mercoledì 14 ottobre 2009

'Twenty Questions' a Lucia Blini

Nome, cognome e luogo di nascita...
Lucia Blini, Bergamo.
Che soprannome aveva da piccolo?
Nessun soprannome.
Il primo ricordo dell’infanzia?
A quattro anni la mia mamma che torna dall’ospedale con mio fratellino Alberto appena nato.
Su che giornale ha scritto il primo articolo?
Il giornale della scuola “B.Capitanio” dove frequentavo il Liceo Linguistico. Era un’intervista al giocatore svedese dell’Atalanta Lars Larsson. Stagione 84-85.
Il nome del giornalista che, più di altri, ha influito sul suo stile...
A livello televisivo ho sempre guardato a Carmen Lasorella e poi a Cesara Buonamici e Cristina Parodi. Per la carta stampata Emanuela Audisio.
In che percentuale gli assunti regolarmente in una redazione si possono dire ‘raccomandati’?
Non si può generalizzare e bisognerebbe conoscere più di una realtà. Io lavoro a Mediaset da 17 anni e sono arrivata qui come stagista della scuola di giornalismo.
Lenin diceva che “i comunisti sono la parte progressiva più risoluta dei partiti operai di tutti i paesi; Mussolini che “il fascismo non è un partito, ma un movimento”. Quale frase preferisce?
Nessuna delle due.
Cosa ama di Milano?
I Giardini di Via Palestro, Brera e Chocolat in Cadorna.
E cosa la disgusta?
Le scritte vandaliche sui palazzi d’epoca e le tangenziali sempre bloccate.
Un vizio al quale non può rinunciare...
Quelli legati al cibo. Come rinunciare a un Mont-blanc o a una meringata?
Proust diceva: “Lasciamo le donne belle agli uomini senza immaginazione”. Come interpreta questa massima?
Gli uomini con immaginazione sanno fare ottimo uso anche delle donne belle. Quindi la considero una massima restrittiva.
L’effetto serra: è tutta colpa dell’uomo... Oppure: l’uomo non c’entra niente, è la natura che fa il suo corso...
Girerei la considerazione a un esperto di scienze…io sono una giornalista sportiva laureata in giurisprudenza…
Scopriremo gli extraterrestri fra il 2015 e il 2025. È il parere di molti scienziati. Dovesse incontrarne uno affamato, che piatto gli consiglierebbe?
Comincerei con un bel gelato al pistacchio.
Quanto è difficile pronunciare la parola “ti amo”?
Facilissimo, a tutte le età.
Emily Dickinson spiegava così l’aldilà: “È invisibile come la musica, ma concreto come il suono”. Margherita Hack invece: “Io non credo assolutamente né a Dio, né all'anima, né all'aldilà: l’anima è nel nostro cervello”. Dove si ritrova di più?
Nella prima.
Quante mail riceve in media al giorno il direttore di un giornale importante come il suo?
Dovrei chiederlo al direttore. Non saprei.
E quante ore passa al telefono?
Dipende dal rapporto con il telefono. Ho un direttore, Ettore Rognoni, che ha un grandissimo dono della sintesi. Diretto ed essenziale, credo stia il minimo indispensabile al telefono
Salari bassi per molti, altissimi per pochi. È la cosiddetta crescita diseguale, (in inglese “growing unequal”, secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Perché l’uguaglianza sociale continua a essere un’utopia?
Credo lo sarà sempre, magari con meno gap tra le classi. Ma non credo ci sarà mai una parità.
La sera prima di addormentarsi... un quotidiano o un romanzo?
Due pagine di un romanzo.
Un pomeriggio di relax: un disco rock o un cd di musica classica?
Easy listening, un po’ di tutto. Dai Coldplay alla Pausini.

"Sappiamo i rischi che corriamo, ormai... ci sono abituato"

Innanzitutto benarrivato da Milanoweb, quotidiano milanese attivo da circa un anno. Vorremmo in questa occasione farla conoscere un po’ di più ai nostri lettori... Chi è Alessandro Giuliano?
Sono il nuovo capo della Squadra mobile, ho 42 anni, e faccio questo mestiere da più di vent’anni. Prima di questa esperienza ho prestato il mio servizio a Napoli, Padova e Venezia.
Giuliano succede a Francesco Messina, in carica a Milano per due anni e ora vice questore vicario presso la questura di Bergamo. Avete mai avuto modo di collaborare?
In svariate occasioni. Io e Francesco Messina ci conosciamo da una vita. È un professionista che stimo e col quale sicuramente avrò ancora modo di interagire.
Milano è una città con oltre un milione di abitanti. Molti i problemi da risolvere, a partire proprio dall’ordine pubblico. Nella sua già prestigiosa carriera è forse arrivato il momento più difficile?
Sicuramente Milano è una realtà complessa... Ma so già di poter contare su dei collaboratori in gamba e che mi danno fiducia. Insieme affronteremo questo lavoro con fermezza e impegno.
Che impressione s’è fatto di Milano vivendola da lontano?
Quella di una grande città, vitale, attiva e socialmente e culturalmente all’avanguardia...
Conosce il prefetto milanese, Gian Valerio Lombardi?
Ho avuto il piacere di incontrarlo quando era prefetto a Padova.
In pratica si muove in un territorio già conosciuto...
Nel nostro lavoro è abbastanza normale ritrovare periodicamente dei colleghi con cui si sono vissute importanti esperienze lavorative. È una bella realtà.
Nel 2008 il questore di Milano, Vincenzo Indolfi, ha firmato 3.332 decreti di espulsione, mentre le forze dell’ordine hanno arrestato 2.890 stranieri... Come vede il futuro di una città sempre più internazionale?
Questo fenomeno, in realtà, non riguarda solo Milano, ma l’intero Paese. Personalmente non esprimo un giudizio sociologico perché non è il mio campo. Posso solo prendere atto della situazione e adoprarmi perché le cose vadano sempre bene.
Prima di giungere nel capoluogo lombardo ha prestato servizio a Venezia, concludendo diverse operazioni contro la Nuova mala del Brenta. Ci può raccontare qualche esperienza?
Ogni esperienza ha un suo valore, e sarebbero davvero tante quelle da raccontare. Probabilmente per l’opinione pubblica e i media è più facile valutare gli aspetti ‘macroscopici’ del nostro lavoro, come, appunto, la Nuova mala del Brenta... In realtà per noi sono altrettanto importanti le microindagini che consentono magari, semplicemente, di smascherare la truffa a un anziano.
Chi è Raffaele Vassallo?
Un collaboratore di giustizia...
Sottolineò il rischio che correva dopo l’esperienza con la Nuova mala del Brenta...
Sappiamo i rischi che corriamo, ormai... ci sono abituato.
Anche il capo della Squadra mobile ha quindi paura...
Anche il capo della Squadra mobile è un uomo. Diciamo che si impara a convivere con la paura. In ogni caso gli indizi sollevati da Vassallo – ammesso che siano attendibili – sono la prova che abbiamo lavorato bene.
Prima di Venezia, invece, ha lavorato a Padova, dove ha contribuito all’arresto del famoso serial killer Michele Profeta...
È stato un grosso lavoro, continuo, giorno e notte, 24 ore su 24. D’altronde c’era il rischio che il malvivente commettesse altri omicidi.
Però è andato tutto a buon fine...
In realtà quando ci sono di mezzo due vittime – come è stato nel caso di Profeta - ‘l’andare a buon fine’ è sempre un concetto da prendere con le pinze.
Suo padre era il leggendario Boris, capo della squadra mobile di Palermo, assassinato dalla mafia. Poco prima della sua scomparsa – lei era solo un ragazzino - le aveva confidato che stava conducendo delle indagini “molto pericolose”. Cosa ricorda – se le va di parlarne – di quel periodo?
È un argomento che preferirei non affrontare.
Così come la scintilla che l’ha spinta a entrare nella polizia...
Infatti.
Il primo obiettivo del suo nuovo incarico?
Sarei un presuntuoso se dicessi di aver già inquadrato una realtà complessa come Milano. Per il momento posso solo dirvi che perseguirò con la massima attenzione ogni tipo di delitto, piccolo o grande che sia.
La ringrazio molto per la sua disponibilità...
Ringrazio io lei e tutta la redazione di Milanoweb.
Se avremo bisogno di delucidazioni...
Saprà dove trovarmi.

Influenza stagionale o suina? Le cure sono assolutamente identiche

Influenza suina: la Regione vaccinerà un milione e mezzo di lombardi. Questa la notizia diffusa dai media. Siamo dunque pronti a partire?
Il sistema era già allertato da tempo, poiché ciascuna Asl ha individuato il luogo dove verranno stoccati tutti i vaccini, gli ambulatori dove somministrarlo; inoltre la regione sta approntando una banca dati informatizzata comprendente tutte le persone che avranno priorità nella somministrazione del vaccino.
Tutti dovranno vaccinarsi?
No, l’adesione sarà volontaria.
Dopo le cosiddette categorie a rischio sarà la volta dei malati cronici: persone colpite da asma, fibrosi cistica, malattie congenite, anemia…
Per una più facile interpretazione possono considerarsi a rischio le persone al di sotto dei 65 anni che abbiano l’esenzione dal ticket per le principali patologie.
Vaccinandosi si è sicuri di non contrarre il virus A?
No, come per tutti i vaccini una piccola quota può non formare anticorpi; ma quale sia questa percentuale lo sapremo con la pubblicazione dei dati attualmente all’esame dell’autorità europea che dovrà autorizzare l’uso del nuovo vaccino.
Alcuni specialisti dicono che il morbo colpirà pesantemente solo le persone già debilitate per altre patologie. Come mai, allora, il giovane ricoverato al San Gerardo è finito in coma pur non avendo altri problemi di salute?
Le complicanze sono certamente più probabili in persone già portatrici di patologie, ma non è escluso che anche soggetti in età giovanile possano esserne colpiti. Va comunque sempre considerata l’incidenza percentuale nelle diverse classi di età e condizioni e per il momento i casi sono relativamente pochi per poter arrivare a conclusioni significative.
In che modo si possono distinguere i sintomi di un attacco di influenza suina, da quelli relativi a un normale virus stagionale?
Non è possibile, perché la nuova influenza si presenta non solo come tutte le influenze stagionali ma anche in modo analogo ad altre infezioni delle vie aeree. Non ha comunque nessuna importanza capire di che virus si tratti perché le cure sono assolutamente identiche.
Quando è il caso di recarsi al pronto soccorso?
Come per tutte le malattie il pronto soccorso deve essere riservato a situazioni urgenti e di gravità: cosa che normalmente non è per l’influenza.
Recentemente lo scopritore del virus dell’Aids, Luc Montagnier, ha consigliato di consumare papaia fermentata per tenere lontano il rischio del contagio. Lei cosa ne pensa?
Non conoscendo i presupposti scientifici del consiglio mi limito a ribadire l’efficacia di un’alimentazione con frutta e verdura.
Altri invece dicono che basterebbe assumere un cucchiaio di miele ogni dì...
Rispondo come sopra.