reato di clandestinità?
È anche questa una situazione difficile. Sul reato di clandestinità posso solo dire che è un “reato istantaneo”: non occorrono, cioè, prove sacramentali per condannare un extracomunitario privo di documenti.
Cogliendo l'occasione dell'intervista ha un messaggio da lanciare?
Spero di rivedere presto i cancellieri. Ormai sono rimasti in pochi. Ma con loro le cause non si fanno.

"Stiamo lottando contro le infiltrazioni mafiose"

È appena iniziata la sua attività provinciale... Lei lavora come assessore con deleghe a Sicurezza, Polizia provinciale, Protezione civile. Quali le sue prime mosse?
Per ciò che riguarda la sicurezza stiamo lavorando sul controllo degli enti che concedono le revisioni delle auto. Solo il 9% di chi concede revisioni è regolare. In questo modo la tutela degli autisti e di chi vive in città è messa a repentaglio...
Per quanto riguarda la polizia provinciale?
Stiamo lottando contro le infiltrazioni mafiose e a favore del cosiddetto numero unico della polizia locale. Basterà digitare il 121 per poter essere soccorsi ovunque ci si trovi.
Lei, però, gestisce anche il turismo...
In questo caso la mia priorità è rilanciare al più presto la città di Milano dal punto di vista turistico. La nostra metropoli, infatti, non è sufficientemente valorizzata. Penso, per esempio, a trasmissioni televisive che possano mettere in luce molti angoli del nostro territorio, poco pubblicizzati.
Consideriamo ora uno dei fatti di cronaca più cruenti dell'ultimo periodo: l’attentato di Kabul costato la vita a 6 italiani. Bossi ha detto “tutti a casa”. Lei come la pensa?
Ogni atto terroristico va condannato sempre e comunque. Per quanto riguarda i nostri soldati in Afghanistan direi che hanno già pagato abbastanza ed è giusto farli rientrare.
È appena finita la festa provinciale della Lega presso la Cassina Anna di Bruzzano... È vero che i comizi dei politici sono stati tradotti in dialetto simultaneamente?
Certamente. La prima sera, per esempio, abbiamo avuto come ospite il sindaco Moratti e il suo intervento è stato tradotto all’istante da Tullo Montanari.
Il motivo di questa iniziativa?
Dare maggiore valore alla nostra parlata, perché non esistono solo il calabrese o il napoletano, ‘lingue’ assai più diffuse per l’immaginario collettivo nazionale. Con questa proposta, peraltro, teniamo viva cultura locale, partendo proprio dalla salvaguardia di idiomi che sono nati in un contesto geografico ben preciso.
Come è stata la reazione della gente?
Molto buona. C’è chi ha reagito con un sorriso, chi con una espressione sorpresa.
E per quanto riguarda i dialetti nelle scuole?
Assolutamente a favore.
Noi di MW, però, abbiamo intervistato Glauco Stanca, uno dei massimi glottologi italiani il quale dice che, paradossalmente, l’istituzione dei dialetti nelle scuole potrebbe provocare l’effetto contrario, ovvero la scomparsa dei dialetti. Questa convinzione parte dal fatto che praticamente si ha un dialetto per ogni città o addirittura paese. La Lega come pensa di affrontare questo aspetto?
Non vedo il problema. A Gallarate insegneranno il gallaratese, a Milano il milanese e così via.
Quanto è durata la festa?
Tre giorni.
Altri appuntamento di rilievo?
Sicuramente l’intervento di Umberto Bossi, il secondo giorno, in occasione del suo compleanno. Poi la fiaccolata con Calderoli e l’elezione di Miss Padania 2009.
Per quanto riguarda il dialogo con le altre religioni, a Milano si sente spesso parlare della necessità di aprire nuove moschee per dare spazio alle attività dei musulmani. Lei cosa ne pensa?
Siamo assolutamente contrari a questo tipo di concessioni. Temiamo che all’interno di strutture simile si creino covi che fomentino azioni terroristiche.
Ma ci sono prove che testimoniano l’ideazione di attività terroristiche nelle moschee lombarde?
Beh, l’arresto degli iman di Gallarate e Cremona dovrebbe bastare.
Altri motivi?
Queste strutture creano disagio alla popolazione locale che non si sente libera di muoversi come un tempo.
Altro argomento spinoso è quello dei rom...
Con Maroni sono stati fatti 137 sgombri fra Milano e hinterland in due anni, direi un traguardo più che positivo.
Ma non è umanamente sbagliato il concetto di ‘tolleranza zero’?
Il punto è che qui c’è gente che viene in Italia senza rispettare le regole vigenti. Delinquono e poi vanno a spasso con Mercedes da 70mila euro. Va anche tenuto conto delle aree in cui vivono molti rom, dove i livelli di degrado urbano sono altissimi.
È possibile fare una stima dei rom presenti in città?
Erano 8mila. In due anni siamo scesi a 1.500.
E i 6.500 sgomberati dove sono finiti?
Molti sono rimpatriati. Altri sono andati a formare nuovi campi.
Le fa paura la febbre suina?
Al momento no.
Che consigli si sente di dare ai milanesi?
Quello di vaccinarsi e di seguire le comuni regole igieniche.
Boffo o Feltri?
Boffo.
Vespa o Floris?
Vespa.
Inter o Milan?
Atalanta.

"La Camera di Commercio è accanto alle imprese"

Dopo un lungo periodo di crisi iniziato col crollo delle banche americane, si comincia a intravedere la ripresa economica. Come vede il futuro immediato delle imprese lombarde?
La Camera di commercio ha realizzato proprio nel mese di ottobre un’indagine sulle imprese milanesi e una su cinque inizia a vedere risultati positivi dopo un periodo difficile. Si tratta di segnali che non ci permettono di abbassare la guardia in una fase ancora di sofferenza per molti. La Camera di commercio è accanto alle imprese: sono oltre 300 le imprese milanesi aiutate contro la crisi nel 2008. Per loro crediti più facili, a volte resi possibili proprio da questo intervento. Grazie a un contributo di circa un milione e mezzo di euro. Capace di abbattere o agevolare i prestiti bancari per una cifra pari a 30 milioni di euro. Un affiancamento all’impresa assistita spesso per tutta la durata del prestito fino a completa restituzione, che permette di eliminare o ridurre fortemente l’onere degli interessi. E per il 2009 sono stanziati 2 milioni di euro per le aziende interessate. Ricordo i contatti per chi fosse interessato: Camera di commercio di Milano, aerea Sviluppo delle imprese, 02.8515.4933, e-mail: contributialleimprese@mi.camcom.it.
In che modo le attività a 'basso costo' dei cinesi continueranno a ostacolare le attività locali?
Ci sono alcuni settori particolarmente sensibili alla concorrenza cinese a basso costo, come parrucchieri, sarti e riparatori, calzolai. Certo a fronte della qualità del servizio realizzato dalla capacità imprenditiva tradizionale e locale i cinesi non riescono in effetti a competere, ecco perché le imprese di italiani si stanno sempre più specializzando in un ambito loro proprio fatto di creatività, idee, buon gusto, eccellenza.
Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio c’è stata una crescita di circa 3mila imprese dal 2003 al 2005. Oggi qual è la situazione?
Ancora fino al 2008 resiste la crescita delle imprese, in linea con i dati del 2006 e 2007 il tasso di crescita per Milano e provincia è stato del 2%. Corrispondente a un aumento delle imprese da 279 mila nel 2007 a quasi 292 mila nel 2008.
Parliamo di 'Comunicazione Unica', una predisposizione normativa che diminuirà i costi amministrativi per le imprese...
Abbiamo attuato pochi giorni fa la firma del protocollo d'intesa tra Camera di commercio, Inps e Inail. Grazie alla collaborazione tra le amministrazioni e come previsto dalla legge le procedure saranno più facili per le imprese. Con un unico interlocutore e non diversi come in passato. Ora per l’avvio, la modifica o la cancellazione di un’impresa è possibile inviare una singola comunicazione per via telematica alla Camera di commercio contenente tutte le informazioni finora inviate ad enti diversi con diverse modalità (adempimenti a fini previdenziali, assistenziali, fiscali e per l’ottenimento del codice fiscale e della partita IVA). La comunicazione unica può essere presentata per via telematica o su supporto telematico ma non cartacea.
Punti clou del Nuovo programma pluriennale?
La crisi è al primo posto nelle azioni della Camera di commercio e sono programmati interventi in una serie di azioni, dal sostegno al credito, ai bandi per aiutare i vari settori, al monitoraggio costante delle imprese, al supporto all’internazionalizzazione, alla formazione, agli sportelli di assistenza personalizzata dedicati alle imprese agli Stati Generali che stiamo organizzando nel prossimo periodo proprio per fare luce sulla situazione attuale delle imprese, sulle necessità, sui provvedimenti possibili in questa fase, in un incontro che possa coinvolgere in modo operativo il mondo istituzionale, associazionistico e imprenditoriale.
Qual è il ruolo delle aziende speciali?
La Camera di commercio opera in diversi ambiti e si avvale delle aziende speciali per un supporto alle imprese specializzato e mirato. Si tratta di OSMI Borsa Immobiliare, Camera Arbitrale, Formaper, Innovhub, Promos, punti di riferimento delle imprese in vari ambiti che vanno dall’immobiliare, alla giustizia, dalla formazione all’innnovazione, ai rapporti internazionali. Expo 2015. Si apriranno nuovi orizzonti per le imprese milanesi? C'è chi parla della possibilità di creare oltre 70mila posti di lavoro... peraltro la Camera di commercio di Milano fa parte del Comitato di Candidatura Expo 1015. Quale sarà il suo ruolo in vista dell'importante appuntamento?
Le imprese sono pronte a fare la loro parte e hanno attese importanti nei confronti di una manifestazione che può rappresentare un’opportunità anche per gli affari. La Camera di commercio partecipa alla società di gestione ed è in prima linea fin dagli inizi della candidatura. Gli Stati Generali potranno rappresentare un momento di coinvolgimento delle imprese anche su questa importante prospettiva milanese. Tra l’altro sulla partecipazione delle imprese a Expo la Camera di commercio realizza un monitoraggio costante per individuare necessità emergenti degli operatori.
Sarà, peraltro, necessario creare nuove infrastrutture, per accogliere - si pensa - più di 30milioni di visitatori. Ha qualche idea a riguardo?
È difficile individuare una cifra esatta di visitatori sulla base delle previsioni. Certamente si tratta di numeri importanti. Proprio per questo siamo impegnati in questo sforzo accanto alle istituzioni per rendere più attrattivo il territorio di Milano. Va segnalato l’indebolimento di Malpensa. Un aeroporto che torni ad essere hub rappresenta una delle esigenze più sentite e urgenti.
Quali requisiti deve avere un milanese per aprire una nuova attività economica? E' vero che in Italia è più difficile che altrove?
L’impresa italiana e milanese in particolare ha delle tipicità e caratteristiche che la rendono diversa dall’ambito europeo. E dai numeri risulta particolarmente diffusa e radicata nel territorio. Per diversi fattori, come una partecipazione degli imprenditori molto diretta e coinvolta nelle imprese, spesso micro o piccole aziende, con la diffusione ad esempio delle imprese di famiglia con l’attenzione ad alcuni aspetti come bellezza e buon gusto che hanno portato alcuni settori come la moda e il design ad essere un vero e proprio modello nel mondo. La Camera di commercio attraverso l’azienda speciale Formaper tra l’altro aiuta gli aspiranti e i neo imprenditori a realizzare la loro idea imprenditoriale con sportelli e corsi di formazione personalizzati.
Attualmente quante persone fanno parte del Consiglio Camerale?
Sono 32 i consiglieri della Camera di commercio e rappresentano il mondo economico di riferimenti nelle sue varie sfaccettature, settori e professionalità.